Trova l’errore
Da New York la mia amica Valentina m’invia un messaggio furibondo: “Bersani, Alfano, Ingroia, Grillo, Monti: tutti uomini. Le donne in Italia esistono e lavorano, perché il mondo politico non se ne accorge? Del resto il nuovo governo Obama è uguale: maschi, bianchi e vecchi (a parte lui)!”.
Da New York la mia amica Valentina m’invia un messaggio furibondo: “Bersani, Alfano, Ingroia, Grillo, Monti: tutti uomini. Le donne in Italia esistono e lavorano, perché il mondo politico non se ne accorge? Del resto il nuovo governo Obama è uguale: maschi, bianchi e vecchi (a parte lui)!”.
Arrivano le campagne elettorali e c’è il deserto: nessuna candidata premier, poche donne nei dibattiti politici se non quando vengono invitate in quanto donne.
Mi domando dove sia l’errore. Gli uomini cattivoni non ci vogliono? In ogni caso perché mai dovrebbero mettersi da parte per favorirci?
Loro corrono per vincere e sconfiggere l’avversario, femmina o maschio che sia, non per fare beneficenza. Eppure i candidati premier citano le quote.
Il segretario del PD, Pier Luigi Bersani, promette un governo con il 40 per cento di donne.
Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, addirittura il 55 per cento di signore in Parlamento.
Allora forse siamo noi non interessate alla politica?
Non credo proprio. Penso invece che la colpa sia del “tempo macho”, una competizione tagliata più per la vita degli uomini che per la nostra.
Mi è rimasta impressa la frase di Axelle Lemaire, trentenne deputata socialista francese: «Faccio politica per migliorare la vita degli altri, non per peggiorare la mia» ha detto, e rifiutato un ministero perché troppo indaffarata con i figli.
Ecco, questo un uomo non lo farebbe mai. Ovvio: loro hanno le mogli.
Noi al massimo le baby sitter.
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