È la Top Model italiana più famosa e la musa di un profumo sensuale. ma anche una mamma appassionata che ha difeso davanti a tutti la scelta di allattare al seno la sua bambina di 15 mesi. Perché Bianca Balti ha sempre fatto della sua indipendenza un vanto. Anche ora che, racconta a Grazia, sta per iniziare una nuova vita seguendo «l’uomo giusto nel posto giusto»
La prima volta che ho incontrato Bianca Balti ho pensato che fosse una donna libera. E non per la sua decisione di vivere sola con due figlie, in Spagna: mille miglia lontana dalla sua famiglia (di Lodi) e dal suo compagno, il creativo Matthew McRae, di stanza in California. Mi aveva colpito di più il suo modo di togliersi le scarpe. La forza di un dettaglio che dice tutto sulla capacità di Bianca di entrare e uscire dai ruoli rimanendo se stessa: lasciare un set fotografico, mettersi comoda, sdraiarsi sul divano e chiacchierare come chi è appena tornata da una giornata in ufficio. Su e giù dai tacchi della vita: senza sentirsi in obbligo di recitare una parte. Bianca, 32 anni, super top model, è una che si è sempre concessa moltissimo. Semplicemente perché nella vita privata sfila solo come e dove le pare. E sceglie di cucirsi addosso il vestito che le piace di più, sempre. È stata ragazza di provincia in cerca di fortuna in città, occupante in un centro sociale, aspirante modella divenuta top model, moglie, donna divorziata, mamma sola, testimonial di marchi importantissimi (come Dolce & Gabbana, anche per il profumo Light Blue, vedi pagina 124), di nuovo mamma, di nuovo sola, sempre più famosa, ancora più defilata: a Marbella, fra un set e l’altro.
Quando l’ho conosciuta mi ha detto di credere che la dipendenza crei dipendenza. E di aver scelto per questo di non aver bisogno di nessuno, meno che mai di un uomo. Anche se quest’uomo, Matthew, è il padre della sua seconda bambina: Mia, poco più di un anno (la prima si chiama Matilde, ha 9 anni ed è figlia dell’ex marito, il fotografo Christian Lucidi). Fiera, felice, ma anche profondamente malinconica. Mi è sembrata così, Bianca. Una che muore d’ansia ogni volta che deve lasciare le sue bambine. E che, per farcela, si convince di poterle nutrire a distanza: con l’amore sotto forma di pensiero continuo. Una che pensa che “famiglia” non sia necessariamente: mamma, papà, figli, dentro la stessa casa. Una donna sola, in tutti i sensi: quello buio e quello bello.
E adesso... Adesso Bianca sta finendo di impacchettare oggetti e mobili della sua casa di Marbella. Chiude tutto e se ne va in Orange County, California, a fare famiglia: mamma, papà, figlie. Un solo tetto.
Bianca, so che è in pieno trasloco. Un bel cambio di vita per lei e le sue bambine.
«D’ora in poi abiterò lì, dove vive il mio compagno e padre della mia seconda figlia».
Addio Marbella, l’autonomia, la libertà di voi tre ragazze sole, dentro alla vita un po’ selvaggia che ci ha detto di amare.
«Marbella è stata decisamente una bella esperienza, quasi un assaggio di quello che sarà in California. Un posto dove le bambine possono trascorrere molto tempo all’aperto, la vita è tranquilla e incentrata su di loro: i giochi, lo sport e la scuola».
Lo sappiamo, le piacciono i cambiamenti, ma questa è una inversione a U, spericolata. Come l’affronta?
«I cambiamenti sono inevitabili, se vuoi vivere davvero. Mi piacciono, anche se implicano così tante cose faticose, estenuanti. Il processo non mi diverte, ma l’obiettivo mi entusiasma. E più vado avanti, più i cambiamenti sono per il meglio. La nostra vita diventa sempre più bella». La sua immagine è quella di una donna profondamente libera. Capace di stare da sola, ma anche di dichiarare le difficoltà che questo comporta. Quando l’ho conosciuta mi ha raccontato la malinconia di un San Valentino, con lei incinta e tutta sola. Una grande sfida. Qual è la prossima? «Vivere il mio sogno, ovvero creare una famiglia forte e unita, quella che vedrò crescere, quella che sarà al mio fianco per sempre».
