Gaia: pazza per Coco
Fotogallery Gaia: pazza per Coco
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Nel nome del matelassé e della camelia. A casa di Gaia Venuti, collezionista di Chanel
Nel nome del matelassé e della camelia. A casa di Gaia Venuti, collezionista di Chanel
Sul divano scorgo subito un guanciale trapuntato in vernice, mi sembra già un indizio. "Ma no, è solo un caso" mi assicura con un risolino Gaia, che possiede a Milano un negozietto di abiti vintage. Fattore non secondario per alimentare la sua sua passione. "Chanel è un'istituzione superiore alle mode del momento. La 2.55 sorpassa qualsiasi proposta stagionale in fatto di borse, non ti annoia mai". Come già altre volte è capitato nel corso delle nostre interviste, anche qui la mamma ci ha messo lo zampino. "È stata lei a trasmettermi l'idolatria assoluta per la doppia C, mi ha fatto dono di alcuni pezzi. Il gusto degli accessori invece si è distillato in me grazie a mio padre, che produceva calzature. Sono cresciuta tra i suoi campionari è già da piccola catalogavo le scarpe con cartiglio della collezione e dell'anno di acquisto".
Le chiediamo dove si fanno gli affari migliori. "Scordatevi i miei posti segreti, non ve li svelerò mai. È essenziale, poi, coccolarsi le vecchiette. Vengono a trovarmi ai mercatini dell'usato, cercando di vendermi modelli talvolta di grande valore. Io ascolto le storie sui loro nipoti, ci esco a prendere un tè, faccio loro una corte estrema. Funziona così". A questo punto del discorso siamo pronti perché ci mostri la chicca della raccolta. È una tracollina in matelassé, borchiata, prodotta al di sotto dei cinquanta pezzi. Ce l'ha anche Kate Moss. "È stato un bel colpaccio, ma sono ancora alla disperata ricerca del bearbrick di Lagerfeld . Lo regalavano solo alle superclienti, come me. Vedrete che ce la farò". Intanto Gaia pensa alla nuova avventura che partirà a settembre. "Uno spazio milanese, dedicato alle donne e al vintage. E anche a madame Coco, ovviamente". Aspetteremo, curiosi di goderci la sorpresa.
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