Felicità è... trovare anche solo un indice positivo
Ho visto un segno “più” e quasi non ci potevo credere. No, non parlo di Borsa e mercati. Però è ugualmente un’eccezione, e una buona notizia: i consumi culturali degli italiani sono in crescita.
Chi è così gentile da seguire i miei sproloqui su questa pagina sa che sono una appassionata cultrice della felicità. Non nel senso che ne perseguo la ricerca: quello, grosso modo, lo facciamo tutti (o quasi). A me interessa proprio come tema, da un punto di vista quasi filosofico, e quindi leggo tutti i libri o gli articoli che ne parlano, seguo i sondaggi o le “misurazioni” che ne vengono fatte nel mondo.
Insomma, sono una felicitologa! Però, da che la crisi ha cominciato ad ammorbarci la vita e a ossessionare l’informazione, sono stata costretta a deviare l’attenzione dal mio tema preferito, che era diventato un po’ utopico, per accontentarmi della ricerca di qualche “buona notizia” da contrapporre alle cattive di cui ci inondano.
Qualche volta, però, anche questa era risultata operazione difficile. Ma oggi sono contenta perché ho trovato i dati ufficiali, presentati nei giorni scorsi a Roma, dei consumi culturali degli italiani per il 2011 e hanno tutti un segno positivo. Questo significa che siamo disposti a stringere i cordoni della borsa per quello che riguarda, che so, vestiti o cibo (parlo in generale, non per me che ho una pericolosa dipendenza da entrambi), ma non rinunciamo invece a spendere il dovuto per vedere una mostra, comprare un libro, andare al cinema o a teatro.
E infatti i visitatori di mostre sono aumentati, rispetto all’anno precedente, del 14 per cento, e quelli dei musei del 7,5. Quanto a eventi e festival, i dati parlano chiaro: sono dei successi garantiti. L’ho verificato di persona, a Pietrasanta, dove si svolgeva lo scorso weekend “Anteprime. Ti racconto il mio prossimo libro” : gli scrittori presentavano in anteprima, appunto, i libri a cui stavano ancora lavorando e che sarebbero usciti nei mesi a venire e la folla accorsa ad ascoltarli era tale, che io non sono riuscita a entrare a nessuna delle presentazioni che mi interessavano.
Ma siccome ce n’erano anche di pubbliche, in piazza, mi sono divertita lo stesso (la nostra Marina Speich, comunque, c’era e ha chiesto a tutti gli autori presenti qualche dritta per voi sui libri da leggere quest’estate. Trovate il tutto a pag. 68). Ovviamente un “meno” c’è anche nel campo della cultura ed è il calo delle sponsorizzazioni, che sono diminuite in tre anni del 38 per cento.
Ma che le aziende abbiano meno soldi non è una novità e non sono certo incentivate dall’intervento pubblico. Ciononostante la mostra di Van Gogh a Roma, che è risultata la più vista, ha avuto quasi 500mila visitatori. La Biennale di Venezia ha mosso 439mila interessati all’arte. E il Colosseo, solo nell’anno 2011, è stato visitato da 5 milioni e 300mila persone!
La cultura non si mangia, ha detto qualcuno. Però alimenta l’anima, la creatività, la fantasia. E questo aiuta tanto quando la realtà è difficile.
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