Sophie Turner è cresciuta sul set della serie tv Il trono di spade. Da quando ha 13 anni il suo personaggio ha dovuto affrontare ogni tipo di orrore: guerre, violenze, matrimoni forzati. Ma lei, nel frattempo, ha iniziato a costruirsi una vita fuori da quell’universo. E ora che la serie dei record ricomincia, si mostra ai fan con un volto nuovo: quello di una giovane diva amata non solo dai patiti del fantasy, ma anche dal mondo della moda
Sophie Turner è la ragazza dei segreti. Anche quest’anno l’attrice inglese sa che cosa succederà nella nuova stagione della serie televisiva più piena di colpi di scena e più seguita al mondo, Il Trono di spade, che ricomincia il 16 luglio su Sky Atlantic HD. Ma non può farne parola con nessuno.
Se non altro ci è abituata: da quando ha 13 anni l’ormai 21enne dalla pelle diafana vive nei panni del suo alter ego, Sansa Stark, la combattiva nobile delle terre del Nord che in 48 episodi è sopravvissuta a ogni tipo di sopruso. Ha visto sterminata la sua famiglia, è stata rapita e costretta a sposarsi contro la sua volontà, è stata violentata e imprigionata.
Ma non pensate che sia una vittima: anche lei ha tramato, ha mentito, ha dato letteralmente in pasto ai cani il suo aguzzino e vinto con l’astuzia una sanguinosa battaglia, mettendo poi sul trono il fratellastro che non voleva ascoltare i suoi consigli.
Dell’ultima puntata del Trono di spade andata in onda, tutti ricordano la sua scena finale: nessuna parola ma lo sguardo di chi, nella nuova serie, ruberà la scena a tutti gli altri. O almeno ci proverà. Fuori dal set Sophie è comunque già una star. Tra le favorite del direttore creativo delle linee donna di Louis Vuitton, Nicolas Ghesquière, in questi giorni appare nella campagna Series 7 della maison, accanto al modello Santiago Robledo. Il marchio di prodotti per acconciature Wella Professionals l’ha appena scelta come sua prima ambasciatrice, al cinema la ragazza inglese è stata ingaggiata dalla squadra della saga X-Men e di recente ha reso pubblica la relazione «molto, molto privata» con il cantautore americano Joe Jonas, che le sta donando, a quanto dice, «il momento più felice da lungo tempo a questa parte».
Sembrerebbe tutto perfetto. E, invece, quando chiedi a Turner che cos’altro potrebbe mai sognare, lei risponde: «Sono un’attrice, ogni giorno mi sveglio e vorrei essere qualcun altro». Non proprio la risposta che ti aspetteresti da una ragazza che, da sette anni, è conosciuta per aver interpretato praticamente sempre lo stesso personaggio. «Sansa», spiega oggi Sophie, «è stato un dono enorme per me, ma mi sto impegnando con tutta me stessa perché non diventi l’unica cosa per cui io sia conosciuta».
Eppure siete cresciute insieme. Non pensa che, senza quel ruolo, sarebbe una persona diversa?
«Ne sono convinta. Affrontare tutte quelle vicissitudini mi ha costretta a crescere in fretta. Sansa è una ragazza che per lungo tempo sembrava quasi in secondo piano: subiva la violenza di tutti, come una brava incassatrice. Dall’anno scorso ha iniziato a capire le regole del gioco e a prendere il controllo della sua vita, realizzando con la politica quello che altri cercano di ottenere con le armi».
Lei ha dichiarato che leggere il copione della serie è stata la sua educazione sessuale, ma questa sua affermazione è stata aspramente criticata.
«Per me non è stato facile crescere su questo set. Insomma, quando ho dovuto interpretare la mia prima scena di tentata violenza avevo appena 14 anni, non certo l’età ideale. Però proprio l’incoscienza adolescenziale mi ha permesso di non vivere l’esperienza in modo eccessivamente traumatico».
Quando, poi, è andata in onda la puntata in cui è vittima di un’altra violenza, di quella sequenza se ne è parlato a lungo in tutto il mondo.
«Questo mi ha stupito. Mi sono chiesta come fosse possibile che tante persone si scandalizzassero per una scena di una serie tv, mentre questi abusi accadono davvero ai danni di tante donne e nessuno ne parla mai. È come se le persone accettassero la violenza nella vita vera, ma non in tv. Questa vicenda mi ha insegnato quanto sia importante portare in scena dei temi tabù».
Pensa, così, di mandare avanti un messaggio di stampo femminista?
«Credo che Il trono di spade già lo sia. I personaggi femminili, anche i meno amati dal pubblico, affrontano prove difficilissime, sfidano le convenzioni e imparano a imporsi usando le loro armi: alcune hanno i draghi, altre il fuoco, altre ancora l’intelligenza».
E infatti lei e le principali protagoniste siete ancora vive, mentre tanti personaggi che sembravano centrali sono stati uccisi nel corso degli anni. Se Sansa dovesse seguire quel destino, che morte le augurerebbe?
«Se proprio deve essere, spero che sia nell’ultima scena dell’ultimo episodio della serie, magari tra le braccia di qualcuno che le vuole bene veramente».
È quello che vedremo prima o poi?
«Ormai del copione leggo solo le parti che mi riguardano, tralasciando il resto: voglio godermi anche io le sorprese della serie. Quello che posso dire è che sarà sempre meno una lotta per il trono di spade, cioè la conquista del regno, e più una battaglia tra i vivi e gli Estranei (gli zombie venuti dal freddo che minacciano la razza umana, ndr)».
A parte chiederle se sopravviverà nella nuova stagione, che cos’altro le chiedono i fan?
«Non molto altro. Anche se c’è stato più di un appassionato della serie che si è avvicinato e mi ha detto, quasi con vergogna: “Scusa, ma il tuo non è il personaggio che preferisco”».
Non si è ancora abituata agli inevitabili effetti collaterali della fama?
«Sì e no. Sono cresciuta sotto i riflettori dai 13 ai 21 anni, cioè il periodo più turbolento per ogni ragazza, quello in cui anche con una vita normale ti senti insicura. Non è stato semplice».
Qualcuno l’ha aiutata a superare questa fase?
«La mia collega Maisie Williams (che, nella serie, interpreta sua sorella Arya, ndr). E spero di aver aiutato anche io lei: perché ci siamo fatte forza l’una con l’altra nei momenti in cui ci sentivamo fuori posto, o comunque in difficoltà».
Sembra esserci riuscita, ormai lei è considerata non solo un’attrice matura, ma anche un’icona di stile.
«Devo ammettere che vengo aiutata da una stylist perché altrimenti sarei sempre in jeans. Ma adesso sarebbe fuori luogo e poi ho voglia di trasformarmi, di vestirmi non più da ragazza, ma da donna».
E non c’è un capo che terrebbe dei suoi bei costumi di scena da nobildonna?
«Dal set ho già portato a casa un cane, ed è un souvenir impegnativo. I ragazzi ogni tanto chiedono di poter tenere una spada, io al massimo potrei avere un corsetto: ma non è certo la stessa cosa».
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