Fotogallery Zig-Zag: 5 cose che dovete sapere
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... che dovete assolutamente sapere
Moda e Arte sono binomio imprescindibile. Le preziose mani degli stilisti ne celebrano la fusione ricercando nel passato, dettagli che diventeranno dei veri trend alert. Tra i pattern predominanti sulle passerelle troviamo anche lo zig-zag, elemento decorativo ricorrente nell’arte antica portato all'apice del successo dalla casa di moda italiana Missoni, rivisitato e rielaborato in chiave contemporanea. Nel tempo il motivo acquisisce dunque molteplici personalità, striscia come un serpente su tutto il guardaroba e, riproducendosi maestoso, amplifica il suo potere ipnotico.
Ecco 5 curiosità sullo zig-zag.
1) Origini e simbologia: lo zig-zag è l’elemento decorativo che fa parte del linguaggio delle linee elementari. Nasce come caratteristica dell’immagine di fecondità nelle culture antiche e le sue manifestazioni decorative sono molteplici, tanto che lo si riconosce in tutta quella serie di elementi che ripetuti vanno a formare linee spezzate. Nell’araldica, lo zig-zag o fregio a zig-zag, è una figura come il dentellato. Il segno a “V” semplice o ripetuto appartiene al linguaggio pittografico, alle indicazioni primitive che, per successive trasformazioni, sono diventate scrittura. Lo zig-zag nasce come espressione del carattere relativo alle cose umane, perché è l’elemento che serve a dare linfa. Nell’arte romanica, lo zig-zag era sia verticale che orizzontale ed assumeva significato di vita che rinasce. Più in generale, l’andamento prescelto per lo zig-zag decorativo ha valenza sia positiva sia negativa se orizzontale, poiché abbinato all’incertezza della vita e ai corsi d’acqua, agli alti e bassi, mentre se verticale, esprime l’idea del legame fra la terra e il Cielo (da cui deriva il simbolo del fulmine).
2) Dallo stile geometrico all’Op-Art: lo zig-zag entra, in un secondo momento storico, a far parte dell’arte geometrica che nasce nella Grecia Antica (X al VIII secolo a. C.) Si sviluppa ad Atene e giunge poi ad Argo e Corinto, costituendo un rinnovamento del precedente stile “protogeometrico”. I motivi decorativi venivano applicati su vasi in ceramica, sempre più complessi, affiancati a rappresentazioni figurate. La glorificazione ufficiale dello zig-zag avvenne però molto dopo. Nel Novecento con l’Art Déco, una forma traversale che coinvolse arti tra cui l’architettura e la pittura, con lo scopo di opporsi alla pianificazione indotta dall’industrializzazione. Questa corrente si fece strada grazie all’Expo parigina del 1925, che esponeva dall’ebanisteria agli accessori moda, anche se, la sua effettiva nascita viene attribuita, nella stessa Parigi (1910), a Paul Poiret, couturier eclettico che fu considerato il primo creatore di moda in senso moderno. L’Art Déco era caratterizzata da uno stile completamente nuovo rispetto ai precedenti: abbandono delle sinuosità per far spazio alla linearità e alle forme geometriche. Uno stile sintetico che faceva riferimento ai motivi ripresi dalle arti primitive, come quella africana, antica egizia e azteca portando con sé anche il fregio dello zig-zag. L’ampia diffusione del gusto déco avvenne negli anni 60, con un’amplificazione delle forme geometriche sotto forma di pattern ipnotici: l’Optical Art detta anche Op-Art. Basata essenzialmente sul movimento dell’arte cinetica, questa corrente artistica influenzò particolarmente lo stile di abbigliamento di quegli anni ma anche dei seguenti. Ottavio Missoni è annoverato tra i più grandi precursori “dell’op-art su tessuto” e, concentrandosi sullo zig-zag multi cromo, lanciò un vero e proprio trend-alert che divenne poi il segno distintivo della Maison.
3) Terminologia: żig-żag (dal fr. zigzag, e questo dal ted. Zickzack, da Zacke “punta”- onomatopeizzato). Linea che procede spezzandosi verso direzioni opposte o divergenti formando una serie di angoli. La parola è nota anche con varianti fonetiche di cui la più comune è żigghe-żagghe. Azione del procedere ad angoli: zig-za-gàre o zizzagare.
4) Missoni: arrivato a noi come sinonimo di stile ed eleganza per eccellenza, lo zig-zagging di Missoni ha una storia che dura da sessant’anni. Ottavio Missoni e sua moglie Rosita Jelmini nel 1953 fondarono l’azienda e da lì cominciò il susseguirsi di successi in Italia e nel mondo. Nel 1958 presentarono “Milano-Simpathy”, le loro prime collezioni alla Rinascente, in seguito poi con l’etichetta Missoni. Notati da Anna Piaggi prima e Diana Vreeland poi, le collaborazioni con l’America e il Giappone, i vari riconoscimenti a livello internazionale, consacrarono la Maison tra le più influenti nel mondo della moda. Il potere mitopoetico dell’ago e del filo trovò il suo massimo nel “put-together”, ovvero la libera e solo apparentemente casuale mescolanza di punti e fantasie, che si rifà a un discorso legato alla cultura artistica europea, soprattutto l’arte astratta e informale ma anche un certo decorativismo dell’arte applicata di derivazione anglosassone. Attenzione particolare dei Missoni per le forme, sempre in stretto connubio con i materiali, fa sì che il loro stile sia oggi inconfondibile. Tra i vari motivi decorativi, lo zig-zag è quello più rappresentativo della Maison: concepito in diverse varianti rispetto ai colori, materiali, altezza e grandezza delle linee, lo si trova prevalentemente in orizzontale. In un primo momento fu elaborato su maglieria, oggi è integrato anche nelle fantasie stampate. Scopo, da sempre, della Maison è quello di creare per “la gente comune”, celebrando le cromie e le forme della natura. Nella storia di Missoni la palette non conosce limiti e gli accostamenti cromatici vengono studiati in tutte le loro variazioni e gradazioni, soprattutto per quanto riguarda lo zig-zag. Dalle passerelle alle varie collaborazioni con marchi tra cui Converse e Havaianas, Bric’s, la Maison Missoni partecipa a progetti di solidarietà come quello del 2011 con “OrphanAid Africa” per cui, Margherita Missoni ha realizzato una capsule collection total zig-zag nelle cromie tipiche della cultura etnica. Oggi lo zig-zagging by Missoni è un vero e proprio trademark, tanto da conquistare anche il Salone del Mobile di Milano, diffondendo i concetti di spazio e creatività open-minded propri della Maison.
5) La passerella a zig-zag di Missoni: C’é modo e modo di zigzagare e Missoni ce lo insegna. Se, infatti, per l’autunno/inverno 2013 il classico motivo è proposto in outline sia in verticale sia in orizzontale, creando così un vero e proprio pattern tridimensionale con effetto tie-dye; per la primavera/estate lo zig-zag cambia nelle forme e nelle gradazioni cromatiche; rimane l’andamento discontinuo originario ma si volumizza grazie ai riempienti con disegni astratti. Lo zig zag con Missoni acquisisce anime sempre diverse e, in questo modo, caricandosi di nuovi aspetti valoriali, va a creare una cifra di stile ineguagliabile.
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