Flavio Briatore: «Cerco italiani che sognino in grande»
L’imprenditore Flavio Briatore ha detto di non riuscire a trovare giovani da impiegare nel suo nuovo locale in Puglia. Una provocazione? «No», dice a Grazia, «incontro solo ragazzi per cui accontentarsi è diventato un vizio»
Allora Briatore, come mai quando parla lei nasce sempre un caso?
«Perché è più facile dare la colpa a me, che riconoscere i propri fallimenti. Delle mie parole viene sempre presa la parte che fa comodo per attaccarmi. Se dico che vivere con 1.300 euro al mese è da poveri, non sto offendendo nessuno. Basta fare due conti per capire che non si campa bene con quella cifra. Al massimo puoi pagarci l’affitto, comprare da mangiare, forse saldare l’assicurazione dell’auto e qualche bolletta. Ma poi, se per caso devi andare dal dentista, che cosa succede? È deprimente pensare che dei giovani italiani si accontentino. A 20 anni devi puntare in alto, avere un sogno. Questa invece è la strada per la povertà, non solo del singolo, ma di un intero Paese».
L’estate è alle porte e da giorni impazza la polemica, sui giornali, in tv e sui social, intorno al nuovo locale pugliese della catena Billionaire, di proprietà dell’imprenditore piemontese Flavio Briatore. L’attività partirà nel Salento a fine maggio ma, dice lui, non si trovano le giuste professionalità in Puglia, perché i giovani locali si accontentano di altro. Piuttosto che fare esperienza e poi guadagnare bene, preferiscono avere la vita facile e stare vicini alla famiglia, dice lui.
Lei ha detto che su 500 curriculum ricevuti, per ora avete assunto solo cinque ragazzi. Com’è possibile?
«In Italia uno studente che finisce l’istituto alberghiero non è pronto per lavorare. O almeno, per la qualità che intendo io. Nel frattempo abbiamo reclutato italiani che lavoravano all’estero. Li abbiamo pagati bene per invogliarli a tornare. Sono una grande risorsa del Paese, vanno premiati».
Il Salento d’estate, però, è sempre preso d’assalto.
«Se si vuole il turismo da tenda e sacco a pelo, benissimo, ma non è il mio settore. E, di certo, così non si andrà lontano. La concorrenza è spietata. Se si offrono servizi di qualità, arriverà una clientela di qualità, quella che per le vacanze non bada a spese».
« Se dico che vivere con 1.300 euro al mese è da poveri, non sto offendendo nessuno »
Pensa sempre a guadagnare, lei.
«Senta, io sono un imprenditore e ragiono come tale. Se non guadagno io, non posso mantenere nemmeno i miei dipendenti. Se avessi pensato solo ad arricchire me stesso, oggi non avrei creato tanti posti di lavoro, con la società Billionaire Life. A tutti piace, anche ai radical chic».
Con i ricchi lei, però, è un po’ fissato.
«Si chiamano affari. Il mare e il sole non bastano all’Italia. Le sembra possibile che non abbiamo una catena alberghiera di lusso? Chi se lo può permettere va altrove, dove ci sono servizi, locali di qualità, porti adeguati per accogliere barche importanti. E dove tutti, e dico tutti, parlano inglese».
Non sempre i giovani possono studiare all’estero.
«Non sono nato ricco. I miei genitori erano persone semplici, ma io volevo cambiare il mio destino. E ho imparato l’inglese. Nel Montenegro, Paese non distante da noi, sono più poveri di noi, ma i giovani parlano quella lingua perfettamente».
« Non sono nato ricco. I miei genitori erano persone semplici, ma io volevo cambiare il mio destino »
E nel suo locale in Puglia?
«Intanto non è il mio locale. In Italia io ho il Billionaire in Sardegna e il Twiga di Forte dei Marmi. Sto dando una mano a dei giovani pugliesi in gamba che vogliono entrare nel circuito Billionaire. Ora, per esempio, si trovano al Billionaire Mansion di Dubai a prendere appunti».
Sul locale pugliese intanto c’è un’indagine per abuso edilizio.
«Siamo stati rispettosi dell’ambiente e di tutte le regole, stanno facendo controlli per verificarlo. Noi continuiamo a lavorare, maggio è vicino e molti posti dipendono da questo progetto. Perché, ricordiamocelo: non si vive solo di ulivi» (si riferisce alle barricate dei pugliesi contro il gasdotto che dovrebbe passare in zona, ndr). Lei è residente a Londra, la maggior parte dell’anno vive tra Monte Carlo, Dubai e il Kenya. In Italia non torna? «Amo l’Italia, ma investire qui è troppo complicato».
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