American Pastoral: ritratto per immagini - e stili - di cinquant’anni di storia americana
Dalle vibranti speranze del secondo dopoguerra ai contrasti degli anni ‘70, American Pastoral percorre anche le transizioni della moda
Una storia che spazia attraverso uno dei periodi di cambiamento più vertiginosi della vita americana – dalle vibranti speranze del dopoguerra e la conformità dei tardi anni ’40 agli esplosivi subbugli e gli effetti dirompenti degli anni ’70 - ma anche una vicenda familiare, incentrata sul rapporto padre-figlia. Ewan McGregor, alla sua prima prova come regista, porta sul grande schermo American Pastoral, il romanzo cult di Philip Roth che ha vinto il premio Pulitzer nel 1997.
13 anni di lavoro si celano dietro questa pellicola, che vede protagonista lo stesso attore-regista nei panni di Seymour Levov detto "lo Svedese", un uomo che dalla vita ha avuto tutto. Ma il cui mondo pian piano va in pezzi quando la figlia compie un attacco terroristico per protesta contro la guerra del Vietnam.
Ai radicali cambiamenti di vita dello Svedese durante il susseguirsi dei decenni si accompagna un’eco visiva altrettanto mutevole: la tavolozza di colori vibranti delle scenografie così come quella degli abiti - affidati alla costumista Lindsay Ann McKay - che domina l’inizio del film, diviene meno netta con lo svanire del ”sogno americano”.
American Pastoral: lo stile vintage dei protagonisti e le nostre proposte ispirate alla pellicola
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«Mi è piaciuto molto lavorare con Lindsay» dice McGregor. «Per me era importante che il film arrivasse in modo immediato. Lindsay è riuscita a farlo attraverso i costumi. Sono assolutamente corretti per il periodo storico e sono molto realistici».
Tutti i capi sono stati realizzati dalla stessa costumista o acquistati nei negozi vintage di Pittsburgh.
Grande attenzione è stata riservata ai tagli, alla qualità dei tessuti, ma anche ai dettagli: «Adoro tutti gli accessori, i cappelli, i guanti» afferma McKay. «Mi è piaciuto avere la possibilità di prestare attenzione ai piccoli dettagli che ritengo si siano persi nell’abbigliamento moderno».
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