I padiglioni più belli di Expo 2015
A una settimana dalla fine dell'Esposizione Universale EXPO 2015 scoprite - o ricordate - con noi i padiglioni più belli
I padiglioni più belli di Expo 2015
...
«Padiglione Azerbaijan»
Un percorso espositivo che si snoda attraverso tre sfere di vetro su più livelli che rappresentano tre diverse biosfere. Il progetto di Simmetrico Network presenta forme architettoniche moderne e semplici, realizzate attingendo ai materiali tradizionali quali il legno e la pietra lavorati in modo innovativo e abbinati a vetro e metallo. Una pelle di flessuose lamelle lignee avvolge i lati del Padiglione, che si sviluppa su un’area di 887 metri quadri, lasciando il fronte nord più libero per favorire un controllo passivo del microclima.
«Padiglione Malaysia»
Il padiglione, che si sviluppa su 2.047 metri quadrati, ha la forma di quattro semi. Le curve del design e gli intrecci sulla struttura riflettono la versatilità e la dinamicità della nazione. Il progetto architettonico prevede caratteristiche green e sostenibili in linea con il tema della sostenibilità di Expo Milano 2015. La struttura esterna dei semi è costruita con il "Glulam" o legno lamellare, un innovativo legno strutturale ricavato da materiale locale sostenibile. La scelta del Glulam, in combinazione con la forma strutturalmente complessa del Padiglione della Malaysia a Expo Milano 2015, nasce dalla volontà di mostrare le capacità della Malaysia sia per quanto riguarda il design che per l’utilizzo di materiali innovativi.
«Padiglione Thailandia»
Il Padiglione, che si estende su uno spazio complessivo di 2.947 metri quadri, ha una forma che riprende al centro quella del cappello tradizionale dei coltivatori di riso thailandesi, il “ngob”. Nel disegno della pianta, a questo nucleo si affianca un’altra forma, quella del “naga”, che riprende le linee sinuose degli esseri considerati spiriti della natura, protettori di fonti, pozzi e fiumi e portatori di pioggia e fertilità, presenti anche sullo stemma del ministero dell’Agricoltura e delle Cooperative.
«Padiglione Vietnam»
Il loto è un fiore molto diffuso in Vietnam, ed è scelto come simbolo del paese. Nello spazio commerciale si trovano, oltre a pezzi di artigianato in bambù, legno, porcellana, ceramica e tessuto, anche assaggi di famosi piatti e bevande, alcuni dei quali usano come ingrediente principale proprio il fiore di loto. Il Padiglione del Vietnam è a forma di fiore di loto e questo simbolo del Paese si potrà anche degustare in diverse preparazioni del ristorante.
«Padiglione Messico»
L’architetto Francisco López Guerra Almada, insieme con Jorge Vallejo e la consulenza del biologo Juan Guzzy, ha ideato le forme del padiglione basandosi sull’alimento messicano più caratteristico, il mais. Alla forma di una grande pannocchia di mais si ispira infatti la grande struttura esterna, che copre il padiglione di 1910 metri quadri, collocato in una posizione privilegiata, all’incrocio dei due viali principali. All’interno trova spazio la più ricca esposizione di prodotti tipici, contornati da un flusso d’acqua che dà vita ai giardini e accompagna i visitatori in rampe elicoidali, alla scoperta della ricchezza gastronomica, ecologica e culturale del Messico.
«Padiglione Monaco»
Lo spazio espositivo del Principato di Monaco, che si estende su un lotto complessivo di 1.010 metri quadri, nasce da un progetto dell’architetto italiano Enrico Pollini e si propone come uno spazio capace di incoraggiare il pubblico ad entrare da molti diversi punti d’accesso, riflettendo così sulle opportunità poste dall’ecologia, dal riciclo e dal riuso. Numerosi veri container merci sono impiegati con funzioni architettoniche, a ricordare sia il ruolo di nodo d’interscambio rappresentato dal Principato di Monaco sia le chance di riutilizzo creativo. Sul tetto in legno simile ai tendaggi d’emergenza un composto in sfagno, un muschio leggero e permeabile, consente la coltivazione di un orto di colture mediterranee. Sono presenti giardini verticali e un sistema di raccolta dell’acqua piovana. Il design interno, a cura dell’agenzia tedesca Facts and Fiction, farà fluire i visitatori in un tour libero scoprendo la gamma degli argomenti di sensibilizzazione proposti dalla Fondazione Alberto II di Monaco e dall’Istituto Oceanografico. A fine 2015 la struttura sarà smantellata e inviata a un progetto di aiuto della Croce Rossa in Burkina Faso.
