Arrival è un film di fantascienza che vi piacerà: ecco perché
Arrival è un film di fantascienza (con Amy Adams, al cinema dal 19 Gennaio) che vi piacerà anche se non vi piace la fantascienza
Ci sono film di fantascienza che piacciono solo agli amanti del genere e film di fantascienza che allargano il tiro a una platea più ampia, perché all'interno della loro visione fantastica e fantasiosa della realtà riescono a inserire punti su cui vale la pena riflettere e altri che è un piacere imparare.
È il caso di «Arrival», film di Denis Villeneuve con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker e Michael Stuhlbarg al cinema dal 19 Gennaio.
La trama è vecchia come il mondo (quello cinematografico di sicuro): l'arrivo degli alieni sulla Terra e la necessità di capire cosa vogliano da noi e se siano o meno pericolosi.
Lo svolgimento, in linea con le regole del film americano, condito con soldati buoni, caporali cattivi, storia d'amore che aleggia nell'aria davanti a un tramonto, cinesi guerrafondai ed eroi che salvano la situazione in corner.
Cosa lo rende meritevole di essere visto? Uscirete sapendone di più su un argomento interessantissimo che è lo studio della lingua e del linguaggio.
Di cosa parla Arrival
È un martedì qualsiasi e dodici oggetti non identificati appaiono in dodici posti diversi della Terra, dalla Russia al Venezuela (ma non in Italia, se ve lo steste domandando).
Sono delle astronavi aliene, in materiale sconosciuto, alte 450 metri e fluttuanti a una manciata di metri dal suolo. Ogni 18 ore un portellone sul fondo si apre ed è possibile entrarci.
Confini chiusi, aerei a terra, eserciti e capi di stato di tutto il mondo mobilitati e in contatto costante per affrontare la situazione.
In America, il colonnello Weber raduna un team per interpretare i segnali degli alieni con una priorità assoluta: capire cosa vogliono.
Il ruolo di Amy Adams
Figura chiave del team americano è la dottoressa Louise Banks (Amy Adams), linguista di un'università del nordest degli Stati Uniti reclutata dal governo per entrare in una di quelle navicelle, interfacciarsi con gli alieni e cercare di tradurre lo strano modo in cui comunicano, per capire lo scopo della loro visita.
Con lei, uno scienziato, Ian Donnely (Jeremy Renner), fisico che prova ad approcciare la comunicazione con gli eptapodi (le strane figure a sette piedi che abitano le navicelle) attraverso la matematica e il calcolo.
Cosa vi piacerà di Arrival
Se doveste capire e farvi capire da chi parla una lingua completamente diversa dalla vostra come fareste?
Le strade possibili sono numerose e molto diverse, ma quello che più conta è creare un terreno comune, un codice comunicativo condiviso e con le stesse regole da cui far partire ogni tipo di scambio - che sia verbale, grafico o gestuale - prima di iniziare a interpretare quello che l'altro ci dice.
Lo vedremo fare a Louise e Ian, che abbandonano presto le rigide regole imposte dall'esercito per rapportarsi agli alieni come si potrebbe fare con un bambino che deve iniziare a parlare.
E il processo con cui riescono a creare un linguaggio condiviso è a dir poco affascinante.
Perché dovreste vederlo
Arrival è un film quanto mai attuale perché affronta, estrapolandolo dalla cronaca che ci circonda, il tema di quanto sia difficile capire chi ha un alfabeto (non solo in senso letterale) diverso dal nostro, e di quanta paura ci faccia quello che non capiamo.
Non solo lo sconosciuto ci terrorizza e si instaurano dei meccanismi di difesa nei suoi confronti - per cui, nel dubbio tra due interpretazioni possibili prendiamo per buona quella in cui ci vuole fare del male - ma anche all'interno della stessa famiglia Mondo (con i rappresentanti dei diversi Stati), al primo segnale di pericolo si smette di fare fronte comune e ci si schiera soli contro tutti, rendendosi paradossalmente più vulnerabili.
Il parallelismo con quanto sta avvenendo nella realtà è quanto mai immediato e al netto del fantascientifico ha una morale molto semplice: bisogna condividere le informazioni e imparare a fidarsi l'uno dell'altro, perché quando il Mondo è separato si rischia la guerra.
Vi ricorda qualcosa?
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