L’abbiamo vista in tv in Tutto può succedere e sul grande schermo con Stefano Accorsi. Presto scopriremo MATILDA DE ANGELIS nei panni di popstar, squillo virtuale e ladra in fuga. E mentre posa per Grazia con capi indossati da famose dive in celebri film, l’attrice confida che di quel mondo lei ha già imparato una cosa: «Qualche volta gli uomini devi spaventarli».
La prima volta che l’ho incontrata è stato un anno e mezzo fa davanti a una tazza di tisana bollente. Avevo di fronte una ragazza vispa, curiosa, intelligente, alla sua prima intervista. Nessuno le aveva mai chiesto di esprimere un parere che restasse su carta e la cosa la faceva un po’ ridere. Mi raccontava di sentirsi strana, come una balena in mare aperto. Il film che l’ha lanciata, Veloce come il vento di Matteo Rovere, ancora non era uscito al cinema e Matilda De Angelis era una perfetta sconosciuta con la grinta e il talento giusti per diventare qualcuno.
«Sto ancora nuotando, ma finalmente avvisto la riva, la città dove abitare e con chi: ora che la marea si è calmata e la nebbia si sta diradando sento di voler respirare. C’è un quadro di Picasso che si chiama Saltimbanco seduto. Mi sento così: so che tra poco mi alzerò per una nuova performance, ma ora ho bisogno di ponderare bene le mie scelte», mi aveva detto.
Questi due anni tra set e tappeti rossi, festival e riprese, le hanno cambiato la vita, ma non il carattere: Matilda a 22 anni – che di testa sono almeno dieci in più - resta selvaggia e determinata.
Perché dentro quel corpo che lei definisce «bamboloso», con le curve morbide e le labbra carnose, scalpita un’anima rock che si fa sempre più spazio, ruolo dopo ruolo, sullo schermo. Oltre alla serie tv Tutto può succedere, di cui sta girando la terza e ultima stagione, la vedremo al cinema in tre film.
Il premio di Alessandro Gassmann, in cui è una cantante italoislandese; Youtopia di Berardo Carboni, in cui interpreta una ragazzina che si prostituisce via webcam; e Una vita spericolata di Marco Ponti in cui indossa per tutto il tempo un abito di seta blu con lo spacco e tacco 12. Quest’ultimo personaggio si chiama Soledad: «Una giovane attrice fallita con un passato di telenovela popolare, che finisce in un giro di malavitosi e, cercando di imbrogliarli, mette su una banda con altri due ragazzi: per tutto il film siamo in fuga per non essere ammazzati», mi spiega durante la pausa pranzo del servizio fotografico, in cui indossa capi che hanno fatto la storia del cinema.
Matilda è vestita Fendi da capo a piedi, ha il fascino della diva ma il carattere della ragazza della porta accanto, di chi, anche se indossa un abito di gala o firmato ha sempre una buona ragione per sedersi per terra e concedersi a una chiacchierata sincera.
Nel film Una famiglia, che abbiamo visto alla Mostra del cinema di Venezia, interpretava una ragazza sbandata che cede al fascino di un uomo più grande e bugiardo, Patrick Bruel. C’era una scena di nudo. In Youtopia è una prostituta e, immagino, ci siano scene esplicite.
«C’è una scena di nudo frontale di pochi secondi, ma il mio personaggio non è mai sensuale o eccitante, è solo una ragazza buia e vulnerabile, un pulcino indifeso. Ultimamente ho più confidenza con il mio corpo, cerco di lavorare sui miei limiti, di non giudicarmi, di superare le insicurezze estetiche tipiche di una ragazza della mia età».
Come ha fatto?
«Mi è servito uno corso con una coach americana, Doris Hicks, che mi faceva stare nuda tutto il giorno davanti al resto della classe. Gli altri erano semivestiti, nudi o vestiti, a seconda dei casi».
Terapia d’urto, insomma. Come si è sentita?
«Il primo giorno ho pianto, con crisi isteriche, il secondo già non ci pensavo più. Sono arrivata sul set di Youtopia senza problemi, oggi il nudo è la cosa che mi spaventa meno sul set: è molto più difficile spogliarsi emotivamente».
Avrà visto l’hasgtag #quellavoltache e letto le polemiche di questi giorni sulle molestie subìte da molte attrici sui set. Lei ha ricevuto una proposta indecente?