«Padiglione Russia»
Il concept della struttura è stato sviluppato dallo studio Speech, guidato dagli architetti Sergei Choban, Alexei Ilin eMarina Kuznetskaya. Situato su un’area di oltre 4.000 metri quadri, il Padiglione russo è ampio e dinamico e il suo design trae origine nella forma e nella tradizione dei padiglioni sovietici e russi delle precedenti Esposizioni Universali alle quali il Paese ha partecipato.
«Padiglione Francia»
L’edificio costituito principalmente di legno lamellare, su uno spazio di 3592 metri quadri, è ispirato a un luogo simbolo della cultura alimentare francese: il mercato coperto. Il padiglione si ispira difatti ai tipici mercati che si trovano in molte città della Francia, che ben rappresentano il tema generale di Expo Milano 2015, con l’accento sull’autosufficienza alimentare, l’accesso al cibo e la dimensione qualitativa dell’alimentazione. Realizzato dallo studio parigino XTU Architectes
«Padiglione Svizzera»
Primo Paese ad aderire a Expo Milano 2015, tra i primi a completare la struttura architettonica all’interno del Sito Espositivo. Il Padiglione svizzero – con una superficie di 4432 m2 – presenterà una grande piattaforma aperta con quattro torri visibili da lontano, riempite di prodotti alimentari. I visitatori accedono alle torri attraverso gli ascensori e, una volta arrivati in cima, possono servirsi di prodotti. Man mano che le torri si svuotano le piattaforme sui cui poggiano si abbassano, modificando la struttura del Padiglione svizzero. Il progressivo svuotamento delle torri è registrato in tempo reale e può essere seguito anche sui media sociali.
«Padiglione Cina»
Il tema scelto dalla Cina incarna l’atteggiamento di gratitudine, di rispetto e di cooperazione del popolo: la terra nutre l’uomo dalle origini, la speranza è la prospettiva di un futuro in cui il cibo consenta la vita di tutti. Agricoltura, alimentazione, ambiente, sviluppo sostenibile sono i punti focali della partecipazione della Cina a Expo Milano 2015. Lo scopo è ricordare la convinzione della filosofia cinese che “l’uomo è parte integrante della natura”, illustrare le tradizioni culturali e i progressi nei campi dell’agricoltura, presentare i grandi passi compiuti nell’uso razionale delle risorse per assicurare cibo a sufficienza, buono e salutare. Il filo conduttore è la ricerca di equilibrio tra gli esseri umani e l’ambiente, tra l’umanità e la natura.
«Padiglione Ungheria»
Ideato dai progettisti Attila Ertsey, Ágnes Herczeg e Sándor Sárkány, il Padiglione sarà di tre piani e si estenderà su un lotto di 1.910 metri quadri. Le forme e i materiali rappresentano le linee principali dell’architettura ungherese (granaio, silos rurali, stalle) secondo i principi dell’architettura organica, sviluppatasi a metà del Novecento e basata sulle tradizioni locali, sulla comprensione delle leggi della natura, sull’esaltazione del rapporto tra l’uomo e l’universo. La zona centrale del Padiglione è ispirata all’Arca di Noè, simbolo di salvezza degli esseri viventi, mentre le due estremità laterali richiamano i tamburi sciamanici, che riportano a radici antiche evidenziando il rapporto mistico con la natura e che sono solcati dall’antico simbolo dell’albero della vita nel quel scorre l’acqua dolce naturale ungherese dalle celebri proprietà termali.
