Louis Vuitton: il debutto di Nicolas Ghesquière
Fotogallery Louis Vuitton: il debutto di Nicolas Ghesquière
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L'attesissima collezione di Nicolas Ghesquière riprende l'atmosfera anni '60
Sulla bocca di tutti a Parigi, dal passante all'addetto ai lavori. Il debutto di Nicolas Ghesquière da Louis Vuitton fa da spartiacque tra due ere. Sulle note di "Copycat" la tensione della Cour Carré si scioglie nella prima uscita, mesi di gestazione risolti nell'eccitazione febbrile della passerella. La top model danese Freya Beha incarna un prototipo di swinging girl agile e seducente, con cappottino rigido e spiovente e lunghezze ridotte ai minimi termini. Altrove si è già visto un omaggio agli anni '60, ma la traccia seguita dalla mano nervosa e chirurgica di Ghesquière esorcizza ogni rischio di facile citazione. Inserti di tessuto, freschezza di volume, cerniere che solcano la silhouette come una promessa di erotismo trattenuto e per questo ancora più incandescente; sono solo alcuni degli espedienti qui messi in atto, così che il classico abitino da Twiggy abbia una grinta tutta contemporanea. L'effetto si deve alle pannellature luccicanti di glitter, agli accenni di jaquard floreal, senza tralasciare il virtuosismo delle gonne a plissé- le pieghettature si avvolgono su se stesse in vortici di studiata disarmonia. Gli accessori, poi; tentazioni riconoscibili e desiderabili, borse a mano in matelassé impunturato a contrasto di colore, stivaletti in coccodrilli lucido con la tomaia serrata da un groviglio di listini in cuoio, clutch come piccoli scrigni voluttuosi. Bernard Arnault sorride dalla prima fila con l'espressione di un visibile consenso. È solo l'inizio di un nuovo, folgorante percorso.
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