Le borse extraterrestri di Simone Rainer
Dall'ossesione per il triangolo, simbolo di perfezione, all'artigianalità italiana. Due chiacchiere con il designer
Simone Rainer nasce nel 1985 a Vipiteno, tra le montagne. Si trasferisce a Milano nel 2004 dove frequenta un corso di modellistica e sartoria, nel 2009 incontrerà per la prima volta quella che si rivelerà la sua vera passione: la pelletteria.
Dopo svariate esperienze, nel 2011 nasce l'omonimo brand in cui convergono aspetti e interessi differenti. Dall'attenzione alle proporzioni e alle forme geometriche - il triangolo come simbolo di perfezione è il fil rouge di tutte le sue collezioni, mentre pentagono e cerchio trovano spazio nel logo - all'interesse per la scienza e, naturalmente, la tradizione italiana per i pellami.
Abbiamo chiesto a Simone di raccontarci la nuova collezione e tutto quello che ci ruota attorno.
Raccontaci un po’ della tua nuova collezione: quali sono le ispirazioni e le influenze principali?
La mia nuova collezione è un mix tra un rigoroso e grafico bianco/nero con una voglia di superfici metalliche argento e antracite. L’unico spazio dato al colore è preso da un metallizzato rame, quasi fosse un rosato vezzo femminile.
Voglia di pulizia, decisa senza vie di mezzo e fronzoli. Il tutto ammicca a un mondo extraterrestre e spaziale, come se immaginassi che lì sia possibile questa sintesi di forme e superfici, lontano dalla confusione di questo mondo.
Durante lo sviluppo della collezione, appunto, mi sono imbattuto in immagini di navicelle spaziali e avvistamenti UFO, ed ecco lo spirito che ho voluto dare alle mie nuove borse: immaginari oggetti perfetti e funzionali capaci di superare spazio e tempo.
La campagna per presentarla è molto d’impatto. In un’ipotetica scala di valori, quanto vale oggi la comunicazione del proprio brand?
La campagna è stata scattata e pensata con Francesco Petroni e l'intenzione è proprio questa: destare con gli scatti lo stesso sgomento e sensazione di sospensione che si può avere nel vedere un oggetto non ben identificato volteggiare nel cielo.
La mia ossessione per la forma del triangolo ha aiutato ad amplificare questa messinscena di avvistamenti: le forme nette e geometriche delle borse sono calate in questi paesaggi al limite con il lunare.
Tornando alla comunicazione: ad oggi è fondamentale e probabilmente occupa uno dei primi scalini nella scala delle priorità di ogni brand. Siamo bombardati da immagini e informazioni quotidianamente, riuscire a fermare l’attenzione del pubblico, anche per pochi secondi su immagini e prodotti diventa giorno dopo giorno più complicato e altrettanto necessario.
« Come marchio indipendente credo che la difficoltà maggiore sia quella di restare fedele alla propria visione di brand »
E quanto i social network come mezzo di comunicazione?
I social network hanno aperto nuove possibilità di comunicazione e soprattutto danno la possibilità di poter comunicare in maniera più diretta con il pubblico. Lo stesso pubblico diventa comunicatore a sua volta.
Quali sono le principali difficoltà che incontri come marchio indipendente?
Come marchio indipendente credo che la difficoltà maggiore sia quella di restare fedele alla propria visione di brand e prodotto, in contrapposizione con le richieste del mercato che, a loro modo, appiattiscono e portano all’omologazione. C'è poi il desiderio del pubblico e la necessità di trovare la propria collocazione nel mercato già così pieno.
Se dovessi definire la tua idea di femminilità?
La mia idea di femminilità è legata a donne decise e consapevoli, tanto quanto delicate e fragili. Semplicemente sensuali e umane in un contesto metropolitano.
Foto di Francesco Petroni
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