Lily James: «Non sono più Cenerentola»
L’abbiamo vista interpretare la principessa più famosa e altri film in costume. Ma ora per l’attrice britannica è arrivato il momento di dire addio ai corsetti da gentildonna per mostrare il suo lato più sexy
La prima persona che incontro nel negozio di Burberry dove abbiamo appuntamento è sua madre Ninette: mi sorride, magra, elegante. Di solito le attrici arrivano alle interviste scortate solo dal loro agente, raramente con una sorella, quasi mai con la mamma. Lily James è un’eccezione e quando mi parla del loro rapporto, lo ammetto: provo un po’ d’invidia. «Se mi sento giù, un po’ confusa per il lavoro o nella vita privata, la prima cosa che faccio è comporre il numero del suo cellulare. Lei mi ascolta, mi aiuta a vedere i problemi da un’altra prospettiva: insomma, li semplifica».
Poi Lily, forse per rincuorarmi, aggiunge: «Non è sempre così. A volte mi fa arrabbiare. Ma quando ho bisogno, c’è». L’attrice britannica, 28 anni, diventata famosa per la serie tv Downton Abbey e come protagonista dell’ultimo Cenerentola di Kenneth Branagh, è in un momento magico della sua carriera: a Hollywood tutti la vogliono, ha appena finito di girare Little Woods, western in chiave moderna, ed è il volto della nuova fragranza My Burberry Blush nella campagna firmata dal fotografo Mario Testino (vedi anche nelle pagine della Bellezza). Ora è al cinema con Baby Driver - Il genio della fuga, già campione d’incassi negli Stati Uniti.
Lily sa ballare ed è un mezzo-soprano. La musica è la sua vera passione: potete immaginare con quale felicità ci conferma che sarà nel cast stellare di Here We Go Again, il sequel di Mamma Mia!, accanto a Meryl Streep e Colin Firth: «È un musical che ho visto tantissime volte, lo conosco a memoria, non dovrò studiare il copione». Anche Baby Driver - Il genio della fuga ruota intorno alla musica e anche qui Lily canta. «È letteralmente guidato dalla colonna sonora, è come una danza», ha detto Kevin Spacey, che recita accanto a lei e ad Ansel Elgort.
Il regista Edgar Wright ha aggiunto: «È un musical con le auto». Lily conferma: «Tutte le scene sono state costruite intorno a un brano musicale. Per leggere il copione il regista mi ha fatto scaricare un’app: per ogni sequenza del film, dovevo cliccare un’icona e subito partiva la colonna sonora. La musica non è accessoria, ma fondamentale: determina le scene d’azione».
È la prima pellicola in cui non indossa i costumi che l’hanno resa famosa al grande pubblico, come nella serie tv Downton Abbey e Cenerentola. È stata una liberazione?
«Sì, non vedevo l’ora: mi sentivo perseguitata dai corsetti. Ora sono più rilassata».
In Baby Driver - Il genio della fuga interpreta Deborah, una giovane cameriera che molla tutto per un ragazzo appena conosciuto. Nella vita lei è impulsiva come il suo personaggio?
«Sì, non riesco a pianificare nulla. Per un’attrice può essere un vantaggio, perché nel nostro mestiere non puoi programmare quasi niente. Succede lo stesso al mio fidanzato (l’attore Matt Smith, 34 anni, celebre per aver interpretato Doctor Who e il Principe Filippo nella serie The Crown, ndr): siamo degli irriducibili».
Ha 28 anni e da tre vive una felice storia d’amore. Si sente già pronta a mettere su famiglia?
«Un tempo ci si aspettava che le donne si sistemassero presto e facessero dei figli. Ora non è più così. Desidero avere una famiglia e dei bambini, ma non voglio sentirmi ossessionata dal tempo che passa. Succederà, ma l’idea di quando accadrà non deve preoccuparmi».
Ha dichiarato spesso di essere orgogliosa di essere britannica. Che effetto le fa esserlo nell’epoca della Brexit, l’uscita dall’Unione Europea?
«Ora lo sono un po’ meno, ma sono legata alle mie origini. Sono molto triste per quello che è accaduto, ma è successo: bisogna affrontare uniti questo nuovo futuro. È stato un periodo difficile, amo l’Europa e mi piace l’idea di essere europea».
È stata scelta come volto di Burberry, tradizionale maison inglese, dopo le top model Kate Moss e Cara Delevingne. Che cosa significa per lei?
«All’inizio non potevo crederci. Scoprire che Christopher Bailey, il direttore creativo, avesse così fiducia in me è stato molto importante. Sa che il mio primo capo Burberry, un classico trench color miele, l’ho comprato quando ho iniziato a lavorare per la tv? Prima, quando recitavo unicamente a teatro, non potevo permettermelo. Ero entusiasta del mio acquisto: un capo che si abbina a qualsiasi cosa».
Adesso è il volto di My Burberry Blush, un profumo sensuale. Che rapporto ha con la sensualità?
