Talented youth: la musica onirica di HÅN
I sogni nel cassetto, lo stile e la musica di una giovane promessa della scena alternativa italiana
Una voce che sembra soffiata e dei suoni che richiamano atmosfere nordiche, gelide ma accoglienti. Così è la musica di HÅN, (Giulia è il suo vero nome), giovanissima promessa musicale della scena alternativa italiana che ha appena pubblicato il suo primo Ep, "The Children". Un insieme di pezzi candidati a diventare la colonna sonora giusta per gli amanti del genere.
Per conoscerla meglio, abbiamo trascorso con lei un pomeriggio milanese, tra photoshoot e chiacchiere. Scoprite cosa ci ha raccontato.
HAN
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Perché HÅN?
Volevo una parola che ricordasse le atmosfere dei paesaggi nordici, quelli che sogno spesso e che richiamano anche la mia musica, e così ho scelto HÅN, che esiste in diverse lingue nordiche con vari significati.
Quando hai iniziato ad avvicinarti alla musica?
Sono sempre stata in contatto con la musica, anche perché mio padre colleziona vinili di classica e jazz. Ho iniziato a suonare con il violino e poi ho scoperto il pop-rock. Ho scelto la musica perché è il contesto in cui mi trovo meglio: quando suono sento di essere nel posto giusto e che sto facendo una cosa buona per me.
Quanto di HÅN c’è in Giulia?
Quando suoni non puoi essere al 100% come saresti fuori dal palco, c’è sempre un aspetto performativo. Però la cosa migliore, penso, sia amplificare gli aspetti che comunque fanno parte della tua personalità e cercare di metterli sul palco.
Come descriveresti la tua musica?
Onirica, distaccata dalla quotidianità, ma con un lato anche concreto. "Intro", ad esempio, inizia con atmosfere distanti per poi finire con un beat che si avvicina sempre di più.
Tu sei una ragazza che sogna molto?
Sì. Ma più che altro sono una persona nostalgica. Ho due tatuaggi, in tedesco: uno con la parola “nostalgia”, l’altro invece con il concetto opposto, cioè proiettata verso il futuro. Sono assente nell’attuale presente.
Perché proprio il tedesco?
Studio Lingue all’università. Ho scelto questa facoltà perché sono interessata a quello che non c’è nei posti dove mi trovo io. Mi piace approfondire cose diverse.
Pensi molto all’immagine che hai sul palco?
Un po’. Sto cercando di creare qualcosa di coerente da ogni punto di vista. Nella grafica, ad esempio, mi piace girare attorno a dei colori ricorrenti, come il bianco e l’argento. O a materiali come il marmo.
« Ho uno stile grunge che però integro con cose meno oscure. »
L’argento ricorre anche nel tuo modo di truccarti?
Sì, mi piace il make-up argento, anche se non sono molto brava nel trucco, vorrei approfondire. Mi piacciono i trucchi geometrici, realizzati con solo linee nette.
La tua musica è influenzata anche da altri campi artistici, come il cinema, ad esempio?
Mi piace il cinema di Malick. In "The Tree of Life" non c’è voce narrante, capisci il concetto dall’immagine, le cose non sono esplicite. Anche i miei pezzi sono così, interpretabili a seconda della persona che li legge.
Anche nella moda hai le idee chiare?
Adoro il velluto e mi sono resa conto di indossare sempre scarpe con la suola molto alta. Ho uno stile grunge che però integro con cose meno oscure.
Chi sono le tue icone musicali?
Quando ero ragazzina adoravo Hayley Williams dei Paramore. Poi sono passata ad ammirare le stranezze di Björk e attualmente mi piace tantissimo Aurora, ha un immaginario affascinante, anche lei molto sognante.
Dato che il futuro è qualcosa a cui pensi, il tuo come lo vedi?
Vorrei esportare il più possibile la mia musica.
La sensazione più bella del fare musica qual è?
Poter creare un mondo come piace a te. Oltre alla musica, creare anche qualcosa intorno che esprime in ogni aspetto quello che ti piace.
Il tuo 2018 come sarà?
Spero sia un anno di progressi. Per ora ho fatto cose belle, vorrei che fossero sempre un po’ più belle.
Words by Sabrina Patilli
Production: Sara Moschini e Francesca Crippa
Fotografia: Paolo Colaiocco
Moda: Francesca Crippa
Grooming: Vanessa Geraci
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