Un giorno l’attore Roberto Benigni l’ha sorpresa dicendole: «tutte le volte che ti vedo in tv, penso: “che espressione triste questa ragazza”». E qui Michelle Hunziker, il volto apparentemente più solare, confida la paura dell’abbandono che solo ora è riuscita a superare con l’aiuto delle persone che ama di più
Prendo il registratore e cerco la traccia dell’intervista con Michelle Hunziker. Premo il tasto “play”, poi ci ripenso: stop. So che lì dentro c’è di tutto, perché di tutto abbiamo parlato: lavoro, figli, terremoto, speranze, paure, terrorismo, amore, persino una gravidanza appena scoperta («Della mia cagnolina Lilli, eh», dice). Ma stop. Prima di riascoltare voglio concedermi il lusso della memoria in ordine sparso, quella che salva le emozioni più che le parole. Dentro ci trovo: una confidenza imprevedibile sugli occhi di Michelle, il ricordo di una passata infelicità, un ragionamento sulla necessità del dolore, la gioia di disegnare con una figlia in braccio, una nuova idea di solitudine dopo tanti anni spesi a fuggirla. E soprattutto, la paura di perdere la felicità prima ancora di accorgersi di averla per le mani. Cose che mi hanno colpito o addirittura commosso: come il racconto di una donna, bella bionda ricca e famosa, che una sera di gennaio entra in una chiesa per chiedere la grazia di una seconda occasione.
Riavvolgo il nastro della memoria, faccio partire quello del registratore. Ecco l’intervista.
Come sta, Michelle?
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