Nel nuovo e attesissimo kolossal Passengers la vedremo innamorata e persa tra le galassie. Ma poche attrici, a soli 26 anni, hanno le idee chiare come Jennifer Lawrence, la più pagata di Hollywood. Che a Grazia spiega perché le vite dei divi sono spesso come le scene di sesso nei film: un po’ sopravvalutate
Jennifer Lawrence non è una diva come le altre. Certo, è l’attrice più pagata del mondo, il volto della maison di moda Dior. Ma è anche una ragazza che rifiuta l’immagine dell’icona irraggiungibile. Lawrence, che dal 30 dicembre ritroveremo nel kolossal di fantascienza Passengers, ha un lato spontaneo, quasi selvaggio, che la rende unica e vera. Anche quando commette una gaffe. Qualche giorno fa, per esempio, è finita nel mirino dei social per aver raccontato che nel 2012 alle Hawaii, durante le riprese della saga Hunger Games, si era strofinata la schiena contro alcune rocce perché la muta aderentissima in cui era inguainata le dava un prurito irresistibile. Peccato che quelli citati non fossero sassi qualunque, ma monumenti sacri per gli hawaiani. Che hanno intasato i social di commenti offesi, accusandola di essere una profanatrice di siti archeologici. Jennifer ha risposto in tempo reale: «Avete ragione. Sono stata proprio sciocca e il modo in cui ho riportato questa storia non è stato divertente come pensavo, ma superficiale. Mi scuso con tutti». Pace fatta, ma soprattutto pioggia di applausi e ammirazione per la sua schiettezza.
Insomma Hollywood ama Jennifer Lawrence, che da qualche settimana si è fidanzata con il regista e produttore Darren Aronofsky. Una misura della sua popolarità ce l’ha data anche Chris Pratt, protagonista con lei di Passengers. Su Instagram l’attore si è divertito a fingersi invidioso della collega e ha volutamente pubblicato le immagini in cui lei, durante la promozione del film, appare sempre di spalle, tagliata o in secondo piano, quasi a dire: «Hey ragazzi, non esiste solo lei, ci sono anch’io». La storia di Passengers è quella di un’astronave in viaggio con a bordo migliaia di persone addormentate, in attesa di raggiungere e colonizzare un nuovo pianeta. Uno dei passeggeri, Chris Pratt appunto, apre gli occhi per errore quando mancano ancora 90 anni all’arrivo. Sa di essere condannato a un’eterna solitudine e decide di svegliare Aurora, la sua scrittrice preferita, interpretata da Lawrence. I due s’innamoreranno, ma litigheranno ferocemente quando lei scoprirà di essere sveglia per scelta egoista del suo compagno di viaggio.
«Mi è sempre piaciuta la fantascienza, è un modo di usare l’immaginazione senza limiti», mi spiega Jennifer appena si siede di fronte a me. «Io e Chris nel film siamo un po’ come Adamo ed Eva. E la storia affronta temi importantissimi come il bisogno disperato che abbiamo degli altri».
Pensa che ci meritiamo di andare a colonizzare un altro pianeta dopo quello che abbiamo fatto a questo?
«Sono una persona positiva e ho fiducia nel genere umano. È vero, abbiamo compromesso il clima e l’ecosistema, ma credo che, se ci impegnamo, riusciremo a invertire la tendenza».
Che cosa ha in comune con Aurora, il suo personaggio?
«La voglia di mettermi alla prova. Ma l’ambizione di Aurora è davvero insaziabile, non riesce mai a fermarsi e a rilassarsi. Se non fosse bloccata su una nave spaziale, correrebbe sempre e non riuscirebbe nemmeno a innamorarsi, perché pensa solo a raggiungere i suoi obiettivi».
Conosceva già Chris Pratt?