«Quelle arrivano inevitabilmente. Il nostro è un ambiente dove, sul set e negli eventi, si respira qualcosa di carnale, ormonale. Ed è facile travisare, non capire dove finisca il gioco e dove inizi la realtà. Può capitare anche tra attori, uno si innamora di te e insiste di aver provato qualcosa mentre girava una determinata scena. Tu gli rispondi: “Vuol dire che sono una bravissima attrice”, e la cosa finisce lì. Con chi osa andare oltre uso l’ironia: gli uomini si spaventano delle donne che non hanno paura di giocare al loro stesso gioco. Mi è capitato che mi rivolgessero commenti volgari ad alta voce, in quei casi mi giro e dico seria: “Certo, quando vuoi, facciamo adesso?”. Li vedi sbiancare, quasi paralizzarsi, certi uomini: sono abituati a chi abbassa la testa e fugge via, non a chi fa il loro stesso gioco. Le mie amiche mi dicono: “Mati, stai attenta, prima o poi ti picchiano”. Non importa, il maschilismo di questa società mi fa venire il voltastomaco, tanto vale rispondere a viso aperto».
Anche sul lavoro ha ricevuto avances?
«Oh sì. E sono convinta che certe situazioni vadano prevenute. Su quel divano non ti ci siedi, a certe cene non vai: è una scelta. Preferisci non offendere e offendere la tua dignità o rimanere integra e dirti: “Ok, se ti dico no magari non potrò più lavorare con te, ma amen, lavorerò con qualcun altro”? Scelgo questa seconda opzione».
Ha esordito al cinema senza aver fatto una scuola. Si è mai sentita in difetto per questo?
«Tre anni di Tutto può succedere sono stati la mia scuola di recitazione e la mia salvezza, perché tra i miei primi due film al cinema, Veloce come il vento e Youtopia, che finalmente esce a primavera, è passato più di un anno».
Com’è cambiata la sua Ambra di Tutto può succedere?
«Di certo è meno casinista e con meno problemi di cuore rispetto agli anni scorsi: è tornata a fare quello che le piace, canta al pianobar canzoni conosciute come Se perdo te di Patty Pravo, ma le manca il palco. Avrà, però, una sorpresa importante nella sua vita».
Lei ha sempre cantato, anche fuori dal cinema, nei locali della sua Bologna: pensa mai di dedicarsi alla musica?
«Tutti i giorni. Mi piacerebbe riuscire a incidere un album da solista. Finora tra tv e cinema non mi sono mai fermata, ora sento il bisogno di tornare alle origini e creare qualcosa di mio, ho già qualche idea matta. Sto scrivendo delle canzoni, sperimentando nuove cose. Anche solo per divertirmi».
Sul set di Tutto può succedere lavora, tra l’altro, con suo fratello Tobia. L’avreste mai immaginato?
«No, non ci saremmo aspettati di ritrovarci insieme, e prima ancora mai avremmo pensato di diventare attori. Anche se lui ha sempre fatto teatro sin da piccolo. Ogni tanto ci penso, sarà bello mostrare ai nipoti che cosa facevamo insieme da ragazzi in tv. Tra l’altro Tobia ha appena debuttato al cinema in un film in cui interpreta il figlio di Stefano Accorsi. Io in Veloce come il vento ero sua sorella, Stefano è il nostro portafortuna».
Il suo fidanzato non è geloso?
«Macché, fa il mio stesso mestiere (è l’attore Andrea Arcangeli, ndr) e siamo nella fase dell’innamoramento pazzo: è quasi un anno che stiamo insieme. Con Andrea non ho rivalità o competizione: abbiamo carriere diverse con reciproche soddisfazioni, tifiamo l’uno per l’altra, quando stiamo insieme non pensiamo troppo al lavoro».
Che cosa le piace di lui?
«È spontaneo, intelligente, sempre pronto a sdrammatizzare e attento a non farmi innervosire, sa ascoltarmi senza banalizzare i miei problemi. Ci stimiamo molto, parliamo anche di fare un film insieme e ci piacerebbe molto perché siamo fan l’uno dell’altra. E poi di lui mi piace il suo stile».
Anche lei in fatto di moda non scherza.
«Ho iniziato da poco a divertirmi anche con look che nel quotidiano non oserei. Il mio primo evento nella moda da attrice è stata l’inaugurazione di Palazzo Fendi, loro sono stati i primi ad avermi dato credito, a vestirmi in tante occasioni. È un marchio che rispetta la mia doppia anima, femminile e rock. Poi mi fa sentire sexy, e non è poco per una che molto di rado ha questa consapevolezza».
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