Lapo Elkann non si nasconde più
Ha lasciato i social network, ma non per sparire. E dopo il lungo silenzio seguito all’ultimo scandalo che lo ha coinvolto a New York, il manager di casa Agnelli dice a Grazia di essere pronto a un nuovo inizio: «Perché ciò che conta è non mollare».
Chi lo conosce bene dice che è innamorato. E che la persona che ha accanto lo ha aiutato a mettere ordine nella sua vita. Il rampollo Lapo Elkann, a quasi 40 anni (che compie a ottobre), sembra essere tornato in forma.
Il suo volto è disteso, di certo più rilassato dell’ultima volta che è stato visto in pubblico, nel dicembre dello scorso anno, per il funerale dell’amica Franca Sozzani. Un mese prima era stato protagonista a New York di una storia di festini e droga che ha fatto il giro del mondo.
Eccessi con cui da anni lui, erede della dinastia Agnelli e manager dalle intuizioni brillanti, combatte senza tregua. Non è la prima volta che “inciampa”; già altre volte era successo, e già altre volte la stampa si è occupata dei suoi scandali. Stavolta, però, sembra essersi rialzato con l’intenzione di farcela davvero.
Ci incontriamo in occasione della collaborazione che la sua azienda di occhiali Italia Independent, di cui è fondatore e presidente, ha con Hublot, marchio di orologeria svizzera, di cui è anche brand ambassador. Insieme hanno creato un orologio, Classic Fusion Italia Independent, realizzato con i tessuti Rubinacci, che viene venduto in associazione a un paio di occhiali coordinati. «È un progetto che mi rende entusiasta, quest’orologio ha un alto livello di personalizzazione e innovazione, da sempre al centro della mia ricerca creativa», dice Elkann, presidente e fondatore anche dell’azienda legata ai motori, Garage Italia Customs.
La voce è decisa quando parla di affari. È notizia degli ultimi giorni un nuovo piano di rilancio della sua società e un cambiamento di tutta la dirigenza, dopo un 2016 in difficoltà. «Era necessario, tra i miei top manager c’era un ego troppo grande da gestire. E l’ego può essere pericoloso. In certi casi va messo in disparte per il bene comune. È quello che ho dovuto fare per salvare un prodotto che c’è e funziona», spiega.
I social network sono il regno dell’ego, per questo è uscito da Instagram?
«Non nego la loro utilità, ma sì, ne sono felicemente uscito».
La vediamo sempre circondato di persone, tra amici e collaboratori. Lei sa stare da solo?
«La solitudine è fondamentale per saper stare con gli altri. Amo andare in barca in solitario e guidare per ore».
Qual è l’ora più felice della sua giornata?
«Mi fermo sempre, ovunque mi trovi, per fare una colazione. Lo trovo un bel momento di pausa e di condivisione».
Si dice che sia mattiniero.
«Il mattino ha l’oro in bocca, è il momento migliore per prendere decisioni. Mi sveglio molto presto e quelle prime ore sono le più proficue».
A proposito di cibo, il prossimo ottobre inaugurerà il ristorante di Milano, Garage Italia Customs, con lo chef stellato Carlo Cracco. Qual è l’aspetto che la entusiasma di questo progetto?
«Il ristorante si trova nell’area dell’ex pompa di benzina di piazzale Accursio, un posto unico. Mi piace confrontare la nostra diversa creatività mentre discutiamo del menù, degli arredi, delle posate e tutto il resto. E spesso lo facciamo mangiando da Carlo, nella sua cucina».
Quali sono le parole che l’hanno più segnata e, in certi momenti, guidata?
«Quelle della mia infanzia con i miei otto fratelli. E sicuramente mi hanno dato molto quelle ascoltate durante il tempo passato con i miei quattro nonni».
E il pugno nello stomaco che non si aspettava?
«Ne ho affrontati più di uno. Tutti quanti mi hanno insegnato a rialzarmi e a imparare a non giudicare le persone, la lezione più importante».
Quali sono le occasioni in cui prova rabbia o perde la pazienza?
«Succede di rado perché arrabbiarsi è solo tempo perso».
Qual è il consiglio, arrivato da un vero amico, che ha apprezzato di più?
«Quei pochi amici veri che ho li apprezzo per la loro onestà e per avermi insegnato a non mollare mai. E soprattutto a non nascondermi».
In che occasione si è sentito più adulto?
«Si matura a tutte le età, e quotidianamente. Ma se devo sceglierne una dico il rientro in Italia dagli Stati Uniti, durante la malattia di mio nonno. Con tutte le conseguenze che ha avuto, è stato uno dei primi momenti in cui ho sentito delle responsabilità addosso».
Sembra difficile stupirla, ma ricorda la volta in cui è rimasto a bocca aperta?
«Sicuramente la nascita dei miei nipoti. E poi quando ho visto il primo esemplare della nuova auto 500 che avevo così fortemente voluto. Ovviamente le due cose non sono paragonabili, ma hanno avuto entrambe un forte impatto su di me».
C’è un viaggio che l’ha cambiata?
«Sono viaggiatore e nomade per storia familiare, per nascita e per curiosità. Ma se devo sceglierne solo uno dico il lungo soggiorno in Brasile, quando ero bambino».
Delle donne importanti della sua vita non vuole parlare. Ma c’è una frase che per lei racconta meglio l’amore?
«L’amore non si racconta, si vive».
Qual è stato il suo anno più bello?
«Quelli che verranno».
Se avesse una bacchetta magica, che cosa vorrebbe riavere indietro?
«Tutti i momenti con Thomas (Duc Dodon, suicidatosi nel 2011, ndr), il mio migliore amico che non c’è più».
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