«No, non ci eravamo mai incontrati prima. Mi avevano, però, detto meraviglie di lui, quanto fosse divertente, simpatico, un uomo tutto casa e famiglia (è sposato con l’attrice Anna Faris, ndr). E sa qual è la verità? Che è davvero così, non immaginavo quanto sapesse farmi ridere. Ma allo stesso tempo ha anche la stoffa del leader».
Mi spieghi meglio.
«A metà riprese eravamo tutti molto stanchi e demoralizzati. È stato un set molto difficile e facevamo orari folli. Morten Tyldum, il regista, è un genio, ma anche molto esigente. Una notte durante le riprese, Chris ha riunito le 200 persone del set e ha fatto un discorso: ha ringraziato l’intera squadra per il duro lavoro. Ha sollevato il morale di tutti e siamo ripartiti alla grande. Chris oggi è diventato una persona importantissima per me».
Prima di iniziare le riprese aveva dichiarato di essere nervosa per le scene di sesso che avreste dovuto girare.
«Ero molto in ansia, ma poi, una volta sul set, ho capito che, anche nuda di fronte a un collega, queste riprese sono la cosa meno sensuale del mondo. Sono solo strane».
Lei ha lavorato moltissimo in questi ultimi sei anni. Ma se potesse fermare il tempo e godere di qualcosa che non è riuscita a vivere fino in fondo, che cosa cosa sceglierebbe?
«Non ho dubbi: il silenzio, la quiete, stare da sola, senza preoccuparmi che qualcuno mi stia giudicando o guardando. Mi berrei un bicchiere di vino e osserverei il mondo intorno. E forse, non lo nego, dopo cinque ore impazzirei».
Le piace essere così famosa?
«Mi ritengo fortunata, mi sveglio e sono felice perché posso recitare. Certo, c’è voluto tempo perché mi abituassi a tutto questo. La vita mi è cambiata da un giorno all’altro. Quando ero più giovane, c’è stato un periodo di crisi, ma poi l’ho superato. E sono grata ai fan per il loro affetto».
Secondo la rivista di economia Forbes, lei è l’attrice più pagata del mondo, ma il divario con i divi maschi rimane. Che cosa ne pensa?
«Sono contenta che se ne parli, la differenza di retribuzione tra uomini e donne esiste, ma non credo che Hollywood sia il posto giusto per combattere questa causa. Io vengo pagata molto bene per il mio lavoro, mentre ci sono donne in tutto il mondo che non arrivano a dare da mangiare ai propri figli, anche se stanno in ufficio quanto e più degli uomini. Questo mi sembra un problema decisamente più serio».
Per lavoro lei ha viaggiato molto, quale Paese l’ha colpita?
«Sono stata in Uganda con la fotografa Lynsey Addario (lo ha fatto per il film di Steven Spielberg It’s what I do, sull’esperienza di questa reporter di guerra, nelle sale il prossimo anno, ndr). Ho visto situazioni estreme. E ho capito che andare in posti simili per testimoniare queste realtà richiede una grandissima forza emotiva».
Viaggiando così tanto, si sente mai sola?
«Mi piace la solitudine, anche se con i dovuti limiti. Detto questo, è importante trovare la propria dimensione, soprattutto in un lavoro come il mio, che ti allontana dagli amici e dalla famiglia. Io cerco sempre di rendere più familiari le stanze degli hotel: mi porto delle candele che profumano “di casa” e, quando posso, anche il mio cane».
Lei ha solo 26 anni, ma vive in una dimensione speciale. Che cosa ha imparato?
«Che è importante parlare con gente diversa e conoscere culture differenti. È da lì che si inizia ad accettare chi è diverso. Più conosci le persone e più capisci che siamo tutti uguali: amiamo la famiglia e vogliamo un lavoro».
Sembra molto serena. Sta attraversando una fase felice?
«Sì, sto bene, sono orgogliosa dei film che ho fatto e che ho in programma per il futuro. E in più mi aspettano registi fantastici. Vuole la verità? Io un desiderio da realizzare da zero per il 2017, alla fine, non ce l’ho».
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