«Padiglione Vanke (Cina)»
Per la prima volta, in 163 anni di storia delle Esposizioni Universali, un’impresa cinese dispone di un padiglione tutto suo: Vanke, multinazionale cinese leader nel real estate, ha affidato all'archistar Daniel Libeskind il progetto del Padiglione. Ispirato ad una serie di evocazioni che spaziano dall’antico pensiero di Confucio e Lao Tzu, al Rinascimento e all’arte contemporanea. Architettonicamente, le geometrie sinuose e un senso di continuo fluire tra l'interno e l'esterno, accompagnano il visitatore in un viaggio attraverso lo spazio e il tempo, la tradizione, i valori e le relazioni umane. Uno spazio unico dove celebrare e riflettere sulla storia della civiltà, della tecnologia e del XXI secolo.
«Padiglione Repubblica Ceca»
Non è solo uno spazio espositivo ma anche un’esperienza che non finirà con Expo Milano 2015. La proposta vincente del giovane duo di architetti Chybík + Kristof, per realizzare il Padiglione nel lotto di 1.362 metri quadri, usa moduli Koma che prevedono un sistema di costruzione progressivo. La sfida della riciclabilità dei materiali e dell'incorporazione della superficie d'acqua nella struttura è sfociata in un padiglione accattivante. Al piano terra vi sono le aree shop e ristorante, al primo e secondo le esposizioni, sul tetto il giardino: oltre 350 metri quadri di “laboratorio di vita”.
«Padiglione Regno Unito»
Il design è ispirato al ruolo unico che gli alveari hanno nel nostro ecosistema e rappresenta lo spirito della partecipazione del Regno Unito a Expo Milano 2015. L’abilità artistica inglese ispira da sempre tutto il mondo e Wolfgang Buttress, il vincitore della competizione lanciata per scegliere l’architettura del padiglione, ha tradotto in termini progettuali la forza del design britannico. Il progetto fonde il design di più alto livello con forti requisiti ecologici, che trovano origine nelle conquiste scientifiche più all’avanguardia, nelle agrotecnologie e nell’ingegneria agraria. Responsabile della costruzione del padiglione sarà il team di ingegneri edili e costruttori, noti a livello internazionale, di Stage One e Rise. Il padiglione britannico, esteso su un lotto complessivo di 1910 metri quadri, vuole lasciare un segno nell’esperienza di tutti i visitatori di Expo Milano 2015, in cui natura, creatività, scienza e tecnologia si combinano per affrontare la sfida sottesa al TemaNutrire il Pianeta, Energia per la Vita.
«Padiglione Emirati Arabi Uniti»
Il Padiglione, che si estende su uno spazio complessivo di 4.386 metri quadri, progettato da Foster+Partners ha muri di sabbia increspata dal vento alti dodici metri e un ingresso delineato da uno schermo video lungo settantacinque metri, un vero e proprio falaj digitale, eco di antichi canali idrici. L'esibizione principale è divisa in due parti. La prima è contenuta dentro un cilindro, che consente all'auditorium di ruotare giocando con l’orientamento del pubblico. I visitatori transitano nella seconda parte dell'esposizione principale (Future Talk) prima di uscire tramite una rampa in discesa. La rampa passa accanto al ristorante permettendo di vedere uno scorcio della cucina a vista incoraggiando così il visitatore a prenotare un tavolo. Infine, al termine della rampa, si scopre un'incantevole oasi situata sotto e intorno all'auditorium che ospita emozionanti esibizioni incentrate sul tema della sostenibilità. Ovunque si colgono i colori della sabbia, onnipresente nel paesaggio arabo. Il futuristico Padiglione è provvisto di sistemi di recupero dell’acqua piovana e celle fotovoltaiche, ed è stato progettato tenendo in considerazione due climi: quello naturalmente fresco di Milano e quello assolato degli Emirati Arabi Uniti, destinazione del Padiglione alla conclusione di Expo Milano 2015.
© Riproduzione riservata