Ci siamo sedute a un tavolo con M¥SS KETA con molta, molta voglia di scoprire il suo mondo e quello che ha da dire, perché da dire ha parecchio

Un incontro felice quello tra M¥SS KETA e il brand AU JOUR LE JOUR capitanato da Mirko Fontana e Diego Marquez. Lei icona e performer della scena milanese incarna perfettamente i valori della collezione A/I 2020, irriverente, colorata con accenni urbani e classici allo stesso tempo, femminile e self-confident.
Immergetevi nel KETA-pensiero.

Raccontaci il rapporto che hai con la tua immagine, come ti percepisci?
M¥SS ha la caratteristica di avere mascherina e occhiali, che si completa con la sua fisicità: una fisicità che parla, reale. Credo che mostrare il corpo sia un atto politico. Salire sul palco con le mie forme, con le ragazze di Porta Venezia che si esibiscono con me è una dichiarazione che dice sii quello che sei e urlalo con fierezza. Ho notato che ogni volta che mi rivedo sono contenta di esserci con il mio aspetto, energica, è come se quello che vedo corrispondesse all'essere sicura di me stessa. Mi sento un tramite per gli altri, come se potessero percepire attraverso di me, l'accettazione di sé e farla anche loro. L'unico modo per viversela bene tra sé e sé e tra sé è il mondo è accettarsi completamente. Nella cultura occidentale è come se il corpo passasse in secondo piano, diventasse un contenitore che non deve parlare. Bisogna riprendersi il corpo e comprendere che è lui che ci muove nel mondo. Alla fine dei concerti o di alcuni eventi spesso mi scrivono delle ragazze e dei ragazzi dicendomi che è bello vedere me e le ragazze di Porta Venezia sul palco mentre ci sentiamo libere. Sono messaggi di vittoria che rendono il progetto M¥SS KETA ancora più significativo. Secondo me passano molte informazioni attraverso la fisicità. L'espressione corporea è una forma d'arte se ci pensi. Il mio lato da performer mi mette davanti a molte riflessioni sulla comunicazione del corpo, a quello che butto fuori quando mi esibisco, a cosa voglio dire.

M¥SS KETA è una proiezione molto definita e forte ed esiste anche Monica. Una personalità non esclude l'altra, anzi si completano, come la vivi?
Un'altra cosa importante sulla quale rifletto tanto è che le persone spesso si sentono relegate a dei ruoli e vengono viste dagli altri come una cosa unica, etichettate. Secondo me invece siamo multipli. Abbiamo lati luminosi, lati pubblici, lati oscuri, lati privati e va accettato il fatto che siamo pluralità ed è anche un discorso che lego alla sessualità. Sono molto immersa nella scena notturna, al clubbing che ritengo siano un modo di fare cultura. Di notte cadono i ruoli che rivestiamo di giorno, diventiamo più noi stessi e arriviamo più diretti al nocciolo delle cose. Tu sei una persona che è lì per ballare e divertirsi ed è più facile che si creino momenti di unione. Magari poi vai ad ascoltare un dj set, segui un artista performer, conosci nuove espressioni artistiche. Avendo esplorato questa parte molto a fondo ho notato che quando le persone si lasciano andare sono più aperte alle esperienze e colgono le occasioni di cambiamento e miglioramento. Un individuo non è una sola cosa ma un insieme e qui arriviamo sempre al nodo fondamentale dell'accettazione del sé. Mi sono maggiormente capita nel momento in cui ho compreso di essere sfaccettata. Ti illumini e diventi anche più comprensivo con le altre persone, ti passa la voglia di giudicarle.


Che ruolo ha l'empatia nella tua vita?
In un mondo così ricco di odio, di haters ed hating, e parlo per M¥SS KETA e per il gruppo MOTEL FORLANINI con cui abbiamo costruito il progetto, abbiamo sempre cercato di essere trasparenti e ci siamo sempre molto esposti. Sia con le canzoni sia coi video sia con le performance. In un mondo in cui tutto sembra attaccabile, dove tutto sembra negativo bisognerebbe recuperare la dimensione della condivisione e dell'empatia e ricordare che abbiamo tutti gli stessi problemi spirituali, fisici e le stesse paure. E penso: ma perché questo non basta a unirci agli altri? D'altra parte siamo al mondo tutti, e tutti nasciamo, viviamo, moriamo, e questo fattore di unione mi sembra così importante che mi fa domandare: perché c'è ancora spazio per faide interne, per diffondere l'odio, per sentimenti distruttivi verso l'altro? A me piacerebbe aprire varchi mentali, anche piccoli che possano diventare finestre su mondi diversi.

Come vi comportate con gli haters?
Quando è uscito Milano Sushi e Coca ci sono arrivate valanghe di messaggi di odio che, paradossalmente, hanno anche contribuito alla viralizzazione del nostro progetto. La policy sui social è sempre stata di rispondere in modo molto ironico e positivo anche ai commenti più hardcore. Di solito questo basta a spegnere le ondate, anzi alcuni quando si sono sentiti “visti” o “letti” ci hanno chiesto scusa. Tornando sempre al discorso del corpo essendo esposta spesso mi scrivono sei grassa, sei cicciona, sei una poco di buono. Io credo che solo l'ironia sia la risposta adatta, mai rispondere all'odio con odio. Pensiamo anche che sia un buon esempio per chi legge e magari non sa come trattare con l'aggressività sui social.

Tu sei anche un punto di riferimento femminile, le ragazze ti scrivono? E cosa?
Abbiamo aperto il concerto de I Tre Allegri Ragazzi Morti all'Alcatraz e una ragazza mi ha scritto dicendo ieri ti ho vista non ti conoscevo, all'inizio pensavo ma chi è questa scema, poi a fine concerto ho capito che tu eri libera, che vi stavate semplicemente esprimendo e mi hai fatto pensare a molte cose, ecco per me messaggi del genere sono oro. Anche i messaggi di persone che trovano la forza nelle canzoni di M¥SS e recuperano la carica creano circoli virtuosi di positività.

È la prima volta che collabori con un brand fashion come Au Jour Le Jour?
Abbiamo rapporti con brand amici per gli abiti ma è la prima volta che facciamo un evento e una collaborazione così. Sono molto contenta di questo incontro, M¥SS non è un personaggio di comprensione immediata ed essere accolta mi fa davvero piacere. È anche vero che abbiamo un'estetica molto precisa che può accostarsi al mondo della moda. Nel linguaggio video inseriamo quello del corpo, della moda appunto, della narrativa, parliamo a molti livelli. Anche la scelta di ciò che si indossa racconta una storia. Se ci pensi il mondo della moda è una grande palestra per la gestione dell'ansia e dell'emotività con tutta la pressione che ci gira.

Ti aspettavi questo ritorno quando avete iniziato?
Abbiamo iniziato con molta spontaneità e la fortuna del progetto sono tutte le persone che ci lavorano, siamo un organismo vitale. Ci siamo organizzati in maniera naturale ed è stato spontaneo che ognuno di noi piano piano si sia preso un ruolo all'interno di MOTEL FORLANINI, muoverci in questo modo ci è venuto immediato. Ragioniamo come una mente alveare. Rispetto a cinque anni fa, da quando siamo partiti, c'è stata un'evoluzione. La forza è del gruppo: ognuno ha la sua individualità ma nel progetto di M¥SS mettiamo in comune tutte le nostre visioni.

Special thanks to: Clara Garcovich Press Office / Au Jour Le Jour / Francesco Bertola Studio / Sara Moschini / FUJIFILM
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