5 cose da sapere sul rosso
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Scoprite la storia del colore più passionale della moda
“Il rosso è il grande chiarificatore: brillante, purificatore e rivelatore. Non potrei mai stancarmi del rosso, sarebbe come stancarsi della persona che ami. Per tutta la vita ho inseguito il rosso perfetto”. Diana Vreeland
Rosso è colore per antonomasia perché segnala qualcosa di speciale: è straordinariamente attrattivo, stravagante, provocante e corrisponde all’energia in tutte le sue forme. Le sue molteplici gradazioni si traducono in una serie di valenze ambivalenti che trovano ampio spazio nell’immaginario degli stilisti. Infatti, come avete letto nell’ articolo di Diana Marian Murek , per l’A/I 2012-13 le passerelle s’infuocano di rosso scarlatto che, avvolto da un alone noir, ha come obiettivo quello di sedurre i sensi.
Ecco 5 cose da sapere sul rosso.
1) Origini e terminologia. Nella Genesi il significato attribuito al colore rosso è l’essere la scintilla da cui nasce la vita stessa. Adamo, infatti, il cui nome in ebraico significa al tempo stesso rosso e vivente, nasce da quella che l’Antico Testamento chiama adamah, ovvero l’argilla rossa, su cui Dio soffia il suo Spirito. Presente in quasi tutte le lingue arcaiche, esso è spesso usato come sinonimo di colore: in latino l’aggettivo rubeus (rosso) significa anche colorato, in spagnolo “colorado” sta per rosso, in russo la radice di rosso (krasni) e bello (krassivi) è la stessa. Nell’antico Egitto il rosso aveva valenze prevalentemente negative perché legato a Seth, uccisore di Osiride, che aveva occhi e capelli rossi. In origine, dunque, il rosso è appannaggio esclusivo della divinità e dei sacerdoti: i Greci usavano un tessuto di lana rossa ricamata (detta emerokallés) per decorare i troni degli dei; la poetessa Saffo descrisse il dio Eros come “rivestito di una clamide rossa” mentre Ovidio definisce pupurrissima la dea Afrodite. La sua accezione di regalità fu espressa anche nell’associazione con il mondo degli inferi. Concesso al popolo solo in occasioni particolari, come ad esempio il giorno delle nozze per la donna che poteva indossare un velo rosso in onore di Vesta (dea del focolare domestico), il rosso fu consacrato come il colore dell’amore. Ancora nel Rinascimento, infatti, le spose vestivano di rosso piuttosto che di bianco. Nell’alchimia il rosso simboleggia il sole e tutti gli dei della guerra, l’uomo, lo zolfo e l’oro.
2) Red lipstick. Siamo nell’epoca dei Sumeri, 2800 a.c., quando nella tomba della principessa Shub-ad fu rivenuta una piccola scatola d’oro contenente una pasta fatta di polvere rossa, olio di sesamo ed essenza di rosa, con tanto di pennellino. Nella Roma Imperiale il rossetto veniva messo anche nelle statue degli Dei durante le celebrazioni religiose, mentre gli individui preferivano il “purpurrissimum” ottenuto dal solfuro di mercurio. Dal IX al XIV secolo, il rossetto fu proibito dai perbenisti poiché le labbra rosse erano considerate simbolo di dissoluzione. Nel XVII secolo il primo “bastoncino” era una pasta semisolida a base di terra rossa (“terra di Parigi”), sopra un legnetto e seccata al sole. Fu proprio in quel periodo che la moda lo glorificò grazie alla sua funzione estetica: modificatore della forma delle labbra. Il rossetto rosso attraversò secoli sempre in bilico sul filo del proibizionismo, finché nel 1910 si affermò definitivamente come oggetto di culto grazie a Roger & Gallet che produssero il primo stick da labbra. Ottenuta la fama di strumento di seduzione solo femminile, il rossetto rosso si presenta negli anni 20 e 30 in gradazioni più scure e con bocche a forma di cuore; negli anni 40 tonalità rosso sangue e labbra notevolmente arrotondate; negli anni 50 e 60 si sfuma di fucsia, arancione e rosso lacca creando l’effetto di labbra abbondanti. Solo agli inizi del nuovo millennio Maison di moda come Chanel e Dior hanno riportato in auge il rossetto rosso concepito nella sua primordiale tonalità: il Passion n°14 di Chanel e il rouge Coco Shine, quest’ultimo ispirato alla giovinezza della couturier; Dior Addict Lipstick la linea di rossetti che si rifà all’immagine trasgressiva di Kate Moss.
