Louis Vuitton Speedy: la storia di un mito
Vi siete mai chiesti la storia dietro al bauletto più celebre della moda?
Qual è il primo accessorio che vi viene in mente pensando a Louis Vuitton? Il bauletto, chiaramente.
Conosciuto anche con il suo nome proprio, Speedy, è sul mercato in quattro dimensioni diverse, si parte dalla 25 e si arriva alla 40 (borsone da viaggio vero e proprio).
Numerose anche le rivisitazioni dei pellami e delle collaborazioni svolte negli ultimi 80 anni - ebbene sì, l'icona ha la bellezza di 80 anni. Nella gallery trovate alcuni dei modelli must have in commercio.
Le versioni del bauletto Louis Vuitton must have
...
LA STORIA DIETRO IL MITO
Ma cosa sappiamo esattamente di questa borsa diventata cult per intere generazioni?
Nata negli anni 30, è inizialmente pensata come versione ridotta della sacca Keepall con cui Louis Vuitton sbarca nel mondo della valigeria. Parliamo del primo pezzo nella storia a essere sia ripiegabile che impermeabile. Una vera e propria rivoluzione.
Dai primi viaggi in auto alle lunghe tratte in treno, tutte le signore e signorine più eleganti dei primi del 900 scelgono Louis Vuitton e le sue borse di classe.
La tela monogram, la più riconosciuta su larga scala - parliamo di quella che viene spesso scambiata, erroneamente, per pelle -, è stata pensata appositamente per il bauletto, il quale viene realizzato esattamente come lo conosciamo oggi nel 1859.
TRE NOMI PER LA STESSA BORSA
Inizialmente il nome previsto non è Speedy ma Express, viene cambiato in corsa per sottolineare il nuovo modo di viaggiare della società, sempre più veloce e orientato verso il futuro.
Da molti è riconosciuto anche come Vernet, in omaggio a una strada adiacente alla casa di Monsieur Louis Vuitton, a Parigi.
IL PRIMO AMORE DI AUDREY HEPBURN
Il successo su scala globale arriva negli anni 60 quando il bauletto diventa la borsa da viaggio per eccellenza, il modello a cui ispirarsi, l’accessorio da avere. Una giovane Audrey Hepburn se ne innamora perdutamente e nel 65 richiede al brand una versione personalizzata, leggermente più piccola di quella in commercio ai tempi (30 centimetri). Nasce così il modello più ridotto, lo Speedy 25.
QUEI DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA
Ogni singolo punto delle borse Louis Vuitton è studiato nei minimi dettagli e fedelmente cucito e realizzato a mano. Solo per realizzare il manico Toron – dal latino Torus, piccola corda) occorrono ben 18 fasi. Lo stesso manico acquisisce, con il trascorrere del tempo, la forma della mano, adattandosi al portamento.
Altro segno di riconoscimento del brand, oltre al lucchetto, è la cucitura gialla, composta da fili di lino grezzo anch’essi realizzati a mano e passati successivamente nella cera.
L’operazione più delicata, invece, è quella dedicata alla tintura rossa presente sul bordo del manico. Tre passaggi in vernice e uno in lucido, con un’attenzione estrema.
Le caratteristiche per essere tra le borse più desiderate di sempre, pare, ci siano proprio tutte.
ph Credits: Louis Vuitton
© Riproduzione riservata