Il blush è sempre stato tra i cosmetici più utilizzati e amati dalle donne, perché indispensabile per un viso luminoso. Spolverare le gote di rosa è un vezzo femminile che racchiude 4000 anni di storia. Ecco cinque curiosità da sapere sulla storia del blush.
Blush storia 2014
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C’ERA UNA VOLTA
Siamo nell’Antico Egitto, quando i belletti oltre ad avere funzione estetica, acquisivano anche proprietà terapeutiche e spirituali. In questo periodo ebbe origine gran parte della storia dei cosmetici. Veniva utilizzato sia da uomini sia da donne, che lo applicavano anche sulle labbra, come un rossetto. Il suo scopo era quello di proteggere dal sole, dalla sabbia, e dalle malattie di occhi e pelle. La composizione del blush era fondamentale per la resistenza e la qualità: veniva usata l’ocra rossa a secco miscelata ad oli pregiati. Diversi componenti erano utilizzati anche nell’Antica Grecia: gelsi schiacciati, succo di barbabietole rosse e fragole. Nell’Inghilterra vittoriana il blush subì un arresto, poiché colorare il viso era considerato sinonimo di bassa moralità. Gli storici raccontano di donne che usavano pizzicarsi le guance e mordersi le labbra, per farle apparire più rosse.
EPOCA CHE VAI, BLUSH CHE TROVI
Ogni periodo storico ha contribuito all’evoluzione di quello che era il fard, e che oggi è più comunemente conosciuto come blush.
Anni 20 - Con l’emancipazione della donna aumentò l’utilizzo dei cosmetici e l’interesse per i belletti. Applicato su un viso con carnagione pallida e opaca, il blush era consentito solo in due colorazioni: rosa e lampone. Già in quel periodo si trovava in polvere, liquido e in crema. Anni 30 - L’attenzione si spostò sulla palette colori, che divenne più vivace ma sempre nei toni del rosa e del fucsia. Anni 40 - Un interessante rito coinvolgeva le donne dell’epoca: macerare i petali di rosa nell’alcool, per poi applicare sulle gote il liquido rosso. Anni 50 - L’innovazione arrivò in termini di applicazione del belletto, perché le donne cominciarono a usare dei veri e propri pennelli oltre al classico piumino. Anni 60 - I colori si intensificarono verso i toni del marrone e il blush divenne sempre più simile al bronzer. Inoltre cambiò anche il metodo con cui spolverare il viso: al posto dell’ormai classico cerchietto sulla punta della guancia, un triangolo al centro della mascella. Anni 70 - Il blush diventò sempre più scuro e si trasformò in bronzer. Anni 80 - Veniva applicato con il pennello specifico per le guance anche sulla palpebra superiore per dare colore.
FARD O BLUSH?
Essendo tra i cosmetici più utilizzati nel corso della storia, il prodotto di bellezza che serve a delineare gli zigomi e a dare colore al viso fu definito inizialmente come fard, poi rouge, infine blush. Non c’è una sostanziale differenza, nemmeno nell’etimologia. Fard, dal francese, significa tenero, blush, dall’inglese ‘to blush’, significa arrossire, mentre rouge, di connotazione romantica, è utilizzato in letteratura francese.
UNO, DUE, TRE, BLUSH!
Il blush nel tempo ha acquisito nuove identità, grazie alla specificità data dalla palette colori e dalle diverse formulazioni, pensate per ogni tipo di carnagione. Cremoso - Ideale per pelli secche e normali, sconsigliato per chi ha pelle mista o grassa. Polvere - Il più utilizzato perché meno visibile e più pratico, si stende con un pennellino che può essere angolare o grande a ventaglio, in base all’effetto desiderato. Liquido - Proposto solitamente in confezioni di vetro, come accade per la tinta per guance. Disponibile in diversi colori, il più comune è sui toni del rosso/fucsia. Si presenta come liquido colorato e ha una tenuta di molte ore, ma non è di facile applicazione, perché, se non sfumato bene, crea macchie sul viso. Inoltre, il bush può essere opaco, per valorizzare la carnagione e per illuminare guance paffute: attenzione all’applicazione perché non è omogeneo. Compatto è il blush per definizione, da tenere in borsa con pennello e specchietto, per avere un’allure radiosa.
ARROSSIRE IN PASSERELLA
Il make-up leggero non è più prerogativa della stagione estiva, quando, per ovviare alle temperature in aumento, si predilige l’effetto naturale. Scolpire i lineamenti, ritoccare il colorito delle gote, armonizzare il tutto con un rossetto, sono le tre fasi del make-up perfetto anche per l’Autunno/Inverno. Da sempre sinonimo di buona salute, l’effetto bonne mine dato dal blush oggi è più che mai associato a sentimenti romantici e all’idea di giovinezza eterna.
© Riproduzione riservata
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