È ufficiale: ci stiamo trasformando in zanzare
Sarà che è estate e fa caldo, ma le polemiche sono proprio stancanti. Eppure, pubbliche o private, è impossibile sottrarsi. Però, che noia...
Basta un’occhiata ai giornali, per trovarne ogni giorno a decine: polemiche piccole e grandi, scambi di battute, insulti, accuse. Qualche volta rimangono un mistero, come le parolacce, bloccate sul nascere, di Balotelli che si apprestava ad arricchire la sua già lunga carriera di “birichino” durante la partita Italia-Irlanda.
Ma per fortuna gli angeli custodi esistono e Bonucci, suo compagno di squadra, è provvidenzialmente intervenuto: con un gesto affettuoso, protettivo, gli ha tappato la bocca ed è riuscito a impedire l’ennesimo cartellino giallo, rosso o quel che sarebbe stato.
Ci rimane il dubbio con chi ce l’avesse, ma pazienza, SuperMario sembra, ahimè, uno di quelli, e sono parecchi, che ce l’hanno con il mondo intero. Andando a casa, la sera, ascolto spesso una trasmissione di Radio 24 che si intitola “ La zanzara ” e che tratta i temi dell’attualità soprattutto politica. Mi piace, mi informa, mi fa compagnia.
Il giornalista che la gestisce è Giuseppe Cruciani e ha uno stile di conduzione decisamente ruvido, anzi proprio autoritario, che in qualche modo è la sua cifra. Però, effettivamente, spesso esagera e diventa imbarazzante, anzi irritante, per chi ascolta (d’altronde che zanzara sarebbe, se no...) e così ultimamente ho sentito molti ascoltatori telefonare, non per discutere i temi trattati, ma per lamentare i suoi eccessi.
Insomma, forse, non sono la sola ad avere sviluppato una sensibilità alla polemica, soprattutto a quella gratuita o continuativa. Io, per esempio, non sopporto più neanche le foto di Beppe Grillo perché ha sempre la bocca aperta, ovvero sta gridando contro qualcuno e mi fa venire l’ansia.
Un paio di editoriali fa ho scritto di avere incontrato il ministro Fornero e, mal me ne incolse, ho raccontato che si era svegliata alla 4.30 del mattino... Qualche lettrice mi ha scritto offesa dal fatto che avessi parlato di lei e non delle migliaia di persone che si alzano ogni giorno all’alba per andare a lavorare e non usano la macchina con l’autista, ma orridi treni per pendolari...
All’inizio ci sono rimasta davvero male, ma poi mi sono chiesta: come si fa ad affrontare ogni tema allargando all’intero universo? Stesse reazioni aggressive quando mi sono permessa, di ritorno da Parigi, di scrivere su Facebook della sfilata di Ferragamo al Louvre. Oggettivamente la cornice era magnifica, i vestiti belli e molto rappresentativi dell’eccellenza dell’artigianato italiano e in prima fila mi aveva colpito il mitico Alain Delon di fianco a Hilary Swank.
Ho fatto una foto e l’ho postata, così, per condividere. Apriti cielo: l’insulto più gentile è stato che la foto faceva schifo, quello più cattivo che ero una serva della pubblicità. Intendiamoci, c’erano anche le favorevoli, ma i polemici si fanno notare di più. Perché usano armi pesanti.
Mi sono riletta: aiuto, anch’io sto polemizzando... Che orrore, è un’epidemia: ci sarà un vaccino?
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