Per gli occhi da gatta è considerata la nuova Angelina Jolie. Ora l’attrice Olivia Wilde mostra il suo lato ironico in un film di Natale. E a Grazia racconta quello che insegna a suo figlio e quello che gli terrà nascosto. Per esempio la serie tv con il re della trasgressione, Mick Jagger
Quando risponde alle domande, non è una ragazza che fa giri di parole. Eppure, appena la vedi, pensi un’altra cosa: «È bellissima». Ha prodotto lo stesso effetto su milioni di spettatori nel film che l’ha resa famosa, Rush, dove era la moglie del pilota di Formula Uno James Hunt. Assomiglia ad Angelina Jolie e ti illudi che non sia necessario che Olivia Wilde, 31 anni, sia anche una donna interessante: quelle gambe lunghe, i grandi occhi verdi, la pelle e i denti perfetti potrebbero bastare. Però, appena inizia a raccontarti di suo figlio Otis, che ha un anno, del compagno, l’attore Jason Sudeikis, incontrato dopo il divorzio dal regista e principe italiano Tao Ruspoli, e della sua visione del mondo, scopri di ascoltare una ragazza con tante qualità.
La scusa per cui parlo con lei è il suo ruolo di protagonista in Natale all’improvviso, un film, ora nelle sale, diretto da Jessie Nelson e con un cast stellare: Diane Keaton, John Goodman, Amanda Seyfried e Marisa Tomei. La storia racconta come le feste di fine anno possano trasformarsi in un inferno. E Olivia è Eleanor, una sceneggiatrice che, pur di non dire ai suoi cari che è di nuovo single, porta a casa uno sconosciuto, interpretato da Jake Lacy. L’anno prossimo, invece, vedremo l’attrice in Vynil, l’attesissima serie della Hbo diretta da Martin Scorsese e prodotta, tra gli altri, dalla rockstar Mick Jagger.
Il suo nuovo film mostra quanto il Natale possa tirar fuori la follia di ciascuno di noi: perché le feste scatenano tanti conflitti?
«Il Natale è un giorno nel quale si radunano molte persone che di solito non si incontrano per mesi. C’è la pressione di fare regali azzeccati e domande del tipo: “Che cosa hai combinato quest’anno?”. Se si aggiunge l’assurda pretesa di dover essere felici a tutti i costi, come fa a essere un bel momento? È naturale che si scateni l’ansia da prestazione: tutti devono dare una versione idealizzata di sé».
Lei è Eleanor, e convince uno sconosciuto, Joe, incontrato all’aeroporto, a seguirla a casa con questa frase: «So che non mi conosci e non sai neanche se ti piaccio. Ma diventa il mio fidanzato, solo per stanotte!». Si riconosce in lei?
«Eleanor è una donna complessa in cui non mi ritrovo per niente: incasinata, emotiva, una bambina mai cresciuta. È rimasta una cocca di papà in competizione con la madre: per questo non si è sposata e non va avanti nella vita».
Non deve essere facile recitare una parte così.
«È stata una sfida. Però mi sono relazionata con la parte di Eleanor che ha commesso errori e ha imparato da questi: diventerà finalmente onesta con sé stessa».
Che cos’è per lei la famiglia?
«Penso che, paradossalmente, sia il luogo in cui puoi essere completamente te stessa, e in cui gli altri ti devono accettare per come sei. La grande differenza tra la famiglia e gli amici è che, con la prima, non puoi nasconderti: i membri del tuo clan ti conoscono meglio di chiunque altro».
Ho sentito dire che tra attori del cast avete praticamente creato una nuova famiglia.
«Ho trovato irresistibile fare la figlia di Diane Keaton e John Goodman. È stato un sogno che si è avverato, non perché intendessi sostituire i miei genitori, ma per averne due in più. Abbiamo condiviso tutto, anche guardato insieme la tv: calarci nella storia del film è stato facile».
Il Natale aiuta a riavvicinarsi ai propri cari?
«Tutti dobbiamo attraversare esperienze dolorose nate in famiglia, e da come ne usciamo dipende il resto della nostra vita. Vogliamo rimanere arrabbiati per sempre? O invece lasciamo andare i risentimenti e abbracciamo l’amore? Porselo come obiettivo di Natale non è una brutta idea».
Ci sono cose che non è facile rivelare ai propri cari. Lei, per esempio, nel 2011 si è calata nei panni di una ragazza bisessuale nel film Butter.
«Molte ragazze mi hanno raccontato che grazie a me hanno imparato ad accettarsi. Mi dispiace solo una cosa: quando due donne si baciano, la gente lo trova sexy, ma se sono due uomini a farlo, c’è una reazione diversa. Non è corretto».
Che cosa farà durante le vacanze di fine anno?
«Per me sono sinonimo di famiglia e do per scontato che starò a casa. A mio figlio Otis voglio insegnare questo: le persone che contano di più sono quelle che si amano».
È direttamente coinvolta nei preparativi?
«Mi ci immergo completamente. Preparo le decorazioni per la casa e penso ai menù: per un giorno dimentico il resto del mondo».
Si mette ai fornelli?
«Sì, ma non fatemi cucinare il tacchino, sapete che sono pescetariana, mangio solo pesce e verdure. Mia sorella, poi, è vegana, così mi sono specializzata nella crema di zucca. Mi sveglio la mattina presto, apro il frigorifero e inizio il mio lavoro».
Sembra che lei si trovi in uno stato di grazia.
«La bellezza di avere 30 anni è che finalmente inizi a vivere la vita mettendo in primo piano te stessa. Sentire di aver raggiunto un certo livello di soddisfazione mi spinge a inseguire sogni che ho sempre avuto in mente, ma che mi facevano paura».
L’anno prossimo la vedremo nell’attesissima serie tv Vynil.
«È una produzione straordinaria, con Mick Jagger, Martin Scorsese e Terence Winter. Racconta le vicende della casa discografica di Richie Finestra (interpretato da Bobby Cannavale, ndr). Io sono sua moglie, Devon, una fotografa che vuole reinventare sé stessa. E ci troviamo nella New York del 1973, nel pieno della rivoluzione sesso, droga e rock’n’roll. La noia non è prevista».
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