Lorenzo Fragola: «Io che perdo la testa ogni giorno»
Lorenzo Fragola è un cacciatore di emozioni che poi trasforma in canzoni. A Grazia ha spiegato che è merito delle donne: dalla sua mamma alle fan che lo aspettano sotto casa. E sì, anche della fidanzata
Piove fortissimo il giorno in cui incontro Lorenzo Fragola. Fuori dall’albergo dove mi aspetta, c’è un capannello di ragazzine sotto piccoli ombrelli colorati. «Ti giuro, mi ha detto il barista che è qui». «Secondo te a che ora uscirà?». «Non lo so, ma ho la macchina fotografica pronta». Sorrido mentre le supero pensando che anche mia cugina Emma, 9 anni è una “Fragolina” e vorrebbe essere qui con me. Non ho mai intervistato prima un idolo delle giovanissime come Lorenzo e sono davvero curiosa. Eccolo: seduto al tavolo del ristorante dove ha appena finito di pranzare, camicia azzurra con le maniche arrotolate fino ai gomiti. La seconda cosa che noto di lui, dopo gli occhi blu che fanno girare la testa a Emma e alle altre, è il tatuaggio a forma di fragola sul suo avambraccio sinistro. Lorenzo è disteso e sorridente, ironico e sornione come solo un vero catanese sa essere. Classe 1995, ha sempre la risposta pronta, col suo timbro e il suo accento inconfondibili. Ordina una Coca Cola, mi offre un caffè e inizia mostrandomi gli altri tatuaggi. Sopra la fragola, c’è una frase in greco.
È un ricordo del liceo classico?
«No, ma ho voluto scriverla in greco, così nessuno la capisce. E io posso rispondere una cosa diversa ogni volta che mi chiedono che significa».
E oggi che cosa dice?
«Mantieni i tuoi occhi fissi sulle stelle e i tuoi piedi per terra».
E che cosa significa per lei?
«Che bisogna trovare l’equilibrio tra la consapevolezza del proprio valore e l’umiltà».
Lei si è già accorto di quanto vale?
«Ancora non del tutto. La verità è che ci rendiamo conto di chi siamo solo attraverso gli occhi degli altri. Se molti non percepiscono il proprio valore è perché quello che dicono gli altri li sminuisce».
A lei è successo?
«No, per fortuna mi è successo l’opposto. Ed è il bello di questo mestiere, avere la possibilità di percepire davvero il valore di quello che fai. Come quando senti qualcun altro che canta le tue canzoni in un bar».
Lorenzo è ancora il ragazzo dalla felpa blu che due anni fa ha vinto X Factor?
«No. Non sono né quello, né una star. Spesso si pensa che la vita del cantante significhi eccesso. Invece per me è il contrario, mi sto godendo molto di più ora la tranquillità del quotidiano, e do molto più valore di prima allo stare a casa a guardare tranquillamente un film».
Quanto tempo ha per farlo?
«Lo trovo. Anche se lavoro in studio fino alle due di notte, magari torno a casa e guardiamo un film tutti insieme».
Insieme con chi?
«Di solito con Adriano, che oltre a essere il mio migliore amico è anche il mio coinquilino. E poi con il cane».
E una fidanzata? C’è?
«Sì, ma preferirei non raccontare niente».
Parliamo allora dei suoi dissapori con il rapper Fedez?
«Meglio di no, preferisco parlare della mia ragazza».
Prego.
«Dunque, la mia ragazza è italo-tunisina-croata. Si chiama Charazed, ha 22 anni, studia all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, e fra poco si laurea. Ci siamo messi insieme il 29 marzo dell’anno scorso, il giorno prima dell’uscita del mio album 1995».
Perfetto, grazie. E a proposito di album, l’11 marzo esce Zero Gravity per Sony.
«È molto personale, davvero mio, mi sento pienamente dentro ogni canzone. Ho seguito tutte le fasi della produzione. Ed è molto più contemporaneo rispetto al primo, anche coraggioso, ci sono nuove ballate in stile americano. Stavolta sono soddisfatto al 100 per cento».
Perché l’altra volta, forse, non lo era?
«Non mi piace ascoltarmi. Mi concentro solo sugli errori».
Come ci si sente a essere un idolo delle teenager?
