J.J. Martin: un visone è per sempre
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L'affascinante giornalista di moda americana ci racconta della sua passione per le pellicce. E di come anche suo marito, alla fine, si sia dovuto arrendere
L'affascinante giornalista di moda americana ci racconta della sua passione per le pellicce. E di come anche suo marito, alla fine, si sia dovuto arrendere
Quando entriamo nell'elegante appartamento milanese di J.J. Martin, fashion editor di fama internazionale, l'occhio cade sulle numerose armadiature che costeggiano il corridoio. Lei, con grande simpatia, attacca: “L'architetto ha fatto miracoli, ma poco a poco ho colonizzato anche la cantina. Mio marito, invece, deve accontentarsi di un solo armadio”. Molto spazio occupano le numerose pellicce, a partire da quelle acquistate a New York. “Mi ci sono trasferita dopo essere cresciuta a Los Angeles, che non vanta un clima particolarmente adatto ai cappotti d'astrakan. Per la prima volta, nel gelido inverno newyorkese, potevo finalmente dare sfogo alla mia passione”. Stiamo parlando degli anni '90, e J.J. precorreva una moda che sarebbe esplosa solo un decennio dopo. “Da brava studentessa squattrinata, facevo un salto nei mercatini dell'usato ogni settimana. Le mie amiche non consideravano neppure l'idea del vintage. Peccato per loro, perché si facevano ottimi affari”.
Il primo lavoro in Italia, da Costume National, fu particolarmente stimolante per la sua mania da fur. “Custodisco alcuni pezzi importanti, loro ci sanno fare con i pellami. E poi, vuoi mettere certe svendite da Valentino? Mentre le signore fanno man bassa di tailleur, io mi accaparro le migliori pellicce ad un decimo del loro prezzo”. Il segreto per indossarle senza apparire ridondanti? “Mai prendersi sul serio, meglio sfuggire a noiosi diktat. Un visone lungo con scarpe basse fa la sua gran bella figura”. Tra i modelli più preziosi, uno reca ancora il cartellino di sfilata. Vi si legge il nome di Natasha Poli. “Ma il mio preferito in assoluto l'ho lasciato in un taxi. Era un collo di Jil Sander in volpe, asimmetrico, di un blu intensissimo, per cui ho pianto per giorni. Quando Prada ha disegnato un modello nella stessa tonalità, be', è stato il rinnovarsi di un dolore”.
A questo punto J.J. si schermisce con un sorriso, ma deve proprio scappare a prepararsi. Noi la lasciamo sgattaiolare nella sua stanza, fantasticando sulla meravigliosa mise che ne verrà fuori. “Niente pelliccia, mi spiace. L'estate quest'anno non sembra finire mai”.
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