3) Rosso Dior. L’amore per questo colore fu evidente sin dalle prime collezioni del designer francese, infatti, dal 1947, gli abiti presero la forma dei suoi fiori preferiti: il papavero rosso e il rosso geranio. Inconfondibile perché luminoso e raffinato, il rosso fu utilizzato da Dior per scuotere gli animi del suo pubblico e durante la presentazione dei suoi abiti, facendo nascere l’idea del “Trafalgar” (ancora oggi utilizzato per definire il make-up Dior), nome che egli attribuì a quelle collezioni così in contrasto con il grigio perla del Salone all’Avenue Montaigne. Nel 1955 nasce il rossetto Dior e nel piccolo dizionario della moda, pubblicato nel 1954 da Cassell, Christian Dior dice del rosso: «Molto stimolante e attraente, è il colore della vita. Amo il rosso e, a mio parere, funziona con qualsiasi tono di pelle. Rosso scarlatto, rosso lucido, rosso inglese, cremisi o ciliegio, ce n’è uno per tutti e se non si vuole un abito rosso si può usare un cappello rosso che abbinato dà un grande effetto (...)». Oggi il rosso Dior rivive nella collezione di Haute Couture creata da Raf Simons , nuovo art director della Maison.
4) Rosso Valentino. Fin da piccolo Valentino, all’anagrafe Valentino Garavani, manifesta un’idea dello stile e dell’eleganza innata. Già nel negozio di passamaneria di sua zia, dove passava i pomeriggi giocando con le pezze, era fortemente attratto dal colore rosso. Durante il periodo di apprendistato da Jean Dessès a Parigi, andò all’Opera di Barcellona e rimase notevolmente colpito, quasi folgorato, dai costumi di scena tutti rossi: «Capii in quel momento che dopo il bianco e il nero, non esiste colore più bello» – disse. Da quel momento il rosso fu il mattatore della sua tavolozza, imitato da molti altri colleghi in seguito. Mischiando 0% ciano, 100% magenta, 100% giallo, 10% di nero, si ottiene il rosso Valentino: una nuance carica di sensualità che ancora oggi è prontamente riconoscibile dai cultori della moda e REDValentino è il nome della seconda linea della Maison dedicata ad un pubblico più giovane.
5) Le fil rouge sulle passerelle. Le proposte degli stilisti per l’a/i 2012-13 sembrano affermare il rosso, nelle sue sfumature, come colore dell’anno. Acne sceglie il rosso sangue di bue su tessuti lucidi, Alexander Wang predilige un rosso molto scuro che su tessuto lucido produce sfumature diverse; rosso carminio invece per il coat di Blugirl e rosso ibisco il total look Cacharel. A seguire Christian Dior con un abito rosso fiammante, degno del rosso Dior, Christopher Kane sceglie il two-tone a contrasto con il rosso sangue e il rubino, Comme des Garçons e il rosso carminio del suo coat tridimensionale. Anche la p/e 2013 si tinge di rosso: Sarah Burton per Alexander McQueen disegna un abito corolla in rosso fiammante, Costume National che propone un tailleur rosso sangue con revers fucsia; fil rouge anche per Lacoste e per l’abito lungo di Valentino che rivede il colore della Maison in rosso noir. Sportivo ma glamour il total look rosso opaco di Micheal Kors, Miuccia Prada per Miu Miu sceglie un rosso ciliegia per pelliccia e rosso sangue su tessuto lucido per la pencil skirt, mentre Moschino realizza un abito two-tone: fondo rosso e profili bianchi.
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