Cinque anni fa Gianna Nannini ha deciso di avere una figlia da sola. E oggi, forte di quell’esperienza, difende il politico Nichi Vendola, che è diventato padre grazie a una madre surrogata. «Ha ricevuto un dono». Perché per la cantante la risposta ai grandi tabù italiani, dall’adozione alla fecondazione assistita, sta tutta in una parola: «Libertà»
Intervistare Gianna Nannini è come gettarsi nelle rapide con una canoa e lasciarsi trasportare da un flusso inarrestabile di parole, sentimenti, idee, ironia, poesia. Inizia a parlare e subito ti travolge, poi ti culla, ti ispira e ti scuote, ti fa risuonare e riflettere.
Arriva all’appuntamento e la stanza si riempie immediatamente di lei: dalla stretta di mano (potente e sicura), allo sguardo (penetrante e sorridente) alla voce, ruvida, profonda e sexy. Questa eterna ragazza del rock italiano nata a Siena, contrada dell’Oca, che vive tra Londra e Milano, trasmette una fisicità e un’empatia straordinarie, e ci rappresenta in tutto il mondo. Anche quando ha cavalcato le lotte per i diritti delle donne negli Anni 70 e quando, cinque anni fa, ha sfidato il conformismo e i pregiudizi di genere decidendo di mettere al mondo una figlia da sola.
La incontriamo a Londra alla vigilia del suo Hitstory Tour 2016, che partirà dall’Auditorium del Lingotto di Torino il 20 marzo e toccherà i teatri delle maggiori città italiane fino al 13 luglio. Sul palco con lei musicisti eccezionali: Davide Tagliapietra alle chitarre, Moritz Müller, uno dei più bravi batteristi europei, il bassista Daniel Weber e il produttore rock Will Malone, che la raggiungerà il 14 Maggio all’Arena di Verona con la Bohemian Symphony Orchestra.
Gianna Nannini, noi siamo qui a Londra, ma in Italia infuria il dibattito sulla famiglia: chi devono essere le persone che la compongono, chi ha il diritto di fare figli e chi no, omosessualità, nozze gay, unioni civili, utero in affitto. Che cosa succede secondo lei?
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