Rihanna: «Scusate se vi ho fatto aspettare»
Un album pubblicato a sorpresa dopo tre anni, un ruolo da protagonista alla settimana della moda di New York e un bacio di Leonardo DiCaprio. la popstar è tornata, decisa a far parlare di sé. Grazia l’ha incontrata
Rihanna è una di quelle popstar a cui piace farsi aspettare. È quello che ho pensato mentre l’ho attesa per più di un’ora al Mandarin Oriental di New York. Ed è quello che in fondo abbiamo pensato tutti quando la scorsa settimana ha pubblicato gratuitamente sulla piattaforma digitale Tidal, Anti, l’album che doveva arrivare da più di tre anni e che, così si dice, sia finito online prima del tempo per errore. In poche ore il singolo Work, cantato con il rapper Drake, ha conquistato il primo posto nella classifica di iTunes di 90 Paesi, Italia compresa. Sembra quindi che Rihanna, la ragazza che sa farsi aspettare, abbia avuto ragione anche stavolta. Anche se Anti non è il solito album, anche se la critica, al primo ascolto, non l’ha apprezzato tantissimo. Prepariamoci comunque a veder salire ancora i suoi numeri impressionanti: 60 milioni di copie vendute con i suoi album e 5,5 miliardi di visualizzazioni dei suoi video su YouTube.
Quando finalmente arriva, Rihanna è vestita di bianco, abito di Simone Rocha, scarpe basse, passo rilassato, capelli tirati indietro a coda di cavallo. La star sorride a tutti e mette sopra la testa gli occhiali da vista. Per rompere il ghiaccio le mostro una copia di Grazia. Lei sfoglia il numero e, mostrandolo a una sua assistente, dice: «Grazia! Voglio esserci anch’io». Siamo qui apposta, le dico.
La popstar, che si esibirà il 13 luglio allo Stadio San Siro di Milano, ha un rapporto speciale anche con la moda: il 12 febbraio sarà alla fashion week di New York, stavolta in qualità di direttore creativo del marchio Puma, per presentare la sua nuova collezione. In fondo è una delle icone dello stile più contese: ha lanciato cinque profumi, realizzato due capsule collection con Giorgio Armani, collaborato con il marchio River Island e posato per la campagna Secret Garden di Dior. Come se non bastasse questo a far parlare di lei, nei giorni scorsi la foto di un bacio scambiato con l’attore Leonardo DiCaprio, da poco tornato single, ha alimentato le voci su una loro relazione. Possibile? Glielo chiederò.
In questi mesi è stata impegnatissima, d’accordo, ma perché il suo album è uscito a così tanta distanza dal precedente?
«Volevo un lavoro rappresentativo della mia evoluzione artistica. In questi anni è successo molto, ho visto tante cose, incontrato persone incredibili: sono una donna diversa. Desideravo realizzare brani senza tempo, che voglio riuscire a cantare anche tra 10-15 anni. Alcuni miei successi del passato non li sento più attuali e mi fa fatica interpretarli dal vivo. In un certo senso, non mi rappresentano più».
Una volta ha detto che il potere delle melodie è anche quello di fare piangere. A lei capita spesso?
«Certo, la musica mi ha sempre aiutato a sentire le mie emozioni. E so che è così per tutti, non devi essere un artista per capirlo. Quello che scrivo e che canto nasce per trasmettere un senso di benessere».
È stato pubblicato addirittura uno studio scientifico, della Northwestern University, secondo il quale i bambini che ascoltano la sua musica dopo un’operazione sentono meno dolore. Lei ci crede?
«Trovo che sia una splendida notizia. Mi piacciono molto i bambini e sono felice di sapere che, anche indirettamente, le mie canzoni possano aiutarli. Certo, un brano da solo non basta: per i piccoli, soprattutto quelli in difficoltà, bisogna fare molto di più».
La sua miglior qualità è la generosità?
«Forse lo è di più l’immaginazione. Ho una grande fantasia, che mi è di grande aiuto nelle attività creative che svolgo: che si tratti di scrivere una canzone, lavorare nella moda o altro. Per esempio, quando ho fatto la doppiatrice per il film Home (lo scorso anno, ndr) è stato come disegnare un mondo nella mia testa e poi rappresentarlo a parole. Immagini qualcosa e lo costruisci partendo dalle tue emozioni».
Giochiamo con l’immaginazione, allora. Ci riporti a Barbados, dove è nata, e ci racconti come ha realizzato il suo sogno di diventare una popstar.
«Da bambina volevo sempre cantare. A casa, a scuola, in spiaggia. Una volta incontrai una ragazza americana che mi disse che suo marito era il produttore Evan Rogers. Sono andata con lei in albergo a conoscerlo e ho cantato un paio di brani, tra cui Hero di Mariah Carey. Così lui ha pagato il mio primo viaggio a New York con mia mamma e abbiamo fatto le prime prove. Avevo 15 anni, frequentavo ancora la scuola e potevo registrare solo nei periodi di vacanza. Ma un anno dopo, nel 2005, avevamo già prodotto il primo singolo».
