Fotogallery Il tailleur: 5 cose che dovete sapere
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La storia e le curiosità di uno dei capi più iconici d'abbigliamento
Sobrio, elegante, androgino e riservato, seducente e rigoroso: il tailleur non conosce tempo e guadagna un posto solenne nel guardaroba di ogni donna. Nasce come simbolo dell’emancipazione femminile, percorre epoche e attinge ai linguaggi della moda, trova accordi con la contemporaneità, li infrange, cerca sinergie spiritose, per poi approdare trionfante sulle attuali passerelle come rappresentante di un’eleganza intramontabile. Come avete letto nell’ articolo di Diana Marian Murek, il tailleur è sempre riconoscibile per il suo impeccabile aplomb tra le proposte dell’a/i 2012-2013, pur se ripensato nelle forme e nel colore. La moda passa, il tailleur resta.
Ecco cinque curiosità che dovete sapere.
1) Terminologia e Origini: Un tempo, per la particolarità del suo taglio rigoroso, non poteva che essere eseguito da un sarto da uomo, in francese, appunto, “tailleur”. Composto da giacca e gonna, il primo tailleur risale alle tenute da equitazione, ispirate all’abbigliamento maschile. Le signore dell’alta società riconobbero la praticità di questo capo e iniziarono a indossarlo anche per passeggiare o per partecipare agli eventi pubblici. La regina Alessandra, moglie del re Edoardo VII del Regno Unito e icona della moda dell’epoca, si fece notare per gli eleganti tailleur da viaggio realizzati dal suo sarto di fiducia: John Redfern. La paternità del capo va, infatti, proprio al sarto inglese che nel 1885 aveva dato una linea precisa al tailleur: da indossare solo nelle ore del mattino e accentuato da accessori mascolini come il gilet e la cravatta. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, le donne iniziarono a indossare giacca e gonna, gli abiti sembravano ormai inadeguati alla vita di ufficio.
2) Il tailleur Chanel: A sovvertire le regole dell’abbigliamento dell’epoca, fu una giovane e ambiziosa Coco Chanel che nel 1917 reinventò completamente il tailleur, realizzandolo in morbido jersey per favorire la comodità con la prospettiva di una vita attiva: aderente al corpo, senza sottolineare il punto vita, giacca maschile dotata di ampie tasche e gonna diritta sotto al ginocchio. Il modello base del tailleur Chanel faceva capo alla funzionalità, prevedeva solo l’abbinamento con camicia rigorosamente bianca ed era lavorato in maglia, tweed, seta o velluto. La sua storia d’amore con il tweed, nasce nel 1924 quando a Londra da Hug Grosvenor, secondo Duca di Westminster, scoprì i requisiti del tessuto, ma solo nel 1954 riuscì a realizzare quello che oggi è il marchio di fabbrica della Maison Chanel: il tailleur in tweed. Il tailleur degli anni Cinquanta era composto da tre pezzi: giacca-cardigan recinta da orpelli come catene e bottoni dorati, gonna lunga fino al ginocchio e una camicia il cui tessuto era coordinato a quello interno del tailleur. Quel rivoluzionario modo di intendere la silhouette femminile, presagiva già l’immortalità stilistica del tailleur.
3) Il tailleur bar di Christian Dior: Siamo nel 1947, quando Christian Dior lancia la prima collezione chiamata “Corolle”. Una figura femminile del tutto innovativa: niente spalle quadrate, tacchi ortopedici o gonne tese del tempo di guerra. Questi anni bui scatenarono nel designer la voglia di rinnovamento cercato però in elementi tipici del passato: la bellezza scolpita, fatta di costrizioni come la guepière, le stecche di balena, lo stringivita e le fodere di tulle rigido in organza per sostenere i parecchi metri delle gonne plissé. Simbolo della nascita del New Look, fu quello che oggi è il capo iconico della Maison Dior: il tailleur bar, rielaborato da John Galliano con una collezione di giacche e poi (attualmente) da Raf Simons , fresco di nomina nella Maison parigina. La giacca bar oggi è una vera e propria tendenza, grazie alla sua linea iperfemminile, si adatta a qualsiasi look. Una delle rielaborazioni più recenti vede la silhouette della giacca bar mixata alle onde del peplum dress.
