Fotogallery Fashion Week: The London Diaries (pt.2)
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Continua la settimana della moda londinese, seguite i nostri insider alle sfilate e scoprite con noi tutte le novità
Continua la settimana della moda londinese che non sarebbe tale se la pioggia non facesse capolino. "It's London, darling!" ha risposto un distinto signore inglese alle nostre rimostranze. E dunque fuori l'ombrello e gli stivali più glamour e via verso la prossima sfilata.
La giornata di sabato è cominciata presto con l'eleganza lineare di DAKS. Gentili signorine anni '50 dalle silhouette femminili, vita sottolineata, gonna sotto al ginocchio. Bon ton estivo e voglia di spiaggia e zucchero, proprio come rappresenta perfettamente il sacchettino di candies colorate lasciato in regalo agli ospiti. Si continua con le sfilate nel pomeriggio come Emilio de la Morena e Jaeger London dove iniziano a comparire i primi vip, come l'immancabile fashionista Olivia Palermo, e l'atmosfera si scalda, purtroppo solo metaforicamente visto che a causa della pioggia la temperatura è invece scesa vertiginosamente costringendo tutti a rivedere i propri outfit dei prossimi giorni. Passare dalla grigia realtà al sogno è quello che ci vuole, e per questo è venuto in nostro aiuto John Rocha , con una collezione quasi mistica, basata sulla doppia personalità dell'anima femminile: la forza e la fragilità che convivono nello stesso corpo (e nello stesso abito). Impossibile non emozionarsi di fronte agli eccentrici copricapi che rendono le modelle selvagge, quasi dei bellissimi sciamani ricchi di magia.
Il sogno si spezza ma non del tutto con Vivienne Westowood Red Label. La signora punk della moda grida il suo "svegliatevi" cercando di sensibilizzare il pubblico sulla necessità di salvare le foreste pluviali in Amazzonia, e lo fa tramite una collezione intensa ed elegante allo stesso tempo, più vestibile e meno eccessiva del solito, se non fosse per le acconciature delle modelle, che si trasformano proprio in amazzoni pronte a salvare il proprio pianeta. Ma è Jonathan Saunders l'eroe della serata. La sua collezione che presenta abiti, jumpsuits e completi in pastelli acidi a contrasto, ha mandato in visibilio gli editor internazionali. Chapeau anche da parte nostra e via a festeggiare al suo party esclusivo.
La domenica è stata aperta in dolcezza con Mulberry, forse il brand più girlish degli ultimi anni, che ha sviluppato anche nella sua immagine una femminilità nostalgica, quasi adolescente, tutta personale. Ad attendere il pubblico c'era un camioncino dei gelati attivo e tre camerieri che distribuivano coppette e deliziose bottigliette di limonata. All'interno poi la venue era ricoperta di palloncini a forma di animale e appena entrati in front row per una volta c'erano proprio loro, gli animali, o meglio i cani, ovviamente con i loro padroni, ma possiamo assicurarvi che l'effetto è stato comunque straniante e divertentissimo. Le luci si sono spente lasciando sfilare bionde e cotonatissime Brigitte Bardot, tutte accessoriate con le nuove Bayswater (quella gialla andrà a ruba) e le borse che tutte le ragazze vorranno la prossima stagione e alcune anche provviste per l'appunto di...cane.
Nel pomeriggio ci aspetta Holly Fulton , a noi particolarmente cara perché primo New Talent di Grazia.it e non solo. Le sue stampe, che siano su pantaloni in raso ampio, minidress à la Versace o jumpsuit animalier, ci fanno impazzire. Brava Holly continua così. Da una designer emergente a un marchio invece più che consolidato, è Unique di Topshop, noto per i suoi show sempre molto spettacolari. Quest'anno il tono è sembrato un po' minore, nonostante l'oro nei capelli delle ragazze e Naomi Campbell in prima fila, ma il buffet di pies ai funghi e champagne è stato delizioso, per cui non ci lamentiamo.
Da un nome come Paul Smith invece ci si aspetta sempre il massimo e effettivamente la sua sfilata è proprio come lui, elegante, ma rilassata, precisa, ma friendly. Così uscita dopo uscita ecco che iniziamo a segnarci quello che vogliamo nel nostro guardaroba della prossima stagione: pantaloni e camicia stile pigiama, completo bianco, abito azzurro con cappello rosso.
Ma la gara per la sfilata più bella e la venue più interessante per ora l'ha vinta Matthew Williamson che è riuscito a portare tutto il fashion world alla Tate Modern, proprio sopra la celebre "Turbine Hall". Qui le sue creazioni hanno preso forma sui corpi di Anja Rubik, Abbey Lee Kershaw e le altre, davanti agli occhi di ospiti del calibro di Sienna Miller, Rachel Zoe e della stessa Wintour. Riuscirà Christopher Bailey a fare di meglio?
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