«Sono contento di vedere che le persone mi apprezzano. Che sia un 13enne o sua nonna, non può che farmi piacere sentire di avere fatto qualcosa di buono».
Lorenzo Fragola è più carino o più bravo?
«Più simpatico? E anche più disponibile? Oddio, come faccio a cavarmela nella risposta a una domanda del genere? Se dicessi bravo, sembrerei presuntuoso, se dicessi bello, pure». Scoppia a ridere. «Non può dare fastidio l’essere apprezzati anche fisicamente. O fingi che non ti piaccia, o hai problemi col corpo. Tra “Che bel testo la tua canzone”, e “Wow, che occhi!”, non c’è differenza!»
Torniamo al suo album: qual è la canzone che rappresenta meglio questo nuovo progetto?
«È un verso, da cui è partito tutto e che rappresenta al meglio quello che deve essere una storia d’amore secondo me: essere al di sopra di tutto. “Cerchiamo di sentirci sicuri, come due astronauti in un luna park, per scappare dal peso della gravità”. Mi piace pensare che l’amore sappia andare oltre i problemi e i giudizi degli altri».
Lei preferisce scrivere sempre d’amore, vero?
«Sì, perché non si finisce mai di raccontarlo in tutte le sue forme e le sue fasi. Puoi parlare di un inizio, di un “non inizio”, di un amore consolidato, di un matrimonio, di una rottura, del tornare insieme. Puoi vederlo dalla parte di lei o da quella lui. Perfino dal punto di vista dell’amante, come nella famosa canzone di Charles Aznavour E io tra di voi. La verità è che non finisci mai di raccontare un sentimento che non è mai uguale per nessuno».
Lei è così giovane, quante volte si è innamorato?
«Io mi innamoro ogni giorno. Nel senso che per me esiste il giorno in cui ami e quello in cui non ami. E i giorni in cui non ami di solito sono più tristi».
Ha parlato di “non inizio” di un amore: vale a dire?
«È la “friendzone”, quel momento in cui il sentimento potrebbe trasformarsi in amore, invece rimane un’amicizia. Magari perché c’è un’altra persona».
La cosa più brutta che le hanno fatto in amore?
«Togliere importanza a qualcosa che io pensavo ne avesse molta. Mi ha ferito sapere, tempo dopo la fine di una storia, di avere dato troppo a una persona che non considerava quell’amore altrettanto importante».
Il gesto più bello che ha fatto per una ragazza?
«Scriverle una canzone».
Quante volte è successo?
«Pensate, scritte e dedicate a una persona, solo due».
E quali?
«Non mi sento di dirlo, perché non lo sanno neanche loro. E a volte il bello è proprio questo: più le cose sono esplicite, meno si capiscono».
Dall’amore al vile denaro: quanto conta per lei?
«Non so se ci crederà, ma davvero lo odio, lo spendo tutto. Non in sciocchezze, lo uso per gli altri. Non c’è una volta che chi esce con me debba pagare qualcosa. Questo è il mio modo migliore di impiegare i soldi che guadagno. Chi mi sta accanto o anche i miei genitori mi dicono sempre: “Ma che fai? Tienili!”. A me per vivere bastano 1500 euro al mese, tutto il resto mi serve, per esempio, per comprare a mamma i biglietti per il teatro Ariston a Sanremo e i voli da Catania a Milano».
È più grande l’amore per le donne o per la mamma?
«Le donne, sono sincero».
Donne, mamma, soldi. E il sesso?
«È il vero motore di tutto, ma proprio di tutto. Anche il potere e il denaro non servono che a ostentare, apparire, e alla fine lo si fa per il sesso».
Pagherebbe per andare con una donna?
«Mai. Non c’è niente di bello nel pagare per amore. E anche se avessi davanti la donna più bella del mondo, se si offrisse in cambio di soldi, lascerei perdere».
Il discografico di Lorenzo mi lancia un’occhiata di fuoco per questa domanda, ma Lorenzo sorride e, congedandomi, mi dice: «Sa una cosa? Mi è piaciuta questa intervista. Meno perbenista del solito. È bello potere esprimere un’opinione su cose in cui credo. Altrimenti mi chiedono sempre: “Ti emozioni prima di salire sul palco”?».
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