Lorenza Luti: “La Kartell è un’impresa familiare”
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Ce lo racconta Lorenza Luti, nipote del fondatore del marchio di design made in Italy.
Kartell è un’azienda di famiglia esportata nel mondo. Ne abbiamo parlato con Lorenza Luti, nipote del fondatore Giulio Castelli, che oggi porta avanti con orgoglio il successo di un marchio che ha fatto la storia del design.
La storia di Kartell è quella di un’azienda “di famiglia”, concetto che, almeno apparentemente, sembra accordarsi difficilmente alla realtà di un marchio con 120 flagship store e 4000 punti vendita nel mondo…
E’ così, e per noi è bellissimo. Siamo orgogliosi di essere ancora un’azienda che può definirsi “familiare”. Nel 1949 Giulio Castelli - il mio nonno materno - ebbe un’intuizione: quella di utilizzare la plastica per creare, industrialmente, oggetti di uso comune; cosa oggi per noi banale, ma allora di assoluta avanguardia. Ha guidato Kartell in prima persona per più di venticinque anni, per poi passare il testimone a mio padre, Claudio Luti, che ha comprato l’azienda diventandone il Presidente nel 1988. Io e mio fratello Federico - di due anni più piccolo di me - abbiamo studiato entrambi alla Bocconi, entrando poi nel mondo del lavoro con altre esperienze per arrivare infine qui. Io lavoro in Kartell dal 2003 e sono davvero orgogliosa di portare avanti l’eredità e la storia della mia famiglia. Noi speriamo di far bene e continuiamo ad assorbire come spugne dalla migliore guida che ci potesse capitare: nostro padre.
Tu e tuo padre andate d’accordo sul lavoro?
Sì andiamo d’accordo, anche se il Claudio Luti imprenditore è molto diverso dal Claudio Luti padre. In famiglia è l’uomo più affettuoso e amorevole del mondo, mentre in azienda è molto rigido e si aspetta giustamente sempre il massimo da me e mio fratello. E’ in ogni caso bellissimo lavorare con lui, con il rapporto di fiducia e confronto assolutamente sincero che abbiamo instaurato.
Da bambina sognavi di lavorare qui?
Assolutamente no. Volevo lavorare nella moda, ed è proprio da lì che ho cominciato, con una bellissima esperienza in Ermenegildo Zegna. Poi ho pensato: “Perché lavorare per altri quando potrei farlo per la mia famiglia?”. In quel momento in azienda c’era una posizione libera, avevano bisogno di un aiuto e ho deciso di provare. Fondamentale è stata l’esperienza che ho potuto fare direttamente sul campo, lavorando anche un anno alle vendite in negozio: un training fondamentale e spesso sottovalutato, che come nessun’altro ti avvicina al cliente e ti fa conoscere il prodotto.
Un ricordo che hai dell’azienda quando eri bambina, ad esempio il primo oggetto Kartell che ti hanno regalato?
A parte gli oggetti, colorati e bellissimi per una bambina, i ricordi più belli sono legati alle feste qui in azienda per i compleanni, miei e di mio fratello. Ho fatto i miei diciotto anni nello spazio che oggi è occupato dal museo. Ci venivamo spesso, organizzando anche incontri con la comunità del paese di Noviglio, in cui ci troviamo. C’era una grande vita in azienda, anche perché una volta - ancora oggi anche se è più difficile - chi lavorava qui lo faceva per tutta la vita, quindi davvero ci si conosceva tutti. Ci sono dipendenti che lavorano ancora oggi e mi hanno visto nascere…
Hai due bimbe, Sofia di due anni e mezzo e Matilde, di pochi mesi. Saresti felice se un giorno anche loro scegliessero di seguire la tradizione di famiglia e lavorare in Kartell?
Sicuramente. Le porterò a fare le loro feste qui come facevo io e se un giorno vorranno lavorare per Kartell, sperando ci sia ancora il nonno a guidare loro come fa con me, non potrò che esserne orgogliosa.
Per concludere, puoi darci una piccola anticipazione di quello che Kartell sta preparando per il Salone del Mobile?
Per ora è tutto top secret. Posso dirti solo che in fiera mostreremo la fatica, lo sforzo, l’innovazione e la tecnologia che c’è dietro ogni prodotto. Il “titolo” dello stand sarà “Kartell Working Project”, e di quello si parlerà, del lavoro, di quello che c’è prima che l’oggetto finito arrivi nelle vetrine dei negozi.
Per il Fuorisalone invece, che è il nostro momento più social, ci prenderemo un po’ in giro con “Kartell Goes Rock”, un evento nel nostro flagship store in Via Turati. Come ti dicevo è ancora tutto top secret, ma vi posso dire che ne vedrete davvero delle belle.
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