«Per un’attrice è una componente fondamentale: a me dà forza, fiducia. Mi è sempre piaciuto vedere le grandi dive del passato, come Katharine Hepburn e Marilyn Monroe: la loro sensualità è talmente potente da mettere in ombra i protagonisti maschili. Nel cinema è ciò che differenzia uomini e donne».
Le piace giocare con la sensualità?
«Da bambina ero una seduttrice inconsapevole. Ricordo lo shock quando ho rivisto, qualche tempo fa, un video di famiglia. Avevo circa 5 anni, mio padre suonava la chitarra e io cantavo. Indossavo un lungo abito dorato, fatto da mia nonna, che era un’attrice. Mi muovevo in modo sinuoso, facevo ondeggiare i capelli: era qualcosa che accadeva in modo naturale. Esploravo la mia femminilità. A volte penso che le donne imparino a flirtare troppo presto. Non sempre è positivo come sviluppare la capacità di usare la propria intelligenza, determinazione o forza. Da adolescente ero insicura. Ho riacquistato questa consapevolezza solo più avanti».
Ha appena finito di girare due pellicole storiche, Guernsay, ambientata durante la Seconda guerra mondiale, e la biografia del Primo ministro britannico Winston Churchill. Ho scoperto che ha una passione in comune con lui: la vasca da bagno. Nel film L’ora più buia Churchill è interpretato da Gary Oldman e lei è la sua segretaria. Anche lei lavora immersa nell’acqua come faceva lui?
«Sì, leggo sempre i copioni mentre faccio il bagno. Mi porto il computer, il tablet e accendo candele tutto intorno: creo una specie di ufficio romantico».
Che cosa la rendeva felice quando era piccola?
«In famiglia c’era una piccola tradizione: ogni anno per il mio compleanno mi regalavano un biglietto per assistere a un musical. Vivevamo fuori Londra, andare in centro era già un evento, per me e per i miei fratelli, Charlie e Sam. Prima mangiavamo in un ristorante cinese, poi andavamo a teatro: fino all’ultimo momento non sapevo quale musical avessero scelto, era una sorpresa. Mamma Mia! l’ho visto tantissime volte. I miei fratelli amavano quelle uscite, ma quando andavo ai balletti mi accompagnava solo papà. Ho iniziato presto, a 5 anni credo, e per riuscire a scorgere il palcoscenico dovevo sedermi su una pila di cuscini».
Quando ha dovuto scegliere che cosa fare da grande, a chi si è ispirata?
«A mio padre: lui era il “mio tutto”. È stata la mia grande fonte di ispirazione (si chiamava Jamie Thomson, attore e poeta, ed è morto quando Lily ancora frequentava la scuola di recitazione, ndr). Inventava storie per bambini, con personaggi incredibili, un po’ folli, come una nuvola che parla e scompare quando c’è il sole o una mucca che va al mercato. Prima o poi finirò di raccoglierle. Aveva un’immaginazione incredibile, ha scritto poesie bellissime, alcune le ho trovate solo dopo la sua morte. Sono così grata che mi abbia fatto crescere in un mondo meraviglioso, pieno di gioia e di sogni. Il mio desiderio di recitare nasce sicuramente da lui».
È cresciuta con due maschi: lei era la loro principessa o vi picchiavate?
«Mi piacevano i vestiti e i trucchi, ma talvolta ero anche un ragazzaccio e giocavo con loro a fare la lotta. Quando ho recitato nella parte di Cenerentola, mi hanno detto: “Ma tu non sei così”. A dire la verità me l’ha fatto notare anche il mio fidanzato e lo ammetto anch’io: di carattere sono tosta, difficile».
Che cosa ha imparato dai suoi fratelli?
«Una marea di cose: uno si occupa di politica ambientale e, quando parlo con lui, mi sento un po’ ignorante. È così brillante che credo che possa davvero cambiare il mondo. L’altro eccelle in tutti gli sport e si occupa di giornalismo. È andato a vivere in Australia per seguire la donna che ama: mi piace che sia così romantico e coraggioso. Tutti lo adorano. Quando manda un messaggio ai suoi amici scrivendo: “È il mio compleanno, venite al pub a festeggiare?” non manca mai nessuno».
Una volta ha dichiarato che non le piace vedere celebrity troppo magre. Perché?
«Credo che oggi riformulerei quella frase dicendo: “Se una donna è molto magra, ma in salute e quella è la sua forma fisica naturale, va benissimo”. La verità è che ci sono momenti in cui si sta bene con il proprio corpo, altri no. In questo periodo mi piace vedermi sia quando sono in forma, molto tonica, sia quando non faccio esercizio e sono più tonda, con il viso pieno, il seno più abbondante. Quando ero un’adolescente, invece, mi sentivo comunque a disagio».
Oggi i red carpet dei grandi festival del cinema sono diventati il palcoscenico più atteso anche per gli appassionati di moda. Lei si diverte o li considera uno stress?
«Da un attore maschio il pubblico si aspetta che si metta un abito qualunque e parli del film. Su noi attrici c’è molta pressione: devi essere sempre incredibile. Fa parte dello spettacolo, ma sì, è stressante. Così, quando posso, esco di casa con jeans e T-shirts».
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