La canzone Pon De Replay?
«Esatto».
E il resto è storia. Dopo i successi nel mondo della musica ha conquistato anche quello della moda. Mi spiega che connessione c’è tra i due mondi?
«La moda è solo un altro modo che ho di esprimere quello che sento. Senza non sarei del tutto me stessa».
In un’intervista, quando le hanno chiesto che cosa sarebbe oggi se non fosse una cantante, lei ha risposto: «Una moglie». Ha fatto dei piani in merito?
«Eh... Eh...», (Rihanna ride di gusto. È bello sentirla ridere. Ma questa volta non mi risponde).
Allora le faccio un’altra domanda. Com’è l’uomo ideale per lei?
«Se qualcuno riuscisse a stare dietro alla mia agenda di questi mesi senza spaventarsi, be’ avrebbe delle possibilità con me. La verità è che ho pochissimo tempo da offrire a un uomo in questa fase della mia vita e penso che non sia nemmeno corretto tirare dentro qualcuno in questo vortice e costringerlo a seguirmi».
Facciamo un tentativo lo stesso. Come si vedrebbe, per esempio, come Rihanna DiCaprio?
«Non credete a quello che leggete in Rete o sui giornali di gossip. Leonardo DiCaprio è un amico e spesso dice che mi vorrebbe in un suo film. Anche perché quello sarebbe l’unico modo per passare un po’ di tempo insieme».
Nonostante tutti i suoi impegni, lei è davvero felice?
«Certo che lo sono. Mi sto divertendo troppo in questo periodo, anche se devo rimettermi in forma. Ho mangiato troppa pasta di recente. Solo da poco ho ripreso ad allenarmi e a nutrirmi in maniera più sana».
Come fa? Ho letto che lei odia la verdura.
«La detesto, è vero, ma sto imparando a introdurla un po’ alla volta nella mia alimentazione. Così mi sento meglio e posso affrontare i passaggi obbligati della mia carriera: il momento del disco, poi quello dei video, i tour dal vivo. Bisogna essere in forma per farcela».
A lei la determinazione non sembra mancare. Nei mesi scorsi l’ho vista anche nuotare tra gli squali.
«Quello è stato un servizio fotografico memorabile. Mi sono divertita ed è stata un’esperienza unica. Tutto quello che faccio, in fondo, nasce per mostrare il mio lato coraggioso e creativo».
Una volta non era così, ma oggi coraggio e creatività sono due caratteristiche considerate molto femminili.
«Sì, ma quello che preferisco di noi donne è la forza. Abbiamo fatto tante conquiste e ormai ogni obiettivo è alla nostra portata. Mia madre era una donna forte, mia nonna lo stesso: sono loro i modelli che mi ispirano».
Ma gli uomini riescono ad accettare donne così decise?
«Io penso che più rispettiamo noi stesse, più i maschi sapranno rispettarci. Ma dobbiamo essere noi le prime a esserne convinte».
Che donna è diventata la 15enne di Barbados?
«Una molto determinata. Vivo la mia carriera con passione, ma continuo a tenere nel cuore la famiglia da cui vengo. Un lato infantile mi è rimasto: basta un palloncino in una stanza per farmi tornare all’infanzia. Allora la musica era il mio sogno, speravo di poter cantare ed essere ascoltata in tutto il mondo: quando ci penso, mi dico che era davvero un sogno enorme per una bambina così piccola. Ma ci ho creduto così tanto che poi si è realizzato».
Le manca Barbados?
«Molto, soprattutto in estate. È un piccolo scoglio di paradiso, se potessi, vivrei ancora lì».
È lì “casa” per lei?
«Casa è ovunque mi senta al sicuro. Quando sono in tour, per esempio, vivo in autobus e non mi manca nulla».
Non solo bus, però. Lei è stata anche al palazzo di Versailles, in Francia, per posare per la campagna Secret Garden IV di Dior. È stata la prima donna di colore scelta per questo dalla maison.
«È stata un’esperienza che mi ha portato in un mondo di eleganza senza tempo, che mi ha fatta sentire speciale. E non in quanto donna di colore, ma in quanto donna e basta. A un certo punto ci siamo sdraiati tutti sui divani per ammirare i soffitti affrescati: è stato indimenticabile».
Un anno fa, però, alla settimana della moda di Parigi è stata criticata per aver sfoggiato troppo spesso i jeans. Sono lontani quei tempi?
«Forse, ma non mi sono curata molto di quei giudizi».
Che cosa la mette di buon umore, invece?
«Uscire, viaggiare, fare esperienze nuove. Siamo nati per esplorare, no?».
© Riproduzione riservata