Cilento: cravatta d'autore
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Dal 1780, nella bottega più vecchia d'Italia, si tramanda la tradizione della vera cravatta artigianale. Storia di otto generazioni che hanno contribuito a fare grande la rinomata sartoria napoletana. Prendendo per il collo la clientela più esclusiva
Ugo Cilento al telefono è pacato e generoso di dettagli. Racconta senza fretta e con semplicità la grandezza di tutta una famiglia. Discendente diretto di quelli che in origine erano solo commercianti di sete e tessuti fini, quando la nobiltà partenopea si faceva confezionare abiti dai sarti di palazzo, rievoca nell'intervista un mondo lontano ed elegante. "Si parla del 1780, anno a cui rimonta la nascita della nostra ditta. Non esisteva neppure il concetto di pronto moda". Nel corso degli anni quella bottega di Largo San Giovanni Maggiore, traslata in seguito nello storico palazzo D'Aquino di Caramanico, capolavoro di architettura borbonica, diventa un faro d'eleganza per le personalità più esigenti e di levatura internazionale. "Il bel mondo napoletano sostava da noi prima di recarsi nel vicino teatro San Carlo. Eravamo un salotto elegante per tutta la città". E lo è tutt'ora, di fatto, perché i banconi e le vetrinette sono quelli originali di una volta e affascinano chi entra con la maestà di un museo.
Camicie e abiti di fattura squisita, scarpe e gemelli preziosi non offuscano però il vero fiore all'occhiello dei Cilento: la cravatteria. La forma più raffinata è quella della cravatta a sette pieghe. Risultato di una sorta di lavorazione origami, da farsi rigorosamente a mano, per cui si piega la seta ben sette volte prima che si possa procedere alla cucitura. La gamma si allarga poi alle cravatte sfoderate e non, nelle varianti che contemplano i pregiati tessuti della tradizione. Cachemire, tweed, vicugna. E le stampe? Sono affare di Ugo Cilento, che ha il vantaggio di potersi rifare ad un archivio sterminato. "La mia preferita è a chicco di caffè, ovvero istoriata da piccoli cerchi incisi al mezzo". Ma l'ultima parola spetta sempre al cliente, che può scegliere personalmente dal campionario. Coccolato, va da sé, da un servizio su misura premuroso ed efficiente.
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