Bianca Brandolini d’Adda: «La moda e io»
È figlia di una Principessa, è cresciuta nel clan Agnelli e ha trovato la sua strada nel mondo dello stile. Bianca Brandolini d’Adda è oggi una delle icone più celebrate. Grazia l’ha fotografata in esclusiva e si è fatta raccontare quel lato di lei che nessuno conosce
Quando incontro Bianca Brandolini d’Adda, 28 anni, mi colpisce lo scarto tra l’idea che mi ero fatta di lei e la realtà. Avevo ricostruito mentalmente il suo profilo mettendo una accanto all’altra, come in un collage, le foto che da un decennio (da quando cioè era solo una ragazza) assicurano vendite record ai giornali di gossip. Eccola in costume da bagno, fisico slanciato e lunghi capelli al vento, mentre fa surf su una spiaggia brasiliana; o da Chez Castel, esclusivo night club parigino, in compagnia dei più bei nomi del jet set internazionale; o ancora durante uno shopping sfrenato sulla Fifth Avenue di New York in una delle sue perfette tenute da it girl; o con Lapo Elkann, al quale è stata in passato legata.
Se a tutto questo aggiungete una sfilza di titoli nobiliari (suo padre è il conte Tiberto Ruy Brandolini d’Adda, nipote di Gianni Agnelli, e sua madre Georgina de Faucigny-Lucinge et Coligny, principessa franco-brasiliana) capirete perché l’ipotesi di ritrovarmi di fronte al cliché della socialite un po’ snob e distante mi sfiori la mente.
Per fortuna basta qualche minuto per dissipare i miei timori. A dispetto del suo altisonante cognome, Bianca ha modi semplici e diretti; è calorosa e spontanea (a volte le scappa anche una parolaccia) e quando parla della sua vita («Sono una privilegiata, me ne rendo conto», dice), lo fa senza ipocrisie.
La prima cosa che noto appena arriva puntuale al Café de Flore di Parigi, dove mi ha dato appuntamento, è il suo sorriso aperto e la disinvoltura con cui indossa un cappello di lana color nocciola che quasi le copre gli occhi. «Oggi si gela», si giustifica. «Stavo meglio a Roma, c’era un tempo magnifico». Appena tornata dalla capitale italiana, dove ha posato per il servizio in esclusiva per Grazia che vedete in queste pagine, evoca l’esperienza con entusiasmo. «La squadra era formidabile, mi sono trovata benissimo», mi dice mentre toglie il cappotto, appoggia l’iPhone sul tavolino, ordina un’acqua minerale («Per favore, a temperatura ambiente», precisa al cameriere) e si presta a più di un’ora d’intervista, passando con naturalezza dal francese all’italiano.
Lei ha un percorso professionale piuttosto eclettico: modella, attrice, creatrice (in Brasile ha disegnato una linea di costumi da bagno per Osklen) e anche musa di Sergio Rossi e di Cartier. Come si definirebbe?
Leggi il resto dell’intervista sul numero di Grazia in edicola questa settimana
© Riproduzione riservata