Una nuova dimensione per l’architettura della cura: Fujifilm e l’“umanizzazione” delle strutture sanitarie

Al Fuorisalone di Milano Fujifilm consolida la propria vocazione di azienda vicina al paziente presentando il progetto Breath per aprire la strada a una nuova concezione dell’architettura sanitaria fondata sul concetto di “umanizzazione”, contribuendo a soddisfare non solo le esigenze funzionali e di design, ma ridurre le condizioni e le situazioni di stress dei professionisti sanitari e migliorare le condizioni dei pazienti e dei percorsi di cura.
Gli ultimi 2 anni di pandemia e il forte impulso alla digitalizzazione hanno accelerato il processo di metamorfosi dell’ospedale moderno ribadendo con forza la centralità del paziente, le sue esigenze sanitarie ed emotive all’interno degli ospedali. Ridurre le condizioni e le situazioni di stress attraverso l’innalzamento della qualità ambientale percepita da pazienti e dal personale sanitario sta diventando un elemento imprescindibile per le strutture ospedaliere pubbliche e private.
In particolare, nei reparti di diagnostica e radiologia i vincoli strutturali che impongono un ambiente privo di luce naturale ed impiantistici con macchinari complessi che riducono la flessibilità distributiva, lo stato emotivo determinato da fragilità, depressione e ansia viene alimentato dall’assenza di contatto con il mondo esterno.
La pandemia, ed i suoi effetti dirompenti sull’organizzazione sanitaria hanno accelerato la metamorfosi verso l’ospedale del futuro, e verso un modello di cura e accoglienza più empatici.
Da questa riflessione, scaturita dall’osservazione del fenomeno in atto da parte di Fujifilm Italia, in collaborazione con l’Architetto Filippo Taidelli, da sempre impegnato in progetti sanitari e regista di un un think tank progettuale che coinvolge aziende designer e artisti con specifiche competenze nell’ umanizzazione dello spazio nasce il concept “Breath”.
L’ambiente della cura diventa la sintesi che unisce innovazione tecnologica e natura. L’installazione del Fuorisalone, situata nel cortile dell’Università Statale di Milano, rimanda ad un concetto tanto impercettibile quanto vitale: fondere esterno e interno, portare la vita dentro di noi e l’ambiente naturale nelle stanze della cura. Riattivare la memoria sensoriale per alimentare il benessere interiore del paziente.
Gli stimoli proveniente dall’ambiente naturale vengono portati all’interno delle strutture sanitarie generando un rapporto dinamico, attivo ed intimo con l’utente. Un mix tra realtà e finzione in grado di prendere per mano il paziente e trasportarlo in una “nuova dimensione”, un paesaggio astratto. La sala d’attesa diventa un’oasi grazie al patio vegetale, il corridoio, un loggiato aperto sull’orizzonte e la sala radiologica si trasforma in un light box per contemplare il cielo attraverso un oblò skylight. Una sintesi evocativa che rompe i confini fisici e fa guardare dentro sé stessi.
La consolidata attenzione verso il paziente da parte di Fujifilm, si è concretizzata negli anni attraverso progetti funzionali all’umanizzazione delle strumentazioni e degli spazi, dai mammografi “Harmony” studiati per trasformare gli ospedali e le Breast Unit in luoghi accoglienti dove le donne possano sentirsi a proprio agio, in attesa e durante lo screening mammografico, al progetto “Piccola Lucy” che si avvicina ai piccoli pazienti attraverso la personalizzazione delle aree pediatriche delle strutture ospedaliere.
Davide Campari, General Manager div. Medical Systems Fujifilm Italia “Ci troviamo di fronte ad un cambiamento epocale. L’approccio alla progettazione degli ambienti sanitari non va più inteso soltanto in funzione della cura delle malattie, ma deve essere contraddistinto dall’interesse per il miglioramento delle condizioni dei pazienti e del personale attraverso il design degli ambienti di cura. Nelle strutture sanitarie, infatti, le caratteristiche degli spazi possono avere effetti positivi tanto sui pazienti quanto sul personale e si riflettono anche sull’efficacia e qualità della cura ed è in questa direzione che Fujifilm si sta dirigendo in questi ultimi anni”.
Architetto Filippo Taidelli “Ringrazio Fujifilm per avermi dato l'opportunità di proseguire ed approfondire la ricerca che porto avanti da anni sul valore terapeutico degli spazi della cura per delineare insieme le nuove tendenze dell‘ospedale del futuro dopo la rivoluzione generata dalla pandemia Covid. La fiducia ed esperienza di Fujifilm mi hanno permesso di dirigere un nuovo think tank progettuale che coinvolge aziende, designer e artisti con specifiche competenze nell’umanizzazione e digitalizzazione degli spazi con l’obiettivo di realizzare un progetto concreto e semplice che consenta di portare l’esterno dentro gli spazi della cura, l’ambiente naturale e la vita dentro di noi riattivando la memoria sensoriale”.
Durante la presentazione sono intervenuti: Davide Campari, General Manager div. Medical Systems Fujifilm Italia, Arch. Filippo Taidelli, Studio di Architettura FTA, Prof. Pierdante Piccioni, Responsabile del Dipartimento Socio-Sanitario dell’ASST di Lodi, “Dott. Empatia”, Ing. Elena Bottinelli, Responsabile Innovazione e Digitalizzazione Gruppo San Donato, Giuliana Ferraino, Giornalista Corriere della Sera.
