Fotogallery Jackson Pollock: a Milano una mostra celebra il genio del dripping
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Palazzo Reale ospita Jackson Pollock: vi spieghiamo la sua arte (e i retroscena della sua vita)
Il genio di Jackson Pollock è protagonista a Palazzo Reale, Milano, dal 24 settembre al 16 febbraio. Uno degli artisti più celebri della nostra epoca, esponente dell'Espressionismo astratto e soprattutto padre del dripping.
Nella mostra «Pollock e gli Irascibili. La scuola di New York» potrete ammirare più di quaranta capolavori provenienti dal Whitney Museum di New York. Pollock ma non solo: Rothko, de Kooning, Kline. Per raccontare la rivoluzione artistica che sconvolse l'America del dopoguerra e che influenzò con la sua energia l'Arte moderna di tutto il mondo.
Tutti avrete presente le celebri "sgocciolature" di Pollock e forse saprete anche del suo carattere duro e tenebroso (come molti artisti dell'epoca, aveva anche il vizietto dell'alcol). Ma se vi siete persi qualcosa, ecco tutto quello che dovete sapere su Jackson Pollock e sui suoi compagni di avventura in questa fondamentale rivoluzione artistica prima di visitare la mostra.
JACKSON POLLOCK. UNA MORTE VIOLENTA
11 agosto 1956. Jackson Pollock muore in un incidente stradale, ubriaco al volante della sua auto, in compagnia di due donne. Basta partire dalla fine per comprendere che tutta la (breve) vita dell'artista americano trascorse all'insegna di eccessi e sregolatezza in una parabola oscillante tra problemi psichici e alcolismo. Il genio maledetto è uno stereotipo che alla storia dell'arte è sempre piaciuto. E Jackson Pollock in fatto di autodistruzione sa sicuramente il fatto suo. Ha un carattere difficile, eredità di un'infanzia complessa vissuta in una famiglia di contadini, ultimo di cinque figli.
UN LOOK ALLA JAMES DEAN
Jeans arrotolati alla caviglia, t-shirt scura sporca di colore, un vecchio paio di anfibi ai piedi, la sigaretta costantemente attaccata alle labbra, aria stanca e barba trasandata. Jackson Pollock ha qualcosa di James Dean e di Jim Morrison. A voi immaginarlo come un eroe romantico, antesignano del divo del cinema o della rockstar maledetta mentre danza con i suoi colori sulla tela. Con un sottofondo di musica jazz alla Charlie Parker...
DRIPPING O DELLA SGOCCIOLATURA
«Non dipingo sul cavalletto. Sul pavimento mi trovo più a mio agio», diceva Jackson Pollock. In qualche modo doveva sovvertire il sistema... Ma se pensate che il dripping sia solo una semplice sbrodolatura senza capo nè coda, vi sbagliate. La tecnica dello sgocciolamento ha qualcosa del rituale sciamanico. Negli anni quaranta Pollock aveva assistito a delle dimostrazioni di sand painting (pittura con la sabbia) da parte di nativi americani. Ma anche i muralisti messicani e la pittura automatica dei Surrealisti ebbero una certa influenza sulla sua arte. L'artista viveva l'esperienza creativa come un gesto sacro. E guardando le tele di Pollock vi accorgerete che non si ha mai una sensazione di caos. Ogni goccia di colore segue un suo percorso preciso, come all'interno di un disegno più grande.
PEGGY, PEGGY
Certo, se non ci fosse stata lei forse oggi nessuno conoscerebbe Jackson Pollock. Peggy Guggenheim, ricca ereditiera, gallerista e collezionista di fama mondiale, fu la sua scopritrice e prima mecenate di Pollock. «Se guardo indietro, penso di essere stata coraggiosa ad aver creduto nelle opere di Jackson Pollock», diceva Peggy. E come darle torto, visto che all'epoca Pollock era un artista semi sconosciuto. Fu lei a organizzare molte delle sue mostre personali in America e all'estero, a commissionargli dipinti, a vendere molte sue opere a musei e collezionisti internazionali. E si dice anche che non amasse molto la moglie di Pollock, l'artista astratta Lee Krasner (gelosia?), ma questa è un'altra storia...
GLI IRASCIBILI
È il maggio 1950 quando il Metropolitan Museum di New York annuncia l'organizzazione di un'importante mostra dedicata all'arte contemporanea americana. Dal parterre degli invitati vengono esclusi alcuni artisti che dalla metà degli anni Trenta hanno mosso i primi passi verso un linguaggio pittorico nuovo. Nel movimento dell'Action Painting ci sono Jackson Pollock, Willem de Kooning, Mark Rothko, Robert Motherwell, Barnett Newman ecc., tra i firmatari di una lettera di fuoco inviata al presidente del Metropolitan e presentata al New York Times in cui dichiarano il totale dissenso nei confronti delle posizioni assunte dal museo. È il quotidiano Herald Tribune a coniare la fortunata etichetta di Irascibili. E nel 1951 sarà la rivista Life a celebrarli con un ritratto passato alla storia - in cui compaiono vestiti da banchieri.
© Riproduzione riservata
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