Barattoli tappati alla buona con carta velina e tante farfalle sotto vetro. In una scena del film Bright Star di Jane Campion così Fanny Brawne intende esprimere i suoi sentimenti per il poeta John Keats. Manca certo il catalogo minuzioso dell'entomologo e non sappiamo se quei battiti d'ali provengano da un esemplare delle Pieridi o dei Papilionidi diurni, ma l'amore con cui Fanny ha selezionato le sue creature ci autorizza a parlare di collezione.
Siamo tutti potenziali collezionisti. Pronti a custodire il biglietto del museo che ci ricorda un viaggio all'estero o a stipare nel cassetto le cartoline di auguri degli amici. Tutto purché ci sia un’emozione, che ci faccia preferire un oggetto rispetto ad un altro; un’emozione da replicare nel gesto della selezione e della raccolta.
È un po’ quello che succede al prototipo letterario dell’innamorato, che si strugge di possedere fino in fondo ciò che ama e non vi riesce. Il collezionista posa i suoi occhi sul mondo, ne sceglie un frammento e lo elegge come unico tema. Dedicandosi con piacere e malcelata insoddisfazione ad una ricerca mai completa.
Questa rimando perenne all’inadempiuto, a pensarci bene, è un biglietto da visita della moda stessa. Una macchina formidabile che sforna per definizione forme nuove (o meglio, contemporanee), ad alto indice di collezionabilità. Finanze permettendo, s’intende.
Non è un caso dunque se la nostra attenzione si riserverà a collezionisti particolari. Gente che lavora nella moda e colleziona oggetti sfiziosi. Oppure gente che colleziona la moda, senza per questo essere stylist o fotografi da copertina. Nel primo caso forse ci si aspetta che il designer stupisca i suoi ospiti, vallo a sapere, con una nostalgica raccolta di vetri Gallè. O che l'art director più in voga del momento esibisca in salotto le sorpresine dell'ovetto Kinder. Nel secondo, invece, l’interesse andrà alla ragazza stilosa, che non si lascia sfuggire neppure una capsule collection di H&M. Senza tralasciare la compassata signora che stipa nell’armadio cappellini vintage, con immancabile piuma di fagiano.
Nello spirito della collezione, del resto, non conta il valore economico. Anche la scatolina in latta per le mentine può scatenare brividi rari nell'intenditore che vi si è consacrato, tanto quanto un intero forziere di borsette Chanel. D’Annunzio, che ingioiellava e ammantava di scialle un calco in gesso tra gli esemplari di marmo più antichi, ci serva da esempio.
Siamo tutti potenziali collezionisti, ammettiamolo, ma c'è sempre qualcuno che è più innamorato di noi. Per chi volesse cimentarsi meglio, vale sempre l'esortazione di Balzac: «Impegnatevi a collezionare ogni cosa e troverete il lingotto della felicità in spiccioli».
© Riproduzione riservata