Talented youth: Nite Jewel, sinfonia femminile
Da Los Angeles a Milano, abbiamo incontrato (e fotografato) un'artista eclettica
Sotto il nome di Nite Jewel, Ramona Gonzales ha registrato quattro album in studio, di cui l’ultimo, "Real High", uscito lo scorso maggio. L'abbiamo incontrata in una calda giornata milanese, in occasione di un show privato, pochi giorni prima dell'inizio del suo tour americano che proseguirà per tutta l'estate.
Nel corso degli anni lo stile musicale di Ramona si è evoluto, senza mai uscire, però, dal circuito alternativo in cui è nato. Un processo che rispecchia la crescita dell’artista e soprattutto la presa di coscienza della sua femminilità. Le ultime canzoni riflettono anche su questo, mettendo in luce quanto possa essere complicata, ma meravigliosa, la vita di una musicista, donna, nella nostra società.
Vi invitiamo a entrare nell'universo di Nite Jewel per scoprire il suo stile - unico - e i suoi progetti nel cassetto.
Nite Jewel
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Quali sono i temi trattati in Real High, il tuo ultimo disco?
Il pezzo che dà il titolo al disco riassume bene i temi di cui ho voluto parlare: vivere è un po’ come andare sulle montagne russe, ci sono alti e tanti bassi. Ti senti ok e poi sei giù, sei innamorato e il giorno dopo ti lasci.
Per questa riflessione ti ha influenzato qualche evento particolare?
Sicuramente la vita da musicista: a volte sei sulla cresta dell’onda, poco dopo ti senti una fallita. Ma il discorso si amplia anche alla vita on the road: un giorno posi per Grazia, l’altro ti ritrovi a mangiare un toast nel bar più disgustoso della città. Sono ispirata dai contrasti, che sono poi collegati a come mi sento.
Cioè?
Per la maggior parte della mia vita mi sono sentita come un tomboy, non mi sono mai truccata e non ho mai pensato troppo a dover essere sexy a ogni costo. Poi cresci e ci rifletti: pensi a come sia complicato essere una donna nella nostra società, che spesso ti vede come un oggetto.
Ne parli in qualche pezzo in particolare?
Sì, in "When I decide (it’s alright)" che parla di quando fai entrare nella tua vita delle persone. È una tua decisione, sei tu che decidi quando è il momento giusto per iniziare una nuova amicizia o una storia o anche solo una conversazione.
Sentendo il disco ho subito pensato a Janet Jackson, l’hai ascoltata durante la lavorazione?
Per me questo è un complimento pazzesco. La ascolto da quando sono bambina e credo che "Unbreakable" sia un ottimo disco. Anche in lei rivedo il discorso degli estremi, Janet è una donna sensuale ma allo stesso tempo forte. Poi la amo perché non fa finta di essere glamour, è una tipa un po' stramba…proprio come me.
Riesci a spiegarmi il ruolo che la musica ha nella tua vita?
A 16 anni cantavo jazz e ricordo che avevo un diario dove un giorno ho appuntato la frase: “La musica è davvero la mia strada?”. Quando sei teenager senti il bisogno di dare un senso a tutte le emozioni che hai dentro. Oggi credo che la risposta sia sì: la musica è la mia strada, ne sento il bisogno. Non avrei mai pensato che le persone potessero essere interessate a Nite Jewel, il fatto che la gente mi ascolti è un dono.
Vivi a Los Angeles. Qual è il tuo posto preferito?
Quando ho bisogno di rilassarmi vado in una Spa coreana: sudo, mi rilasso e poi cammino ascoltando musica o dei podcast, al momento mi piace molto quello sulla biografia di Tracey Thorne, la voce degli Everyhing but the girl.
Quanto è importante per te l’immagine che hai sul palco?
È qualcosa a cui penso. È importante sentirsi a proprio agio. Non mi piace indossare cose pazze, ma qualcosa che mi faccia sentire comoda e bella allo stesso tempo. Per questo tour, per esempio, mi sono decolorata i capelli.
« Alla fine indosso sempre le stesse cose, tutti i giorni. »
Ti sei sempre sentita sicura di te sul palco?
No, all’inizio ero terrorizzata. Per questo indossavo sempre occhiali da sole o mi mettevo i capelli sugli occhi. Come ti dicevo non avrei mai pensato che la gente potesse interessarsi alla mia musica. Ora invece mi godo di più il palco, apprezzo di più l’atto di cantare, che vedo come un’occasione per connettere, attraverso la voce, le emozioni delle persone.
Viaggi moltissimo. Qual è la prima cosa che metti in valigia?
Le medicine, nel caso in cui dovessi ammalarmi. Dei vestiti non mi interesso, posso comprarli ovunque e farmeli prestare. Alla fine indosso sempre le stesse cose, tutti i giorni.
Cioè?
I miei jeans a vita alta li porto sempre dietro, ormai forse hanno anche uno strano odore. Poi ho un trench che a fine anno mi toccherà bruciare!
Hai un’icona?
Mi piace da impazzire Selena, una popstar messicana. Sensuale, latina, con uno stile anni ’80 vistoso, con giacche giganti e jumpsuit colorate.
Oltre alla musica cosa ti piace?
Sono una nerd con i vini, specialmente quelli che vengono da piccole cantine. E poi mi piace cucinare, soprattutto cibo messicano.
Cosa succede nei prossimi mesi?
In estate riprendo il mio tour in America, registro nuovi pezzi e lavoro a delle immagini da proiettare durante i concerti. Il prossimo autunno tornerò in Europa.
Words by Sabrina Patilli
Production: Sara Moschini e Francesca Crippa
Fotografia: Marco Mezzani
Grooming: Antonia Deffenu
A special thanks to Surfer's den
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