Luca Calvani, l’uomo che ama le curvy
Al cinema Luca Calvani interpreta sempre ruoli da seduttore. Ora conduce un programma tv dedicato alle donne con le curve. «Per raccontare, dice, «il momento in cui hanno capito di essere bellissime»
Luca Calvani ispira considerazioni un po’ mistiche. Cose tipo: quest’uomo non è che un’anima finita nel corpo sbagliato. È quello che ho pensato dopo la prima intervista con lui, molti anni fa. Era il 2006 e Luca, oggi 42 anni, era reduce dalla vittoria del programma Isola dei Famosi. E mi è sembrato, imprevedibilmente, un ragazzo un po’ a disagio con tutto: notorietà, interviste, gossip. Ma soprattutto con la propria bellezza: molto alto, super fisicato, occhi verdi e, per giunta, barba nera.
Anni dopo l’anima di cui sopra sembra aver trovato il modo di “starci dentro”, nella vita e nel corpo di quest’uomo, sempre bello, ma meno spaventato.
Lo incontro per il lancio della trasmissione che condurrà su La 7d dal 15 maggio: Il bello delle curve, il primo reality dedicato a donne curvy, alla loro bellezza e al percorso che hanno fatto per scoprirla, coi consigli di una di loro: la modella Laura Brioschi. Scrivo di Luca sentendomi un po’ in colpa, perché ho fatto quello che di sicuro lui odierà: ho messo la sua esperienza all’Isola dei Famosi nelle prime tre righe del pezzo.
Lo odierà perché è, legittimamente, stufo di essere dopo tanto tempo ancora “quello dell’Isola”. In questi anni lui ha recitato (è stato protagonista, fra l’altro, di Operazione U.n.c.l.e di Guy Ritchie, The International di Tom Tykwer, Maschi contro femmine di Fausto Brizzi, To Rome with Love di Woody Allen) ed è diventato imprenditore inventandosi la linea di candele In Spiritu: artigianali, prestigiose, supernaturali.
Una scelta che racconta il lato mistico che Calvani non vuole mollare. Anche quando, come adesso, mi dice: «Mi avverta se sto diventando pesante. Odio l’idea che pensino che me la tiri, con pensieri profondi e citazioni dotte». Poi, in tutti questi anni, c’è stata, c’è la sua vita privata: una compagna, Francesca Arena, 41 anni, che non cambia mai dai tempi del liceo. Una figlia, Bianca, di 8 anni. Una casa a Prato, dove Luca è nato, e una a Londra: «Dove la luce è unica, ti fa vedere le cose come non le vedi in nessun altro posto».
Mi chiedo che cosa avrei dovuto aspettarmi dalla carriera di un vincitore dell’Isola, 11 anni dopo: molta televisione? Un numero imprecisato di amanti? Domande che giro a lui. Che dice: «Francesca dice che se l’avessi tradita in diretta con la bellona di turno all’Isola, avrei fatto un carrierone in tv. E invece nei tappeti rossi ho ancora paura di inciampare».
Lei ha chiesto che le foto di questo servizio fossero quelle in cui appariva meno bello. Perché?
«Perché quella parte della mia vita è passata. Sono un uomo adulto, fatto e finito. Sono io. Non sono un personaggio, sono uno con i capelli grigi e qualche chilo in più. Uno che quando torna a casa gioca a “Mosca cieca” con sua figlia».
Lei con la sua bellezza non ha mai fatto veramente pace.
«Forse è vero. Ma in questi anni una cosa è cambiata: mi sono autorizzato a essere quello che sono, senza costringermi a entrare nel personaggio. Anche perché quello del cinema è un mondo piatto. Le racconto un aneddoto. Una sera mi trovavo a cena con l’attrice Julia Roberts e ho cominciato a parlare di tessuti: sono di Prato, ci sono nato in mezzo. Di colpo tutta la tavolata mi stava ad ascoltare. Julia compresa, affascinata dall’argomento e piena di domande. Io raccontavo il piacere di immaginare, toccare, annusare una stoffa. E loro zitti, ad ascoltare. Come vede è il mondo vero la vera figata».
E lei ci sta bene, al mondo?
«Dipende dai momenti. Ogni giorno sono una persona un po’ differente. Per questo ho quattro diari: mi aiutano a tenere il filo».
Quattro non sono un po’ troppi?
«Li uso in modo diverso. Prendo appunti sui miei pensieri. Oppure scrivo cose che mi succedono. Ne ho uno in cui mi segno, ogni giorno, un motivo per essere grato».
Il motivo di oggi?
«Quello di sempre, quello che segno ogni volta: mia figlia. E Francesca, ovviamente. In più oggi ho aggiunto questo: mi sono accorto che sto ancora inseguendo i miei sogni».
Come lo fa?
«Leggo, scrivo, penso, progetto, cerco, provo. Giorni fa per esempio, a Londra, ho provato a fare un “Bagno di gong”. Sa che cos’è? Un’immersione totale nel suono dei gong».
Oh, mamma. Come ne è uscito?
«Come se mi avessero dato un giro di schiaffi. Mi sono svegliato. Ho capito che la felicità ti sorprende solo quando non stai a guardare il quaderno delle istruzioni per l’uso: non puoi passare i tuoi giorni a cercare di capire come sia meglio vivere. La gioia arriva quando vivi e basta. E se non la vedi, devi guardare meglio».
Che cosa le ha dato il programma Il bello delle curve?
«Ho conosciuto storie che mi hanno lasciato senza parole. Come quella di una ragazza, una delle protagoniste del reality, che ha raccontato di aver cominciato ad ingrassare dopo un grande trauma. Più stava male, più si gonfiava. Poi si è ammalata di psoriasi. Insomma, un calvario. Solo quando è riuscita ad accettare tutto il dolore che il suo corpo le urlava, ha potuto cominciare a ritrovare la propria bellezza. È una storia estrema, che però riguarda tutti».
Anche lei?
«Certo, anch’io, come tutti, so che cosa sia non riuscire ad accettarsi per quello che sei. E so anche che il cambiamento arriva quasi sempre da un grande dolore, dalla fine di un sogno, dalla consapevolezza di non essere amato. Esci da una vita sbagliata quando capisci che ti fa troppo male».
Lei da che errore è uscito?
«Dalla tentazione di fare la scelta più ovvia. Dovevo decidere se essere: bello-ricco-famoso oppure essere io. E guardi che capire chi sei, soprattutto oggi, non è facile. Viviamo in un mondo in cui esistono applicazioni persino per taroccare i selfie. Capisce? Tu ti scatti una foto e poi cambi l’immagine di te, persino se sei soltanto tu a guardarti. È come decidere di mettere in bagno uno specchio che riflette la faccia di un altro. È come sparire».
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