Fotogallery «Avrei potuto farlo anch’io». A proposito del perché l’arte contemporanea è arte
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Davanti all'arte contemporanea capita spesso di sentire «Avrei potuto farlo anch'io». Volete sapere perché non è vero?
«Ma la chiamate arte questa?». Quante volte vi è sfuggito di fronte a opere d'arte che vi lasciavano, per usare un eufemismo, perplessi? Avvicinarsi all'arte contemporanea non è sicuramente un'impresa semplice. Ma vale la pena di provarci, accostandosi senza pregiudizi e con qualche linea guida.
Cosa ci vuole a prendere una tela e inciderne la superficie con un taglierino (Lucio Fontana)? O a sbrodolare colori sul pavimento per realizzare opere in tutto simili a quelle dei bambini dell'asilo (Jackson Pollock)? E, ancora: cosa significa sigillare le proprie feci in scatolette numerate (Piero Manzoni)? Spesso l'arte contemporanea ci mette a dura prova ma se non volete comportarvi come Alberto Sordi e la moglie "buzzicona" in una celebre e comica visita alla Biennale di Venezia nel film «Le vacanze Intelligenti», vi conviene fermarvi a riflettere.
Forse un dripping alla Pollock potevate farlo anche voi, ma in sostanza non lo avete fatto. Pollock non aveva nessun Pollock davanti da imitare, in questo sta la genialità di un artista, nel saper inventare una propria via di fronte a un foglio bianco. Certo, ai tempi di Michelangelo o Canova era tutto più facile. Nessuno (o quasi) potrebbe affermare davanti al David di avere la maestria tecnica per realizzare un'opera simile. Oggi la storia si è complicata. Se volete trovare un colpevole, potete prendervela con Marcel Duchamp che piazzando un orinatoio in una galleria di New York, ha aperto la strada alla rivoluzione artistica più importante del ventesimo secolo, quella del ready made. E niente è stato più come prima...
Ma l'arte contemporanea, bella o brutta che sia, è lo specchio del nostro tempo. Imparando a decifrarla avrete di fronte una sorta di cartina al tornasole che vi racconterà tantissimo sulla nostra cultura e la nostra società. L'arte contemporanea siamo noi.
E se queste ragioni non vi bastano, ecco quattro letture utili (da portare anche sotto l'ombrellone) per affrontare l'arte contemporanea senza più paure o timidezze.
Francesco Bonami, «Lo potevo fare anch'io. Perchè l'arte contemporanea è davvero arte», Mondador i
Un libro non per gli addetti ai lavori ma per i "distratti ai lavori", come specifica fin dall'introduzione Francesco Bonami. Con la scrittura scanzonata e irriverente tipica del critico e curatore toscano (che riesce ad accostare il tedesco Joseph Beuys al nostro Marco Pannella), questa breve guida vi condurrà tra storie di grandi opere e grandi artisti e non mancherà di additarne altri che invece andrebbero dimenticati.
Artisti veri e artisti falsi, artisti buoni e artisti cattivi. Come individuarli? Farsi guidare dalle proprie emozioni di fronte all'opera d'arte sembra essere una soluzione. E poi Bonami una sua ricetta personale per riconoscere un buon artista ce l'ha: «Fare arte è come fare sesso. Alcuni godono davvero, altri fanno finta. L'artista Picasso 100% gode sul serio e se stiamo di fronte alle sue opere, anche senza accorgercene godiamo un po' anche noi».
Mauro Covacich, «L'arte contemporanea spiegata a tuo marito», Laterza
Perchè, si sa, «in genere le donne mostrano più curiosità verso le cose nuove e soffrono maggiormente l’ignoranza». Allora prendete il marito e trascinatelo per mostre e musei, spiegandogli quanto può essere grande e profonda l'arte di fronte a cui il più delle volte storce il naso. Con questo espediente letterario Mauro Covacich passa in rassegna trenta artisti quotatissimi, analizzando per ognuno un'opera celebre.
Angela Vettese, «Capire l'arte contemporanea», Allemandi
Per avvicinarsi alle trovate in apparenza strampalate o folli dell'arte contemporanea la cosa migliore è studiare. Saper suddividere correnti e momenti storici vi sarà sicuramente utile per decifrare il presente e calarvi nella parte del critico. E questo volume completo ma dal taglio divulgativo saprà senz'altro aiutarvi.
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