Ha postato l’immagine di lei che allatta Mia, scatenando critiche, anche violente. Se le aspettava?
«Le critiche me le aspetto, però non le lascio passare. Tutti sono liberi di scrivere il loro parere e così lo sono io, per cui se certi commenti non mi piacciono, mi faccio sentire».
Altro che: per l’occasione ha lanciato l’hashtag #ognunofacciailcazzocheglipare.
«Appunto».
Poi ha detto una cosa bellissima: «Allatto ancora Mia perché così ci facciamo delle coccole».
Ha voglia di raccontarmi qualcosa di più sull’intimità e la forza del rapporto che ha con le sue bambine?
«Le amo da morire e tutta la mia vita è dedicata a loro. Lavoro per offrire loro una certa sicurezza e per essere d’esempio. Tutte le mie decisioni sono prese pensando al bene di Mia e Matilde. Dormiamo spesso tutte e tre nel lettone, adoro sentire il contatto con la loro pelle, il profumo di bambina. Mia mi usa come suo succhiotto e io mi presto perché vedo come la tranquillizza. Lei che è iperattiva, solo in quel momento sembra essere in totale tranquillità».
Chiudendo la casa di Marbella, lei lascia un’esistenza che ha definito semplice e molto naturale: legata ai bisogni delle sue figlie, niente mondanità. Che vita vuole d’ora in poi? E come la costruirà?
«Quella che farò a Orange County è molto simile a quella di Marbella. Casa, scuola, sport, aria aperta, amici e famiglia. Davvero la mia vita non ha proprio niente di mondano, se non i pochi eventi a cui partecipo per lavoro e di cui la mia famiglia non conosce praticamente nulla».
Lei non è una mamma qualunque, la sua è una bellezza speciale.
«La mamma che sono io è quella che non si trucca, che si mette la prima cosa che capita, che ti accompagna a danza, organizza i pomeriggi a giocare con gli amici e ti fa da mangiare. Poi parto per un paio di giorni: per lavoro. Che cosa faccio davvero nello specifico mia figlia maggiore non lo sa: è lavoro, nient’altro».
Adesso è estate, vacanze. Lei è testimonial di un profumo, Light Blue, che parla di mare. Altri consigli?
«Abbronzarsi, abbronzarsi, abbronzarsi. Che cosa ti fa sentire più bella di un bel colorito?».
Solo sole?
«No, anche acqua, frutta e oli idratanti per nutrire la pelle e i capelli».
Qual è il suo lusso vero? Quello che dovremmo concederci anche noi?
«Andarmene in giro tutto il giorno in costume da bagno, senza la schiavitù di scarpe e vestiti».
Libertà, torniamo sempre al punto di partenza. Dice di credere molto nel destino, eppure sembra una donna che si è costruita una vita pezzo dopo pezzo, a sua misura. È un’ impressione sbagliata?
«No, è giusta. Ma sto imparando a lasciar andare l’istinto di voler controllare tutto. Purtroppo non è possibile. Il mio nuovo mantra è “let go, let God” (“Lascia andare, lascia fare a dio”, ndr). È liberatorio. Tante cose non dipendono da noi e dobbiamo accettarle come sono, senza riserve. La mia unica responsabilità è quella di cercare di fare sempre la cosa giusta. E di fare tutto quello che mi è possibile. Ma è davvero tanto importante, e difficile, capire la linea sottile che separa ciò che possiamo fare da ciò che va al di là del nostro controllo».
Sì, credo sia molto difficile mollare il controllo per una donna ostinata come lei.
«È vero: io ho molta determinazione, tante “palle”, non mi tirerò mai indietro dalle responsabilità della vita. E neanche dai desideri: non smetterò mai di sognare in grande».
Ha vissuto in mondi diversi: la provincia, la Milano dei centri sociali, l’universo della moda, la notorietà, l’isolamento a Marbella. Dov’è che si sente a casa?