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Un universo di soluzioni per la doccia con Geberit

Con Geberit l'innovazione tecnologica incontra l'estetica e la funzionalità.
La progettazione del bagno è un passaggio strategico, con dirette ricadute nella vita di tutti i giorni. Presenza imprescindibile in ogni casa, così come nei luoghi pubblici, l'ambiente bagno assolve a esigenze pratiche e funzionali quotidiane. Il suo design, le sue finiture e i dettagli tecnologici contribuiscono all'immagine complessiva dell'ambiente domestico.
Alla Milano Design Week Geberit svelerà le proprie novità: l'appuntamento da segnare fin da ora in agenda è al Brera Design District, con il GEBERIT FUTURE FLOW firmato dall'architetto Ferruccio Laviani (in Via San Marco, 22). Nell'attesa, direttamente sul sito ufficiale, è intanto possibile andare alla scoperta delle soluzioni messe a punto per la doccia dall'azienda leader in Europa nel settore dei prodotti sanitari.
Olona: un piatto doccia, 25 dimensioni fra cui scegliere
Cosa ci si aspetta da un piatto doccia? Probabilmente tutto quello che Olona è per sua natura in grado di garantire. La collezione Olona di Geberit è realizzata in resin stone con rivestimento in gelcoat, sinonimo di alta qualità e di massima resistenza.
A queste prestazioni, si sommano la possibilità di scegliere fra 25 dimensioni (dalla forma quadrata o rettangolare, con diverse opzioni per lunghezza e larghezza) e un'ulteriore opportunità, che viene incontro a esigenze ancora più specifiche. Il piatto doccia Olona può essere infatti tagliato in base alle necessità dimensionali del bagno, personalizzandolo nella lunghezza. Contraddistinto dal colore bianco opaco, che si armonizza immediatamente con qualsiasi rivestimento, Olona è il perfetto alleato sia nella progettazione di un bagno nuovo che in caso di ristrutturazione.
Fra le caratteristiche salienti, impossibile non citare almeno le proprietà antiscivolo dello strato superficiale di Olona e le dimensioni del bordo: l'altezza di solo 4 cm consente sia l'installazione in appoggio che quella a filo pavimento.
La preziosa unicità del piatto doccia Sestra
Si rivela capace di soddisfare le richieste di coloro che desiderano soluzioni versatili e raffinate per il proprio bagno il piatto doccia Geberit Sestra. Al tocco contemporaneo del design integra una superficie materica effetto pietra in tre colori: bianco, grigio pietra e grafite.
Fra le 16 dimensioni disponibili non mancano le novità, ovvero il formato quadrato 80x80 cm e quelli rettangolari di 70x90 cm, 70x160 cm e 70x170 cm. Realizzato anch'esso in materiale resin stone, e rivestito in gelcoat di alta qualità, il piatto doccia Sestra dispone di un bordo alto 4 cm e di un sifone dedicato, che si può ordinare separatamente e viene fissato con sole due viti.
Cleanline80: il dettaglio funzionale che fa la differenza
Dall'ambiente bagno, si sa, non ci si aspetta solo un colpo d'occhio visivamente convincente e un'efficace composizione. Anche dal punto di vista funzionale il bagno deve essere un valore aggiunto per la casa: in altre parole, deve sapere "resistere" all'uso quotidiano, che può essere anche intenso. Per questo, è opportuno poter contare su prodotti affidabili, come le canalette per docce Geberit CleanLine80 che sono facili da installare e semplici da pulire
Disponibile in tre finiture (Nero cromato, Champagne e Acciaio inox), la canaletta Geberit CleanLine80 introduce in bagno una rinnovata modalità di scarico per la doccia. Attraverso il suo design e grazie
ai profili in acciaio, che convogliano l’acqua lasciandola defluire perfettamente verso il sifone
centrale, il deflusso è continuo. Si annulla, quindi, lo sgradevole "effetto ristagno" e si azzerano le possibilità di originare odori non graditi e fastidiosi residui.
Il tutto senza rinunciare alla capacità di adattamento che è proprio anche dei piatti doccia Geberit. La canaletta, infatti, è estremamente flessibile, dato che può essere tagliata a misura su entrambi i lati in fase direttamente in fase di installazione; si può optare per l'installazione contro la parete o al centro della doccia.
Geberit, bagni che migliorano la vita
In definitiva, il primo passo per essere certi di disporre in casa di un bagno pienamente rispondente alle singole aspettative è fare chiarezza e definire le proprie necessità. Come? Chiedendosi cosa si considera davvero importante. Si punta a un risultato dal design contemporaneo o dalla raffinatezza senza tempo? La priorità è usare il bagno in totale sicurezza e senza vincoli di alcuni tipo, ovvero si vuole anteporre l'accessibilità a qualsiasi altra urgenza?
Questioni altrettanto ricorrenti e importanti, da tenere in considerazione, sono poi l'ottimizzazione degli spazi, fondamentale nelle case di dimensioni contenute ma rilevante anche quando si dispone di metrature generose, il comfort, la facilità di utilizzo (potendo contare anche sulla tecnologia), e, non da ultimo, l'igiene che rappresenta un obiettivo ampiamente condiviso e da raggiungere con un ridotto dispendio in termini di tempo. Perché anche i bagni migliorano la vita.
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