Nel film Era d’estate, presentato alla festa del cinema di Roma, Claudia Potenza è Agnese Borsellino, la moglie del giudice ucciso dalla mafia. «Una persona coraggiosa, che affrontava il rischio con un sorriso», racconta l’attrice. Che a Grazia spiega da dove nasce la tenacia delle donne del sud
Quando la chiamo per intervistarla, l’attrice Claudia Potenza, 34 anni, sta facendo il bucato in albergo in una pausa delle riprese del suo nuovo film, Monte, del regista iraniano Amir Naderi. «Mi trovo sulle Dolomiti da diversi giorni
e devo prendermi cura delle mie cose», mi confida. «Siamo isolati e lavoriamo in mezzo alla neve: sto vivendo un’esperienza estrema che va oltre il cinema e si aggiunge alle cose belle che mi sono capitate quest’anno». Una di queste, spiega, è il film che il 15 ottobre ha pre-inaugurato la Festa del Cinema di Roma: Era d’estate, diretto da Fiorella Infascelli. La regista ha ricostruito l’agosto 1985 in cui i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per motivi di sicurezza, si isolarono con le rispettive famiglie nell’isola sarda dell’Asinara, sede di un super carcere, per scrivere l’istruttoria del maxi processo contro Cosa Nostra, l’organizzazione criminale che sette anni dopo li avrebbe assassinati entrambi.
Claudia interpreta Agnese, la moglie di Borsellino (l’attore Beppe Fiorello), mentre Massimo Popolizio dà il volto a Falcone e Valeria Solarino è sua moglie Francesca Morvillo. «Questo ruolo», mi racconta l’attrice, «è un dono del cielo: Agnese, scomparsa due anni fa, è stata una donna vitale e coraggiosa, uno di quei personaggi che segnano la storia di un Paese e la carriera di un’interprete. Mi dispiace non averla conosciuta, anche perché è stata proprio lei a ispirare il film».
Vivace, anzi “frizzante”, come preferisce definirsi, capelli neri e sguardo profondo, Claudia è la classica bellezza del Sud: nata a Manfredonia, in Puglia, è stata lanciata dal film Basilicata Coast to Coast di Rocco Papaleo, con il quale ha girato poi Una piccola impresa meridionale. La sua esuberanza è piaciuta anche a Ferzan Özpetek, il regista che l’ha diretta in Magnifica presenza, e l’attrice non smette di fare teatro: la vedremo prossimamente nello spettacolo Modì, accanto a Marco Bocci nel ruolo del pittore Amedeo Modigliani. Sposata con l’avvocato barese Domenico Chiarello, ha un bambino di cinque anni, Gabriele. E un entusiasmo contagioso che avverto fin dalle prime parole con cui mi racconta come si è aggiudicata la parte di Agnese Borsellino.
Come ha convinto Infascelli?
«Mi sono innamorata della sceneggiatura e volevo assolutamente girare il film, ma sapevo di essere un po’ troppo giovane: nel 1985 la signora Borsellino aveva 44 anni, dieci più di me. Allora mi sono messa una parrucca e ho spedito la mia foto alla regista, che è rimasta colpita dalla mia tenacia e, dopo qualche giorno, mi ha telefonato chiamandomi Agnese. Ho saputo così di aver ottenuto il ruolo».
Perché ci teneva tanto?
«Perché Agnese è stata una moglie meravigliosa: consapevole dei rischi che il marito correva, ha voluto affiancarlo con coraggio e complicità, sapeva che il suo lavoro era una missione. Nascondeva i suoi tormenti dietro il sorriso. Il film ci rivela gli aspetti più intimi, poco conosciuti, della vita dei due magistrati martiri della mafia. Ho raccontato la loro storia anche a mio figlio. Oggi, se qualcuno gli chiede qual è il suo supereroe preferito, risponde: Paolo Borsellino».
È la tipica mamma iper protettiva del Sud?
«No, sono piuttosto equilibrata e con Gabriele mi diverto da matti. Mi sento meridionale quando promuovo la necessità di fare figli. Sono la testimonial perfetta della gravidanza: se una donna ha la fortuna di viverla senza problemi, può essere il momento più bello della vita. Un bambino amplifica i lati positivi».
Ci vuole anche un buon marito. Il suo com’è?
«Semplicemente perfetto. Mi ama, è un ottimo padre e ha tanto coraggio. Quando, ad appena cinque mesi dal nostro primo incontro, gli ho annunciato di essere incinta ha reagito con una risata di gioia. Poi, per assecondare la mia carriera, ha accettato senza fare una piega di trasferirsi a Roma e ricominciare tutto a 29 anni. È un uomo che guarda sempre avanti. Sono davvero fortunata».
Quando ha deciso di fare l’attrice?
«Non ho mai sognato altro e a 18 anni ho lasciato la mia terra per trasferirmi a Roma a studiare recitazione. I miei non si sono opposti: erano stati “vaccinati” da mia sorella Rossana, che ha sette anni più di me e fa la cantante lirica».
È rimasta legata alle sue origini?
«Sì, sono sempre felice di tornare a Manfredonia e appena arrivo, come per miracolo, mi torna l’accento pugliese. Ma del Sud non sopporto certi tic, come quello di considerare l’ambizione e il denaro qualcosa di sporco. Dico sempre a mio figlio: i soldi non sono il diavolo, possono fare anche del bene».
Qual è la qualità su cui punta?
«La caparbietà. Se mi metto in testa una cosa, vado come un treno e nessuno mi può fermare».
Cambierebbe qualcosa del suo aspetto fisico?
«Vorrei le gambe più lunghe. Sono alta un metro e 62, mi piacerebbero 10 centimetri in più. Ma tutto sommato il mio corpo non mi dispiace. Non vorrei, però, che mi imprigionasse nello stereotipo dell’attrice meridionale. Basilicata Coast to Coast mi ha lanciata, ma spero di non fare la ragazza del Sud per tutta la vita».
Qual è invece il suo ruolo nel film Monte, che sta girando in questi giorni?
«Sono una donna del Medioevo e vivo con il mio compagno, interpretato dall’attore Andrea Sartoretti, in un villaggio in cui non arriva il sole e procurarsi il cibo è un’impresa. Il regista Naderi è un talento visionario e indipendente, uno spirito randagio. Ha un’energia pazzesca, sono felice di essere diretta da lui».
Che cosa si aspetta dal futuro?
«Mi auguro di non diventare mai un’attrice “di moda”, un rischio che si corre spesso in Italia: per un certo periodo ti vogliono tutti, poi non ti cerca più nessuno. Vorrei continuare a lavorare con lo stesso ritmo e lo stesso entusiasmo di ora, approfittando delle pause naturali tra un film e l’altro, tra uno spettacolo e una fiction tv: mi permettono di passare tanto tempo con la famiglia».
Ha un sogno segreto?
«Mi piacerebbe avere la voce di Whitney Houston. Per dirla tutta, vorrei essere Beyoncé: è sempre stata il mio idolo. Se rinasco, faccio la rockstar».
Ora che la conosco, non mi meraviglierei di trovarla un giorno nelle hit parade.
© Riproduzione riservata