«Nella vita di provincia. Da Lodi ho provato Milano, New York e poi ancora Milano, per capire che mi si addice una realtà più piccola, in cui si possono coltivare meglio le relazioni umane, in cui si vive più a misura d’uomo, una realtà più calma. Perché per me qui è più facile essere se stessi e focalizzarsi sulla famiglia».
Mi aveva detto anche di «non aver bisogno di nessuno» a parte le sue bambine. È ancora così?
«Confermo, io non ho bisogno di nessuno. È importante per me crederci. Qualsiasi cosa succeda nella vita io devo bastare a me stessa. Non posso contare sugli altri per la mia felicità o per la mia indipendenza economica. Ciò non toglie nulla all’amore viscerale che provo per il mio fidanzato, la mia famiglia e i miei amici».
E il suo compagno che ruolo ha oggi nella sua vita?
«Guardare Matthew e la bella persona che è mi fa stare bene, mi fa sentire orgogliosa di me stessa, perché capisco che sono andata nella direzione giusta nella mia vita. Credo che la sicurezza che ho acquisito in me stessa, l’amore che ho imparato a provare nei miei confronti, si sia realizzato nella relazione che sto vivendo oggi. Tutto ha trovato il posto giusto».
Mi parli dell’uomo giusto, quello per cui ha deciso di cambiare vita e indirizzo.
«È il mio compagno, è la persona con cui posso condividere i miei valori e essere me stessa, l’uomo a cui posso affidare parte dell’educazione delle mie figlie perché la nostra famiglia sia l’inizio di un mondo migliore. Lui mi ammira davvero come mamma e come donna d’affari, e non ha paura di dirmelo. Io ammiro lui, tanto. Amo il suo animo generoso, la sua pazienza, il suo essere riconciliatore, il suo saper trovare sempre le parole giuste da dire a me o a mia figlia. È una persona davvero saggia».
Lei non ha paura di schierarsi politicamente. Recentemente ha postato un’immagine molto esplicita: il candidato alla presidenza americana Donald Trump che annaffia i semi dell’intolleranza per far crescere i propri voti. Si è poi spesa molto per i rifugiati e ha sempre avuto uno sguardo lucido e attento sull’attualità. Come sta vivendo l’ondata di violenza e disorientamento che riempie le cronache di questi giorni?
«Mi sforzo di non vivere nella paura, ma quando devo viaggiare è molto difficile. D’altro canto mi rendo conto che la violenza nel mondo non è mai cessata, per cui cerco di mettere tutto in prospettiva: perché la vita di mia figlia dovrebbe essere più importante di quella di un bambino nato in un’altra parte del mondo? Perché ci scandalizziamo per la violenza che succede a casa nostra e non per quella che non vediamo? Io non sogno la pace nel mondo occidentale, sogno la pace nel mondo. Punto. Bisogna avere la forza di rimanere positivi, sempre, vedere il bello nelle cose invece di fermarsi alla bruttezza».
Come si fa a “vedere il bello”?
«Credo fortemente che la paura attragga violenza, bisogna avere il coraggio di credere in un mondo migliore e di farlo iniziare dalla nostra vita quotidiana. Mi rassicura sapere che, se dovesse succedermi qualcosa, morirò con l’amore nel mio cuore, e allora avrò vissuto una bella vita».
Mi parli della sua “bella vita”: oggi, un giorno qualunque dell’agosto 2016.
«Ogni vacanza la trascorro a casa perché per me non c’è posto in cui vorrei essere di più nel mondo, dopo tanto viaggiare per lavoro. Mi piace cucinare per la mia famiglia e i miei amici, stare in piscina, andare in spiaggia, farmi un giro in bicicletta, partire per un campeggio. Mi rende felice vedere mia figlia giocare in giardino coi bambini del quartiere, sentire la brezza della sera sulla mia pelle e odorare i profumi del mio giardino in fiore, svegliarmi all’alba e sentire il cinguettio degli uccelli. Adoro l’estate perché riesco ad assaporare la vita. La grandezza delle piccole cose»
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