4) Il tailleur pantalone: Il tailleur avendo in sé elementi stilistici maschili, subisce il fascino dell’androginia . Intorno agli anni 40, infatti, era ancora sulla cresta dell’onda, e divenne il provocatorio travestimento per molte dive del cinema. Marlene Dietrich fu la prima a indossare giacca e pantalone in pubblico, osando uno stile androgino e austero. A portare sulla strada del successo il tailleur pantalone, fu Yves Saint Laurent nel 1966 che lanciò lo smoking da donna indossato da Penelope Tree e fotografato da Richard Avedon. L’onda funky degli anni 70 rende però il tailleur pantalone meno serioso; le stampe abbondano e i materiali usati per realizzarlo sono perlopiù velluto e patchwork. La seconda metà degli anni 70 vede un ritorno al passato nello stile del tailleur pantalone grazie a Giorgio Armani che porta la donna a riconsiderare l’abbigliamento maschile più classico. Il tailleur diventa il capo cult della Maison Armani, delineando così l’intenzione del couturier: portare sotto i riflettori una donna sicura del ruolo acquisito con fatica. L’opulenza degli anni 80 creò uno spartiacque piuttosto ampio che portò i giapponesi a sperimentare una nuova idea di femminilità. Rey Kawakubo e Yoji Yamamoto furono i precursori di un approccio alla sartoria del tutto inusuale: pantaloni, giacche, camicie bianche, bretelle e frac per la donna, tutto abbinato in modo originale e confezionato con tessuti particolari. Gli anni 80 furono anche gli anni delle donne di Jean Paul Gaultier, che vestivano fedelmente il guardaroba maschile: abiti gessati nelle varianti colori del marrone, del grigio e del blu, azzardando il confine tra i due generi con la gonna pantalone indossata dall’uomo. L’ambiguità esibita nell’abbigliamento degli anni 80, era rintracciabile anche nelle star della musica: da David Bowie in Ziggy Stardust a Debbie Harry, leader dei Blondie, in Sunday Girl fino a Madonna in Express Yourself. Con gli anni 90 la moda maschile diventò una vera e propria tendenza: da Dolce&Gabbana a Junya Watanabe, furono ripresi gli elementi maschili dal punk e dal military style, mescolando il tutto per un’immagine più d’avanguardia.
5) Tailleur on catwalk: L’inossidabile coppia giacca-gonna oppure pantalone, trova nuove interpretazioni sulle passerelle grazie all’inventiva di designer come Jonny Johansson per Acne , che pensa al tailleur pantalone per l’a/i 2012-2013 sempre con il tocco street tipico del brand. Tailleur pantalone anche per Aquilano.Rimondi e Balmain: i primi lo realizzano ispirati dalla couture anni 70, il secondo, invece, si avvale di sofisticati incroci di perle su velluto per enfatizzare l’attitude della sua donna. Giacca con collo alla coreana, guanti in pelle e gonna pencil, è la prospettiva femminile che Bottega Veneta dona al suo tailleur per questo autunno/inverno; Bill Gaytten per Dior rilegge il tailleur bar e propone la giacca bar con la gonna pencil. La primavera-estate 2013 l’accoppiata giacca-gonna è prediletta da marchi come Balenciaga che porta in passerella il tailleur in tweed con minigonna e top abbinato sotto la giacca, Calvin Klein con il completo giacca e gonna pencil abbinati nel contrasto dei tessuti e Raf Simons per Dior che allunga la giacca bar e accorcia e stringe la gonna. Il tailleur pantalone trova la sua celebrazione nella collezione di DKNY, che lo realizza in total white con camicia sexy che lascia intravedere la pelle, nell’affascinante passerella luxury di Frida Giannini per Gucci e, come di consueto, nella sofisticata donna firmata Giorgio Armani.
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