Cinque minuti con Albino
Conversazione molto personale con Albino D'Amato, direttore creativo del brand Albino
«Una filosofia sartoriale rispettosa dell'eleganza e impermeabile alle derive grunge della moda "giovane"». Questo è il paradigma stilistico di Albino, brand nato nel 2004 dalla creatività di Albino D'Amato, designer formatosi a Parigi, un architetto prestato alla moda.
Una moda, quella di Albino, contemporanea nella pulizia del design, futuristica nella concezione astratta della femminilità e rispettosa della qualità di fattura, fatta soprattutto di stoffe corpose, modellate attraverso il virtuosismo di arricciature, zip, tagli al vivo e nodi. Un mix perfetto di sartorialità, frutto dell'esperienza e dalla perizia del Made in Italy, e di allure tutto francese, retaggio degli anni che Albino D'Amato ha trascorso a Parigi.
Noi di Grazia.it l'abbiamo incontrato per parlare sì di moda, ma cne molto di lui, dei suoi inizi, della sua vita privata, i suoi oggetti del cuore e molto altro...
Il designer è una persona che…
È una persona che cerca di far diventare realtà delle idee.
Da architetto a stilista
Ho iniziato a studiare architettura perché ho seguito il lavoro di mio padre che è architetto ma il mio sogno nel cassetto è sempre stato quello di fare la moda anche quando ero ragazzino… soltanto che nella mia famiglia, molto tradizionale, non era visto di buon occhio. Per questo ho cominciato a studiare architettura ma quando ho capito che dovevo fare quello che volevo ho lasciato tutto, sono andato a Parigi dove ho cominciato a studiare moda e ho cominciato a lavorare.
Lo stile di Albino in un “motto”:
Architettonico
Il “capo-simbolo” della nuova collezione
Ci sono diversi capi perché il concetto della nuova collezione è mescolare tanti stili diversi, tante forme differenti legandosi all’idea di un artista degli anni 50. Ci sono due capi simbolo, uno è l’abito voluminoso e asimmetrico, l’altro invece è il cappottino a bozzolo.
Un consiglio per i giovani emergenti
Avere le idee ben chiare. Andare avanti senza fermarsi alle prime difficoltà e crederci fino in fondo perché alla fine i risultati arrivano.
Il trend della prossima stagione
Penso che è un po’ di tempo che ogni designer, da quello piccolino, emergente al label establish sta proponendo quello che è il suo dna. Cerca di creare qualcosa che sia unico e che non segua delle correnti ben precise. Questo penso sia un concetto moderno che fa un po’ invecchiare il concetto del trend.
Aboliamo da guardaroba…
I leggins
Il colore della gioia
Sicuramente… il giallo
Cinque oggetti importanti per te
Un vecchio pantografo: ricordo dei miei studi, è quello che usava mio padre e che mi sono portato dietro in tutti i miei spostamenti.
Una racchetta da tennis, quella con cui gioco adesso e quella che usavo da ragazzino.
Il trofeo “Divas”, il nome è un po’ il contrario di quello che sono io, che sono discreto, restio al social
Un corno! Essendo io napoletano non può mancare il rito scaramantico di toccare il corno… ad esempio prima della sfilata. L’altro corno porta fortuna è finlandese, me l’ha regalato mio fratello che vive a Helsinki. Ho voluto unire le due cose, dall’estremo sud dell’Europa all’estremo nord.
Un modellino di FIAT 500, legata alla mia grande passione, ho studiato design delle automobili a Torino e sono rimasto affezionato alla FIAT 500. Mia mamma ne possiede una proprio come questa, di questo colore, io ho comprato quella nuova e ne ho anche un’altra d’epoca rossa. E’ un’automobile che mi ricorda sia l’infanzia, i miei studi e la mia passione per le automobili.
Un portafortuna cinese: mi lega ai viaggi, dono di un personaggio abbastanza importante in Cina. Una persona molto simpatica, molto semplice che mi ha fatto scoprire questo paese, era la prima volta che ci andavo e prima di andare via mi ha regalato questa rana.
Lo stilista a cui ti ispiri
Sicuramente Cristobal Balenciaga
Made in Italy, una definizione possibile?
Il made in Italy è tutta una filosofia della cultura della moda, legata proprio al prodotto, alla sartorialità, ai tessuti. Tutto quello che evoca il simbolo MADE IN ITALY è il background di grande artigianalità, una peculiarità che abbiamo soltanto qui in Italia.
Il tessuto che ti da più emozione
Sicuramente il tessuto che più mi emoziona è quello che non riesco mai a vendere che è il gazar. Un tessuto molto rigido, di seta con cui posso creare qualsiasi tipo di forma architettonica perché mantiene sempre questa forma rotonda, voluminosa, piena. Prende anche molto bene i colori però è un tessuto più da guardare e da lavorare che da indossare.
Se dico eleganza tu dici…
Un’attitudine. Dal camminare, dal sorridere alle persone, è legato a tutto un modo di comportarsi.
Il personaggio storico che voresti vestire
Caterina Dei Medici, mi ha sempre intrigato molto, un po’ per questo suo lato oscuro, anche un po’ macabro
L’oggetto da cui non ti separi mai
L’iPod, quando disegno mi piace avere, sentire, ascoltare la musica.
Il profumo che indossi
Infusion D'Homme di Prada
Mare o Montagna
Mare
Il tuo piatto preferito
La parmigiana di melanzane
Quale capo PE 2012 mi faresti indossare?
Un abito realizzato nel mio tessuto preferito, il gazar, uno dei pezzi forti dell’ultima sfilata, con questa stampa ripresa dalle ali delle farfalle.
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